Con i suoi 3.343 m di quota, la Marmolada è una montagna da scoprire e vivere in tutti suoi aspetti: storico, naturalistico e paesaggistico. La sua vetta, facilmente raggiungibile con la funivia Marmolada – Move To The Top, che collega Malga Ciapèla (1.450 m) a Punta Rocca (3.265 m), è la più alta delle Dolomiti e può accogliere sia gli appassionati di alpinismo che i meno esperti frequentatori della montagna.
Un viaggio per tutti, sul tetto delle Dolomiti, tra panorami, storia e natura, spaziando dall’origine geologica di questo luogo, risalente a milioni di anni fa, alle sofferte testimonianze della Grande Guerra, che offrono un importante insegnamento di umanità e resistenza. Un’esperienza da vivere attraverso escursioni e visite, da organizzare sempre con la massima attenzione e prudenza, magari affidandosi ai preziosi consigli di una guida alpina, che può suggerire i percorsi più adatti alle diverse situazioni.
Ad esempio, un primo itinerario adatto anche ai meno esperti parte dalla stazione di Punta Serauta (2.950 m) e porta alla scoperta del Fortilizio Italiano, tra grotte e camminamenti scavati nella roccia. Qui i soldati italiani vissero da maggio 1916 a novembre 1917, in una guerra di posizione contro lo sbarramento austriaco di Forcella Vu. Da intraprendere con la giusta attenzione e muniti di abbigliamento, calzature d’alta montagna e attrezzatura adeguata, si percorre in un tempo che varia da 1 a 2 ore a seconda delle proprie capacità.
Un secondo percorso, che richiede però una maggiore preparazione e l’attrezzattura adatta alle difficoltà (guanti, casco, cordino e moschettone, lampada, ramponi da ghiaccio) è l’itinerario che passa per Quota 3065 e Galleria Rosso e conduce a Forcella Vu, dove si possono ammirare i resti della storica Ferrata del Btg. Valcordevole, 206^ Compagnia, memoria dell’epoca della Grande Guerra. L’intera escursione, composta da tratti di sentiero attrezzato e ferrata esposta, è percorribile in un tempo compreso tra 2 e 4 ore a seconda della preparazione.
Scendendo di quota, invece, è il semplice percorso che collega Malga Ciapèla al Rifugio Onorio Falier a offrire una suggestiva visuale sulla parete sud della Marmolada, lungo la verdeggiante Val Ombretta. Percorribile in un tempo che può variare dalle 3 alle 4 ore, è adatto anche ai più piccoli esploratori. Ma non solo, anche un semplice viaggio in funivia a Punta Rocca, raggiungibile in soli 12 minuti, permette di vivere uno dei luoghi più suggestivi della montagna: la grande terrazza panoramica, da cui la vista si estende a perdita d’occhio sulle cime.

Gianni Caronti, guida alpina ed esperto conoscitore della Marmolada, racconta: “Quando si sale sulla Regina delle Dolomiti sono due gli aspetti su cui suggerisco di focalizzare l’attenzione: la vista mozzafiato che regala Punta Rocca, unica nel suo genere grazie all’altitudine e alla posizione di cui gode la montagna, e la storia che ci ha lasciato un grande patrimonio culturale e umano di cui fare tesoro. Se la prima è accessibile facilmente anche per chi presenta disabilità, grazie a un ascensore che sale dalla stazione di arrivo e all’assenza di barriere architettoniche, per esplorare i luoghi su cui la Grande Guerra ha lasciato la propria traccia è sufficiente un minimo di dimestichezza con un sentiero di alta montagna. Fondamentale però, per un’escursione in sicurezza da vivere in tutta serenità, l’attenzione all’abbigliamento e all’attrezzatura che devono sempre essere consoni alla quota che si vuole raggiungere e al percorso che si intende intraprendere”.

E se a 3.000m di quota la bianca roccia calcarea incontra il ghiacciaio, dove solo qualche gracchio alpino (un volatile simile ad un corvo che vive in alta quota) domina indisturbato insieme all’aquila, regina delle altezze, scendendo a quote inferiori la flora e la fauna divengono via via più ricche.

Facendo attenzione si possono osservare le stelle alpine e se si è fortunati scorgere ungulati come camosci e stambecchi, riconoscibili dalle loro dimensioni simili a una capra e dalle particolari corna ricurve, ma anche marmotte e, più raramente, l’ermellino, un piccolo mammifero che ama nascondersi tra l’erba e le pietre, caratterizzato in estate da un manto marrone-rossastro che diventa bianco in inverno.
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