Secondo i dati Istat del 2013, sono oltre 6,6 milioni gli italiani votati al bene comune, il mondo del volontariato o Terzo settore, muove attualmente energie e attività fondamentali per migliorare la qualità di vita delle comunità e mai come oggi, il loro ruolo è diventato di vitale importanza nella lotta al contagio e nel sostegno alla cittadinanza. Sono soprattutto le Associazioni che agiscono nei servizi socio sanitari quelle più coinvolte, in particolare le Pubbliche Assistenze che inserite nei tessuti sociali delle comunità rappresentano un approdo sicuro per una larga fascia di popolazione, quella più debole e anziana. Senza il capillare lavoro sul territorio svolto da tutti i militi e da quanti volontariamente in questi giorni si sono uniti al loro lavoro, non sarebbe stato possibile pianificare alcun tipo di azione nella lotta al Coronavirus.
Dopo aver intervistato Isabella Cavallari ( https://www.lordinario.it/storie/storie-di-ordinaria-quarantena-9-isabella-volontariaaiutiamo-gli-altri-che-di-pessimismo-ed-egoismo-ci-siamo-stufati/) torniamo sull’importante tema raccogliendo la testimonianza di Roberto Ercolini, il presidente di una delle 880 pubbliche assistenze aderenti all’Anpas nazionale: la Croce Verde di Arcola in provincia della Spezia.
Da quando è iniziata questa emergenza sanitaria abbiamo assistito al valzer delle diverse posizioni: è solo una banale influenza, poi è diventata una polmonite e infine un temibile avversario. Al vostro interno avete compreso subito la gravità della situazione? Come avete cambiato il vostro modo di operare?
“Non possiamo dire che all’inizio di questa spaventosa emergenza sia stata subito chiara la gravità di quanto stava succedendo; d’altro canto i militi di tutte le associazioni di Pubblica Assistenza operano secondo i protocolli di sicurezza che ci vengono forniti dalla Centrale Operativa del 112. Possiamo comunque dire che ben presto, quando la gravità della situazione ha iniziato a delinearsi più chiaramente, sono subito state adottate per i militi impegnati in un qualsivoglia soccorso, procedure di sicurezza più stringenti. Poi sono arrivati i protocolli ad hoc dalla centrale operativa e a questi ci siamo sempre strettamente attenuti, cercando, dove possibile, di migliorarli. Per esempio abbiamo rivestito i sedili dell’ambulanza dedicata con coperture usa e getta, abbiamo stabilito protocolli interni per accedere alla sede dopo ogni soccorso: in particolare gli operatori, all’arrivo in sede, devono procedere alla rimozione dei presidi di sicurezza monouso (copertura dei sedili, lenzuolini sulla barella ecc.) e alla sanificazione del mezzo sia con disinfettanti appositi, sia attivando l’ozonizzatore di cui il mezzo è dotato; poi devono sanificare tutti i dispositivi di sicurezza individuale che possono essere riusati, in un apposito locale ricavato all’esterno della sede. Solo dopo tutte queste fasi i militi possono svestire gli indumenti protettivi e mettere tutto in sacchi che andranno chiusi accuratamente e depositati in apposito sito, in attesa di essere regolarmente smaltiti. Dunque possiamo dire che il modo di operare dei nostri militi, per quanto riguarda la parte operativa, si è adeguato alle misure di sicurezza più stringenti, mentre è rimasto immutato per l’attenzione, la cura e la gentilezza nei riguardi del paziente”.
Dopo la chiamata al 112 come è la catena di comando fino ad arrivare al vostro intervento in caso di sospetto Covid-19?
“Ricevuta la chiamata della centrale operativa del 112 che specifica che l’emergenza può riguardare una persona contagiata dal virus, il personale preposto al soccorso adotta tutte le misure di protezione individuale secondo quanto previsto dai protocolli in vigore e segue tali protocolli in stretto contatto con la centrale operativa stessa”.
