Katia, mamma coraggio: positiva al covid, un parto naturale nonostante tutto, l’isolamento, l’abbraccio a sua figlia

Non si diventa mamme nel momento in cui il nostro bambino nasce, lo si è già quando il piccolo è ancora un desiderio in fondo al nostro cuore e per difendere quel desiderio siamo pronti a combattere e lottare contro tutti e contro tutto. Lo stesso deve aver pensato Katia, immaginando nella sua mente il momento in cui la sua bambina sarebbe stata tra le sue braccia.

A volte purtroppo il destino decide per noi strade diverse e così, proprio quando il momento era giunto, Katia scopre di essere positiva al Covid 19.

Quella che vi raccontiamo oggi, cari amici dell’Ordinario, è una grande storia d’amore, quell’amore unico e indivisibile che lega una mamma al suo bambino e che la sostiene nei momenti più difficili della vita.

Katia e la piccola Alice, anche se lontane, non si sono mai realmente separate, una la forza dell’altra, fantasticando sul momento in cui avrebbero potuto stringersi. Katia non ha mai mollato e ora ci racconta una grande storia di speranza per insegnarci a lottare sempre per quello che amiamo.

Ciao Katia e grazie per questa intervista per noi molto speciale. Raccontaci come è cominciata la tua storia? Sapevi già di essere positiva al virus o lo hai scoperto una volta arrivata in ospedale per partorire?

“Domenica 1 marzo ho cominciato ad avere la febbre, inizialmente a 37,5 per è aumentata ogni giorno di più. Ho chiamato ginecologo, medico di famiglia e guardia medica, ma mancando una sola settimana al termine della gravidanza e non avendo altri sintomi, erano tutti concordi che era una semplice influenza e di continuare col paracetamolo. La mattina di sabato 7 marzo mi sono svegliata con 39,5 di febbre, mi sono preoccupata e ho chiamato il reparto di ostetricia dell’ospedale di Massa dove avevo aperto la cartella della gravidanza e il ginecologo di guardia mi ha invitato a recarmi in reparto, comunicando ovviamente all’ingresso dell’ospedale che avevo la febbre, per poter attivare il protocollo per eventuale Coronavirus. Così appena arrivata, mi hanno dato una mascherina e poi mi hanno visitata e fatto gli esami per capire cosa potessi avere, decidendo di ricoverarmi per precauzione. Nel pomeriggio mi fanno il “famoso” tampone, ovviamente io ero sicurissima che fosse negativo e invece…”

Quale è stato il tuo primo pensiero quando ti hanno comunicato l’esito del tampone?

“L’8 marzo alle 6 del mattino via telefono la ginecologa di turno mi dice che l’esito del tampone è positivo al Coronavirus e che si erano già attivati per capire come potevano procedere visto che la mia gravidanza era a termine e che mi avrebbero aggiornata non appena deciso cosa fare. Dopo questa chiamata ho cominciato a farmi un sacco di domande: «Positivo???? ma com’è possibile???? Dove l’ho preso??? E tutte le persone che ho frequentato??? Parenti, amici??? Devo avvisare tutti!!!». E così ho iniziato a chiamare la mia famiglia e ha riferire quello che mi era stato appena comunicato”.

Raccontaci la nascita della tua splendida bambina e come hai affrontato la malattia.

“Mentre ero al telefono con mia mamma per capire dove avessi potuto essere stata contagiata sono cominciate le contrazioni del travaglio, così ho chiamato l’ostetrica e, quando è arrivata, le sue parole sono state: «Devi essere forte perché oggi conoscerai la tua bambina!». Avevano già predisposto per il parto cesareo…ma il travaglio è stato molto veloce, la mia bambina voleva nascere con un parto naturale.

Primo parto naturale in Italia da una mamma positiva al Covid19, che bel primato!

Andiamo in sala parto e alle 11.37 dell’8 marzo, con l’aiuto dell’ostetrica Francesca e della ginecologa nasce Alice, la sento piangere e poi la portano subito via per farla visitare. Da quel momento non l’ho più vista.

Sono stata trasferita nel reparto degli Infettivi e poi il giorno dopo in terapia Intensiva perché i miei polmoni cominciavano a essere compromessi. Sono stata quattro giorni con un casco di plastica (Cpap) che copriva tutta la mia testa senza mai toglierlo e mi aiutava a respirare, isolata dal mondo esterno e senza poter sentire nessuno dei miei famigliari e senza poter vedere la mia bambina. Le uniche notizie che avevo erano quelle che mi portava il Primario di Ginecologia durante le visite di controllo post-parto e la più bella è stata: «Alice sta bene ed è risultata negativa al tampone!!!». Dopo la terapia intensiva, quando ho ricominciato a respirare senza il casco, mi hanno trasferita nuovamente agli Infettivi. All’inizio, non nascondo di aver avuto paura di morire e di non poter più tornare alla vita che tanto mi ero immaginata con la mia bambina e il mio compagno, ma poi giorno dopo giorno ho continuato a farmi forza da sola e a pensare che dovevo mettercela tutta per poter tornare dai miei cari e abbracciare la mia piccolina. E questa forza mi ha aiutato in tutto il mio percorso in ospedale!”

Finalmente sei potuta tornare a casa ma Alice non era con te. Quanto hai dovuto attendere prima di abbracciarla per la prima volta?

“Dopo 15 giorni di ospedale il 21 marzo finalmente doppio tampone negativo!!! E quindi si torna a casa!!!! Alice nel frattempo era stata affidata agli zii, in attesa della fine della quarantena del papà e del resto della famiglia che aveva avuto contatti con me. Domenica 22 marzo, il papà e Alice ripetono il tampone che si conferma negativo e martedì 24 marzo finalmente ho potuto vedere dal vivo Alice, stringerla a me, sentire il suo profumo ed è stata un’emozione unica!!! Finalmente da questa data Alice, mamma e papà si sono riuniti più felici che mai!!!”.

La piccola Alice. Grazie alla sua coraggiosa mamma per averci regalato questa storia

Oggi finalmente siete insieme, che messaggio vuoi comunicare a tutti i nostri lettori?

“In questo periodo, dove siamo tutti spaventati per l’emergenza Covid-19 voglio dire che non dobbiamo arrenderci o farci prendere dal panico, ma dobbiamo avere speranza per il nostro futuro perché c’è ancora tanta strada da percorrere.

Io questo virus l’ho combattuto e ho vinto, sono guarita!!!!

Alice è stata la mia forza, in una situazione dalla quale non vedevo via d’uscita, lei era la mia luce e la mia speranza. L’8 marzo 2020 è stato un giorno carico di emozioni per me, sono diventata mamma di una splendida bambina che ora è tra le mie braccia e insieme e più forti di prima, affronteremo tutto quello che la vita ci ha riservato. Spero che la mia storia possa essere motivo di speranza per tutti”.

 

 

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