Ho conosciuto il lavoro della vicentina Margherita Barin grazie a un’altra Margherita (Grotto ndr.) e da quel momento ho cominciato a pensare che il nome Margherita sia indicatore di grande intelligenza. Il perchè lo capirete strada facendo in questo articolo.
Margherita Barin è una donna, una madre e un’imprenditrice che, in un periodo particolarmente delicato, ha avuto un’idea davvero vincente: quella di aiutare le mamme a prepararsi al parto e al periodo immediatamente successivo, con una selezione di prodotti di alta qualità da filiera etica, testati e selezionati, ricercati dal punto di vista estetico, con tutto il necessario per curare al meglio i propri bambini. Non solo, ha anche dato al progetto un risvolto benefico, perché ogni acquisto del prodotto va a sostenere madri in situazione di difficoltà.
L’idea/prodotto si chiama Tilla Baby Box https://www.tillababybox.it ed è nata da una tradizione originaria della Finlandia, sviluppata però da Margherita con un’eleganza e un’attenzione ai dettagli squisitamente italiane. Le raffinate confezioni in legno Tilla Baby Box, disponibili anche su misura e personalizzabili, contengono prodotti provenienti da filiere etiche certificate, valutati con la collaborazione di professionisti e testati personalmente, oltre a una preziosa guida con i suggerimenti per utilizzare al meglio i prodotti offerti, i consigli degli esperti e le informazioni più utili sul parto, il puerperio e il primo anno di vita del bebè.
Un progetto che, dopo solo un anno di vita, Margherita ha sviluppato ulteriormente ideando il Piano Corporate Tilla Baby Box: il progetto dedicato alle aziende che desiderano celebrare le nascite con una Tilla Baby Box personalizzata, in linea con l’identità aziendale. Un regalo davvero utile ma che va oltre il puro dono materiale: è contenitore e veicolo di una responsabilità condivisa verso le presenti e future generazioni. Un piano a cui ha già aderito Discovery Italia, la media company leader nell’intrattenimento di qualità.
Quello che però mi ha colpito di più di Margherita, al di là del suo notevole prodotto, è la rara dote e capacità di leggere, decifrare e interpretare un momento delicato come la nascita di un figlio e un ruolo complicato, come quello dei genitori, e di farsi portatrice di esigenze comunitarie ed essere ambasciatrice di umanità, coniugando valori e concretezza imprenditoriale.
Ma facciamoci raccontare l’intera storia dalla voce della sua protagonista:
Prima di inventare Tilla Baby Box che cosa facevi Margherita?
“Nella mia vita precedente facevo la designer. Ho lavorato nell’area visual di Calzedonia, a Verona,
fino a quando sono rimasta incinta e sono dovuta rimanere a casa per alcune complicanze. Mentre
ero a riposo, purtroppo, è mancato mio papà. Nel giro di pochi mesi, da organizzatissima giovane
professionista un po’ control freak mi sono ritrovata a casa, ferma e senza molto da fare, in lutto e
in attesa (di mia figlia): ero abbastanza disorientata.
Il mio modo per adattarmi alla situazione e abbracciare il cambiamento è stato prendere tutta
l’energia che normalmente dedicavo al lavoro e concentrarla sui preparativi per la nascita: ho letto
libri, li ho riassunti e schematizzati, ho seguito corsi, cercato i sette mari per mettere insieme un
equipaggiamento funzionale ed efficiente ma anche sostenibile, ho costruito torri di buoni propositi
e spalmato olio di mandorle sulla pancia con la medesima costanza di chi si allena per le Olimpiadi.
Poi è arrivata lei. Diventare mamma è un’esperienza dirompente, un’occasione per evolvere. Al
momento di rientrare al lavoro, ho capito che niente sarebbe mai potuto tornare come prima. Così
sono andata avanti”.
Come nasce l’idea? (vogliamo proprio il momento esatto dell’intuizione.. )
“Il momento esatto è un giorno qualsiasi mentre passeggiavo con mia figlia. Aveva pochi mesi, come
qualsiasi neonato aveva bisogno di cure costanti e io vivevo di amore e fastidio generalizzato. Mi
infastidivano i vestiti che non mi entravano, le scarpe che dovevo allacciare, i capelli troppo corti, le
persone che mi chiedevano se aspettavo già il secondo per via della pancia prominente, le signore
che volevano accarezzare le sue manine indifese, le scale. Insomma, qualsiasi cosa mi dava fastidio.
Stavo passeggiando, infastidita come non mai, e ho realizzato che nonostante tutto ero in una
condizione privilegiata: avevo una casa, un marito con cui condividere ogni passo, tutte le
informazioni e le risorse economiche per crescere la mia bambina in modo adeguato, un lavoro
stabile e soddisfacente che mi aspettava. Mi sono sentita fortunata.
Così mi sono guardata intorno: tante altre mamme camminavano con i loro figli. Chissà se potevano
contare su un lavoro al rientro dalla maternità? Non tutte. Si sentivano bene? Forse anche loro
erano parecchio infastidite. Avevano il sostegno di una famiglia? Alcune sicuramente no. Com’era la
loro situazione economica? Quante erano sole? Io non lo ero eppure spesso mi sentivo sola
ugualmente. Ho preso questa riflessione e me la sono portata a casa: da lì è partito tutto”.
Che cosa vuol dire regalare un mondo etico al proprio bambino? E tu, che cosa vorresti lasciare ai tuoi figli, un domani?
