Esistono ancora pochissimi posti dove le olive vengono sbattute e raccolte a mano, con gli uomini che salgono sugli enormi alberi secolari a parecchi metri d’altezza e le donne sotto, a battere dal basso, con una pioggia di olive che arrivano loro sulla testa e strappano un sorriso, o più spesso, un’imprecazione. È noioso sistemare le reti, tanto più che è la prima operazione da compiere. Bisogna delimitare il perimetro della caduta, trovare appigli validi per sollevare i lembi da terra, cercando, al contempo, di non farle impigliare. Raccogli, raccogli, raccogli per ore, ma alla fine, è sempre meno di quanto ti aspettavi. Ci vuole pazienza, quella della tradizione, che non abbiamo più nei nostri orologi tecnologici. Ogni tanto ti fermi, ti siedi sull’erba, a mangiare un po di frutta e, se sei particolarmente fortunato, come a #bova, dalla montagna, ti godi il mare, che profuma le olive, e di conseguenza l’olio, di una goccia d’infinito. Forse è proprio in questo frangente che il nostri antenati, noi stessi e il nostro futuro, ci raduniamo. Per aggiornarci e fare una scampagnata risolutiva. Per chiederci tutti che ne sarà di noi.
Intanto viene la sera e le olive devono essere pulite, come i bambini, prima di andare a dormire, tutte insieme, sul loro giaciglio. Si defogliano nel macinino di legno, ovviamente. Un lungo e divertente scivolo, su cui, le olive, una a una, sfilano in tutta la loro bellezza. Nel contempo, le imperfezioni (rami, foglie, noccioli, pezzi di legno) vengono tolte. Ma è tutto molto veloce, come nel nostro quotidiano. Una corsa veloce cercando di essere perfetti.
La giornata lavorativa non finisce presto. Dopo cena si selezionano alcuni gruppi di olive. Tutti insieme, intorno al tavolo, con sopra dei buoni bicchieri di rosso novello che già ti fa resuscitare dai pensieri però. E fichi essicati. E noci. E mandorle decorticate e asciutte nella stufa a legna. Si scelgono le olive da incidere e fare al forno. Un forno che verrà alimentato dai rami più grossi degli ulivi che gli uomini forti hanno tagliato sull’albero mentre sbattevano anche le olive. Mentre si scelgono le olive, si pregusta il risultato della prima macina, a freddo, del giorno successivo.
La raccolta a mano e l’olio biologico (e tutti i cibi così preparati)sono una resistenza a oltranza verso quelli che ci vogliono costantemente avvelenare. Sono una resistenza a oltranza contro il peggio di noi. Sono la pazienza infinita del mondo. E, se ci guardiamo bene bene, siamo Noi. Tutti noi.