Il più longevo personaggio del fumetto italiano (a livello mondiale se la gioca con Superman e Batman) compie 70 anni. E li celebra con una mostra.
Tex Willer, per i Navajos “Aquila della Notte”, saggio capo bianco e fratello degli indiani, affascinante, ironico, paladino della giustizia, antirazzista e difensore dei deboli e degli oppressi, vede la luce il 30 settembre 1948, creato dalla penna di Giovanni Luigi Bonelli e dalla matita di Aurelio Galleppini, in arte Galep. E conquista intere generazioni di lettori.
Dalle fredde foreste del Grande Nord all’Arizona, dalle aride praterie americane ai deserti infuocati del Messico, dal Rio Grande all’Oceano Pacifico, Tex Willer percorre instancabilmente a cavallo le polverose piste del West, combattendo i fuorilegge e le ingiustizie, da qualunque parte provengano, sempre accompagnato da una innata generosità, un profondo senso di giustizia, un indiscutibile coraggio e una mira infallibile. Una leggenda, insomma, un’eroica epopea costruita striscia dopo striscia, attraverso storie indimenticabili e memorabili avventure contro il male.
Settant’anni dopo, il mito di Tex è ancora vivo e non pare soffrire l’oblio del tempo che passa. Per celebrare il ranger più famoso della storia del fumetto, Sergio Bonelli Editore ha voluto regalare ad appassionati giovani e meno giovani con una grande mostra, inaugurata il 2 ottobre e aperta fino al 27 gennaio 2019 al Museo della Permanente di Milano, curata da Gianni Bono, storico e studioso del fumetto italiano. Grazie a disegni, fotografie, materiali rari, tra cui alcuni inediti, e installazioni a tema, create appositamente per questa mostra, sarà possibile ripercorrere la storia di Tex, dalla sua prima apparizione in edicola ai giorni nostri, attraverso gli artisti della matita e del pennello che hanno dato vita a questo personaggio. Una mostra pensata non solo per gli appassionati di ogni età, ma anche per chi ancora non conosca l’impavido ranger e voglia approfittare di quest’occasione per avvicinarsi a uno dei più importanti miti di carta di ogni tempo. Ma non solo: attraverso le prime pagine dei giornali, la rassegna ripercorre 70 anni di storia italiana, in un parallelo tra le avventure di Tex e le vicende del nostro Paese. Due curiosità da ammirare nelle sale della Permanente: la prima vignetta di Tex, tradotta in diverse lingue, e l’Universal 200, la macchina da scrivere di Gianluigi Bonelli dai cui tasti sono uscite tante storie. Oltre a Bonelli, sono stati diversi gli sceneggiatori che hanno contribuito a creare il mito di Tex Willer: dopo di lui, dal 1976, il figlio Sergio, seguito da Claudio Nizzi a partire dal 1983 e, dal 1994, da Mauro Boselli, attuale curatore della serie. Sul fronte grafico, fondamentale fu l’apporto artistico di Galep, che disegnò tra l’altro quasi duemila copertine solo per Tex.
“Rispettare la tradizione, rinnovare con discrezione, non tradire mai la solida ma cristallina personalità di un uomo del West che persegue il proprio ideale di giustizia senza compromessi, senza arroganza, senza pregiudizi: il segreto di Tex, a mio parere”, osserva Davide Bonelli, che ha raccolto l’eredità dal padre Sergio e oggi dirige la casa editrice. “E’ anche in questi tre propositi – spiega Bonelli – che cerchiamo di mettere in pratica giorno dopo giorno, mese dopo mese, aggiungendo sempre nuovi tasselli narrativi all’immenso mosaico di una saga iniziata nel settembre 1948.” Tex Willer, settant’anni e non sentirli: più che un semplice fumetto, un fenomeno culturale. Chissà cosa ne pensano i ragazzini che scoprono solo oggi le avventure del ranger senza paura.