Quando il Covid-19 azzera le altre malattie e anche il diritto alla tutela della salute. Editoriale di Daniela Tresconi

ottobre mese prevenzione

Ottobre, mese della prevenzione del tumore mammario, mi chiedo: ha ancora un senso parlare di prevenzione in un periodo storico in cui ogni altro genere di malattia è stato offuscato dalla pandemia di Covid-19?
Me lo chiedo ogni giorno, me lo chiedo ogni volta che qualcuno muore per infarto, per ictus, per neoplasia; perchè non lo so se il suo destino sarebbe stato quello di morire comunque, oppure se sarebbe stato diverso, seguendo un regolare percorso di prevenzione.
Io, Daniela, sono un paziente oncologico, tre anni fa mi è stato diagnosticato un tumore alla mammella, l’ho scoperto proprio grazie al percorso di screening mammografico, l’ho scoperto allo stadio iniziale e sia l’intervento che le terapie non sono stati così invasivi da destabilizzare la mia vita.

Ora, anche in questo pazzo 20202, è arrivato ottobre, il mese dedicato alla prevenzione del tumore al seno e, mentre gli edifici si colorano di rosa e le bacheche di facebook si riempiono di fiocchi e post che invitano le donne a controllarsi, noi non siamo riuscite a farlo e ora che il virus sta nuovamente prendendo campo rischiamo di rimanere nuovamente al palo.
A marzo l’Associazione italiana di oncologia medica scriveva in una nota: «è opportuno che sia considerata la posticipazione delle cure in base al rapporto tra i rischi (per il singolo e per la collettività) legati all’accesso in ospedale e i benefici attesi. Siamo consapevoli che a causa delle difficoltà operative legate al carico di lavoro del personale sanitario, potrebbe essere necessario anche differire parte dell’attività programmata per i pazienti oncologici».
Era dunque più rischioso contrarre il virus, che convivere con questo «inquilino scomodo?»
Appuntamenti rinviati, visite di follow up rinviate a data da destinarsi, nel migliore dei casi percorsi terapeutici avviati con modalità telefonica, come se le terapie salvavita potessero essere equiparate alla didattica a distanza.
Ad aprile avrei avuto il mio consueto controllo semestrale, ovviamente annullato, addirittura il day hospital oncologico è stato chiuso. «Stia tranquilla – mi hanno detto – la chiamerà un medico telefonicamente».

 

ottobre mese prevenzione
Una bella immagine della nostra Daniela Tresconi in compagnia della sua amica Sabrina Brozzo, durante una manifestazione ad agosto per il diritto alla salute e alla prevenzione

Nessuno mi ha mai chiamata e come me chissà quante altre donne. Quante altre si sono scoperte fragili, indifese, angosciate dal fatto di non poter avere risposte alle proprie domande: da guerriere ci siamo ritrovate vittime di un meccanismo perverso che non è stato in grado di garantire i percorsi di cura a chi ha già perso un pezzetto della propria vita nel momento stesso in cui gli è stato diagnosticato il CANCRO. Perché di questo si tratta, cari lettori, ognuno lo chiama nel modo che preferisce ma il suo nome vero è CANCRO. Io l’ho sempre chiamato così, ho sempre voluto avere ben chiaro chi era il mio nemico e solo accettando di conoscerlo per quello che era veramente, potevo avere speranza di combatterlo.
Quante donne da marzo non hanno potuto avere accesso ai percorsi di prevenzione? Quante in questo momento hanno in corpo un nemico vorace e famelico e non lo sanno? Il Covid non può e non deve cancellare la possibilità di guarire, perché ricordiamocelo, di cancro al seno si può guarire, ma serve la prevenzione e tutte noi ne abbiamo bisogno.
Tanto si legge dal sito della Fondazione Veronesi: «La sopravvivenza relativa a 5 anni dalla diagnosi, indipendentemente da altre patologie, è in moderato e costante aumento da molti anni (81% dal 1990 al 1994, 85% dal 1995 al 1999, 87% dal 2000 al 2004) in relazione a diverse
variabili, tra cui l’anticipazione diagnostica (screening) e il miglioramento delle terapie.»
La temporanea remissione dei contagi ha consentito, durante il periodo estivo, una ripresa dei controlli, io ad esempio ho finalmente potuto fare il mio proprio stamattina, a distanza di ben un anno dall’ultima visita.
Ma il Covid sta riprendendo il sopravvento, cosa ci attenderà?
Un possibile ed ennesimo blocco non potrà più essere tollerato, le Aziende sanitarie dovranno garantire percorsi «puliti» per i malati di tumore, mantenendo inalterati i protocolli medici per la cura di tutte queste patologie oncologiche.
Alla base di tutto resta sempre e solo la PREVENZIONE.

Dunque, vanno bene i fiocchetti rosa, vanno bene i post su facebook ma non rinunciamo ai nostri diritti, quelli sanciti nella nostra Costituzione: «La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività mediante il servizio sanitario nazionale. La tutela della salute fisica e psichica deve avvenire nel rispetto della dignità e della libertà della persona
umana.»

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