Le Pubbliche Assistenze sono uno dei cardini sui quali sta funzionando il sistema di aiuto e sostegno alla cittadinanza. Cosa state facendo per il vostro territorio? E cosa fa il territorio per voi?
“Intanto continuiamo ad assicurare i servizi istituzionali (soccorso sanitario e trasporti secondari). Partecipiamo, attivamente, alle seguenti iniziative tese ad alleviare i disagi alla popolazione: di intesa con il Comune abbiamo organizzato un servizio gratuito che garantisce il recapito a domicilio dei generi di prima necessità e di medicinali a persone anziane o comunque impossibilitate ad uscire di casa. Cogliamo l’occasione per ringraziare alcune persone residenti che si sono messe a disposizione per collaborare in questa iniziativa. Credo che questa cosa sia molto bella e molto importante perché, oltre a dimostrare un grande spirito di solidarietà, permettono di liberare risorse più preparate per affrontare l’emergenza sanitaria, dunque un grande grazie a queste persone. Inoltre stiamo collaborando con l’Associazione Laboratorio della memoria mettendo a disposizione della popolazione un numero telefonico (370 3798647) al quale si possano rivolgere per avere un sostegno psicologico tutte quelle persone che presentano lievi disagi cognitivi. Questo numero è anche a disposizione delle famiglie che accudiscono queste persone , per consigli ed informazioni specifiche. In questo frangente la popolazione ci è molto vicina, sia con donazioni, che ci sono molto utili (praticamente stiamo affrontando questa emergenza con mezzi finanziari propri), sia coccolando i nostri militi con squisiti dolcetti e leccornie varie”.
Dispositivi di protezione individuale che scarseggiano, mascherine che non si trovano. Come si affronta la paura del contagio?
“Un minimo di paura di contagio c’è sempre, aver paura fa parte dell’essere umano, ma i nostri volontari sono preparati per affrontare le emergenze e sanno benissimo cosa si deve fare e come bisogna comportarsi: conoscere quale è il pericolo cui si può andare incontro è il miglior modo per non averne paura. Ad oggi per affrontare questo virus i volontari devono indossare DPI specifici (Tute in Tyvek cat.3 e mascherine chirurgiche e ffp2), i quali come tutti sappiamo sono sempre più difficili da reperire, per questo cogliamo l’occasione per chiedere alle aziende produttrici o a chiunque ne possieda di contattare la nostra segreteria (0187-987468) per eventuali donazioni”.
Voi siete quelli che #nonrestanoacasa: come è una giornata tipo in una Pubblica Assistenza in questi giorni?
“E’ vero siamo quelli che #nonrestanoacasa perché siamo consci dell’importanza del nostro servizio e perché siamo responsabili. In qualche modo, anche se non abbiamo conoscenze mediche, pensiamo di essere in grado di gestire questa emergenza e dunque ci sentiamo moralmente obbligati alla prima linea. Le giornate in Pubblica Assistenza trascorrono sostanzialmente come sempre: la giornata è divisa in turni con equipaggi composti da un numero di 3 persone. Ad ogni inizio turno viene svolto un controllo completo dei mezzi di soccorso e di tutte le attrezzature necessarie in caso di qualsiasi intervento. Certamente c’è più lavoro organizzativo, in quanto dobbiamo stare dietro anche alle iniziative attivate per l’occasione e dobbiamo stare attenti a recepire tutte le novità e le informazioni”.
C’è un messaggio che volete lanciare in questo momento così difficile per la vostra comunità?
“In pochissime parole: continuate a starci vicino ed ad aiutarci anche quando l’emergenza sarà passata, speriamo il prima possibile, perché noi abbiamo sempre aiutato e sempre aiuteremo la popolazione: un’associazione come la nostra, per un paese, è una risorsa primaria che non deve mai essere sottovalutata. Per chi vuole sostenerci, può farlo tramite un bonifico all’IBAN IT48O0623049682000035399276 “.
Insieme siamo più forti! E distanti ma uniti avremmo la forza per uscirne vincenti!