In diretta per voi… Un’altra Storia Ordinaria! (3). Tutta questione di frequenze!

Questa è…Una storia a “modulazione d’ampiezza”.

“Sapete chi è il dipendente che mi dà più soddisfazioni?”
“Il ripetitore in onde AM!” (trasmissione a modulazione d’ampiezza ndr.)
– Direttore del Network –

 

Una mattina si presentò al network il direttore con una lettera in mano. Tutti andarono in panico. Non sapevamo cosa ci fosse scritto lì dentro, nessuno sapeva nulla, ma vedere il proprio superiore bazzicare per i corridoi dell’ufficio, sghignazzando e brandendo una lettera in busta chiusa non è mai un segno ben augurante. Aveva la stessa aurea di un corvo al calar del sole.

Ci chiamò a raccolta nella sala riunioni. Ci stipammo come sardine all’interno di una scatoletta in quello stanzino, inizialmente pensato come tinello, diventato poi col tempo una sala riunioni. L’ansia era alle stelle, tutti erano preoccupati ma anche incuriositi, e l’attenzione ricadeva sempre su quella lettera misteriosa. C’era chi provava a decifrare la scritta presente sulla busta, ma sembrava scritta in geroglifico. La suspance cresceva, nell’aria c’era tensione e si potevano sentire distintamente i pensieri dei presenti, la maggior parte dei quali scanditi da parolacce.

“Vi ho fatto riunire qui, questa mattina, per leggervi una cosa importante!” – Iniziò il direttore.
“La lettera che tengo fra le mani viene da un ascoltatore, è stata scritta a mano e spedita via posta, vorrei che la ascoltaste! Estrasse lentamente la lettera dalla busta e quel gesto, così semplice, mi provocò lo stesso effetto
di quando sento un grammofono suonare, mi richiama qualcosa di antico. Nessuno oggi scrive più una lettera, è una cosa quasi da amatori. Una bottiglia con pergamena spedita via mare sarebbe stata una scelta più moderna.
Il direttore iniziò a leggere.

L’ascoltatore che ci aveva mandato la lettera scrisse di essere rimasto affascinato dal nostro intrattenimento, dai nostri programmi, dalla nostra musica. Era rimasto colpito da alcune battute che avevamo fatto in una diretta e descriveva con precisione minuziosa (con un testo dettato un po’ dall’empatia) alcuni dei nostri appuntamenti più seguiti, di cui si
vantava essere fedele ascoltatore. Ma la lettera, per quanto emozionante, faceva leva su un problema di ricezione, l’ennesimo! A quanto pare, quel fedelissimo ascoltatore, non trovava più la nostra frequenza.

“Che vuoi che sia un problema di ricezione? È tipico! Sarà qualche turbolenza! Capita che ogni tanto si perda il segnale, a Piacenza ci sentono a malapena quando c’è pioggia!” Intervenne il tecnico. Il direttore girò la lettera mostrandone la
provenienza. “Ma questa non viene da Piacenza, viene dalla Svezia!” “DALLA SVEZIA?!” Domandammo in coro.
Evidentemente avevamo un fan fuori Stato, chi l’avrebbe mai detto che uno svedese potesse affezionarsi tanto a una radio locale della bassa emiliana.
Una domanda però mi venne spontanea: com’era possibile che riuscisse a prendere le nostre frequenze. Quel che aveva detto il nostro collega era vero, non godevamo di un’ottima ricezione! Non ci sentivano a Piacenza ma riuscivano a sentirci in Svezia? O i piacentini hanno dei problemi con le radio o in Svezia sono particolarmente bravi a “smanopolare” coi transistor.

“Com’è possibile che ci sentano in Svezia?” Chiesi al direttore. La sua risposta fu gelida ed immediata.
“È possibile perché avete un collega che fa il suo lavoro meglio di quanto lo facciate voi!
Sapete chi è che mi da più soddisfazioni qua dentro? Il ripetitore in onde AM!”

Io neanche sapevo che avessimo un ripetitore in onde AM. Venni a sapere che lo avevamo acquistato nel ’78 e dopo qualche anno di utilizzo sulla rete locale, eravamo passati alla programmazione su onde FM, relegando quel
trasmettitore a semplice supporto alle frequenze principali. Trasmetteva i nostri programmi, ma nessuno si era mai
sintonizzato sulle onde AM. Com’era possibile tutto questo?. Se a Piacenza avevano dei problemi di ricezione, era dovuto alle modulazioni di frequenza, ogni ostacolo che incontrava sul percorso (naturale o artificiale, come montagne o palazzi) ne diminuiva la potenza di trasmissione.

Ma per quella vecchia antenna AM non era così. Le onde a modulazione d’ampiezza hanno un potenziale incredibile, non si fermano davanti a nulla, hanno un’oscillazione che va dai 10 ai 100 m, superando montagne, palazzi e addirittura oceani, volando “letteralmente” seguendo la curvatura terrestre. Insomma, in un modo o nell’altro, eravamo riusciti a far rimbalzare il nostro segnale sulla Ionosfera, arrivando in Svezia. Quando me lo spiegarono ci misi un po’ a capire il processo!
Avevamo parlato per mesi con la Svezia e non ce ne eravamo mai resi conto!
Il Direttore aveva ragione, quel vecchio ripetitore era meglio di noi, ahhhh!

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