Tappeti Volanti, la nostra nuova rubrica per viaggiare sempre….come? Scopritelo! Oggi destinazione Palermo.
Oggi nasce una nuova rubrica, si chiama Tappeti Volanti.
Ogni lunedì ci ritroveremo per viaggiare assieme, andremo ovunque senza bisogno di alcun permesso, la fantasia non richiede autocertificazione.
Porteremo con noi poche cose; alcune immagini, qualche parola, un po’ di idee.
Le idee sono come le uova, possono sembrar semplici ma possono anche esser geniali, se vuoi le puoi anche sbattere e far girare, allora montano, crescono, si sviluppano, diventano altro: un aiuto per il presente, un’indicazione per il futuro.
Io spesso le trasformo in immagini, altre volte in parole, oppure in entrambe, ma voi potete prenderle e farne ciò che volete. Le idee non finiscono mai e, una volta mangiate, rinascono.
LUNEDÍ DI PASQUETTA
Oggi è Pasquetta, giorno di gite, biglietti, zaini e merende.
Non sono molte le tradizioni a cui tengo in realtà, ma se hanno a che fare in qualche modo con uno spostamento allora è probabile che mi interessino. Ecco perché proprio oggi, in un giorno popolarmente dedicato al viaggio – benché fuori porta, al sepolcro secondo la tradizione religiosa – mi sono regalato un biglietto: destinazione Palermo.
Era tanto che volevo tornare in Sicilia, lo faccio adesso con un viaggio immaginario. Ci sono alcuni vantaggi in questo: posso farlo ogni volta che voglio, libero dai moduli, dagli sguardi diffidenti che si incrociano in questo periodo e anche dagli aeroporti. Come faccio? Ora ve lo racconto.
In un soppalco di casa, che chiamo archivio, sono tenute, pronte e imballate, una serie di fotografie destinate alle mostre.
Ce ne sono un po’, tra queste una mi è sempre piaciuta parecchio e la verità è che ci siamo sempre corteggiati; in particolare, durante l’ultima mostra che ho fatto, la guardavo e con un po’ di nostalgia, toccandola, pensavo «sei bellissima, te ne andrai presto, lo so, mi mancherai tanto». Alla fine della mostra, invece, la foto era ancora lì. Mentre la imballavo è stata lei a parlarmi: «non mandarmi via, tienimi con te, non l’hai ancora capito ma io sono il tuo autoritratto; sono la tua ambiguità, il dubbio che ti porti dentro da tanto tempo, il confine tra quei mondi dove non sai da che parte andare, se verso la città degli uomini o la foresta sacra agli dei». Ancora non so se la foto avesse pienamente ragione o meno, in questo ultimo periodo era rimasta imballata, pronta per un’altra mostra, tuttavia adesso ho deciso di ascoltare quello che mi suggeriva: l’ho tenuta, tolta dal mercato e ancora una volta dal suo imballo, lei non si vende e non si compra più, sta con me, e precisamente sulla parete, tra il bagno e le scale.
E così adesso, ogni mattina, scendendo di camera, ho la sensazione di uscire dall’ombra dei boschi del Monte Pellegrino. Giù sotto, ad attendermi, distesa e vibrante nella Conca d’Oro, la città di Palermo, la più saporita tra tutte le città italiane; quale posto migliore per andare a cercar colazione.
Poi, alla fine di una intensa giornata, compio il cammino inverso, risalgo le scale per andare verso la camera, in cerca della pace notturna. A un certo punto, però, mi fermo, il mio sguardo incontra i bassi raggi del sole e allora insieme ci rivolgiamo verso la città per prendere questa ultima scena, un ultimo saluto, un abbraccio ai palazzi, allo stadio vuoto, alle montagne che circondano la città; penso che è bello a questo punto poter dire «Ciao a tutti, ci vediamo presto».
Ciao anche a te virus, mi dispiace, ma qui tu non puoi venire, siamo nel regno della fantasia, del linguaggio, della fotografia, i contagi sono sempre stati all’ordine del giorno, la febbre è una condizione abituale, il delirio un modo di pensare, abbiamo anche smesso di utilizzare i polmoni per respirare, traspiriamo, è diverso, e possiamo farlo con qualsiasi parte del corpo o della mente.
Buon viaggio anche a voi, abbiate cura di voi stessi e di ciò che vi circonda, perché tutto può trasformarsi in un viaggio meraviglioso.