“Un mondo etico, per semplificare vergognosamente, è un mondo in cui le persone si comportano bene. Vorrei riuscire a dare a mia figlia non solo l’idea, ma anche l’esempio di cosa questo significhi. Per quanto mi riguarda, è riconoscendo negli altri la nostra stessa umanità che possiamo iniziare a comportarci bene ed è proprio questo che proponiamo con Tilla Baby Box: la possibilità di scegliere responsabilmente non solo verso il proprio bambino o una persona cara, ma anche verso gli altri bambini e verso l’ambiente in cui tutti viviamo. Nel video che abbiamo girato a marzo raccontiamo un mondo di opportunità condivise, di libertà, della possibilità per tutti i bambini di nascere e crescere al sicuro. Un mondo etico è un mondo che tutti possono chiamare casa: da rispettare e conservare in modo che anche i nostri figli possano fare altrettanto”.
Descrivici gli articoli di punta delle Box. Come scegli i fornitori, che caratteristiche devono
avere?
“Tilla Baby Box esiste da circa un anno e la collezione si è evoluta rispetto all’inizio: ora ci sono anche prodotti originali Tilla Baby Box, come il Diario della preziosa quotidianità, le Giostrine e le altre creazioni del laboratorio di sartoria di Casa Sant’Angela (struttura che persegue scopi di solidarietà verso la componente più debole della società), a cui speriamo di poter dedicare sempre più spazio.
Questi prodotti, esattamente come ogni altro dettaglio delle Box, racchiudono la cura e l’attenzione
che io stessa dedico a mia figlia. Gli articoli selezionati da fornitori esterni sono gli stessi che
utilizziamo quotidianamente da quando è nata, scelti per la nostra famiglia perché sono pratici,
affidabili e realmente utili, ma anche perché sono piacevoli da usare, avere intorno a sé e
conservare tra i ricordi: funzionano bene e a lungo, rispettando l’ambiente e le persone che lo
vivono. Se penso alla mia personale esperienza, posso dire che la vita di un neogenitore è abbastanza confusionaria: c’è bisogno di informazioni e oggetti che semplificano la quotidianità, così come della possibilità di operare scelte sostenibili che non comportino una perdita in termini di performance. Con questo spirito cerchiamo sempre di valutare l’impatto ambientale di un prodotto alla luce di tutto il ciclo di vita, così come di scegliere fornitori che operano un controllo attento su tutta la filiera e sono trasparenti sui processi di lavorazione. Alcuni di loro hanno sostenuto il progetto fin dall’inizio: al di là del rapporto commerciale c’è anche una relazione umana tra persone che
condividono gli stessi valori”.
Chi acquista i prodotti Tilla Baby Box contribuisce a donare kit per la cura del neonato a mamme che versano in condizioni economiche e sociali di fragilità. Ci spieghi questa parte dell’iniziativa e la collaborazione con Caritas?
“Chiunque può scegliere quali messaggi trasmette attraverso gli oggetti e i servizi che progetta e,
personalmente, credo che un progetto sia sensato nella misura in cui aiuta le persone nella loro
vita. Tilla Baby Box si propone di dare un servizio ai genitori: una selezione di prodotti durevoli, a
ridotto impatto ambientale e alte prestazioni, funzionali e di facile manutenzione, completa delle
istruzioni per utilizzarli al meglio e di un manuale con le informazioni pratiche sulla salute e la
sicurezza di mamma e bambino, i numeri e gli indirizzi utili anche in caso di emergenza.
Risorse che rispondono a un bisogno reale: è difficile – per chi aspetta un bambino ma anche per chi
desidera partecipare con un regalo – individuare e reperire prodotti affidabili e realmente utili e,
ancora più difficile, è riuscire a coniugare questo bisogno con il rispetto dell’ambiente.
Ci sono famiglie, però, che oltre a queste difficoltà ne hanno altre legate all’accesso alle risorse, alle
possibilità economiche e al contesto sociale. È qui che si può fare una differenza ancora più grande.
Noi ci impegniamo sia attraverso la donazione di kit di prodotti e informazioni immediatamente utili
per la cura del neonato, sia con l’attività del laboratorio di sartoria nel quale offriamo un contesto
sociale positivo e l’acquisizione di piccole competenze che possono essere utili sia a casa che per
trovare un impiego. L’obiettivo a lungo termine è quello di offrire posti di lavoro, quindi stabilità e indipendenza economica, ma anche di allargare la rete di donazioni: a Vicenza abbiamo elaborato la composizione dei kit insieme alle splendide persone dello Sportello Donna e Famiglia di Caritas, chiedendoci cosa servisse realmente alle mamme che il servizio raggiunge. La collaborazione con Caritas è nata dalla stima per l’attività che viene portata avanti in tutto il Paese e che va oltre qualsiasi differenza: è un progetto di umanità”.
Ultimamente Tilla Baby Box si sta facendo conoscere anche in grandi aziende come regalo etico e green scelto dai vertici per i collaboratori che diventano genitori. Da poco hai stretto una bella collaborazione con Discovery Italia. Com’è nato questo progetto e come ti proponi a questo tipo di aziende?
“Il progetto dedicato alle imprese parte dalla considerazione che un evento ordinario e prevedibile
nella vita – cioè la nascita di un figlio – dal punto di vista lavorativo assume spesso le caratteristiche
e la portata di una crisi. La conciliazione vita-lavoro è un problema perché la questione è posta in modo errato: presuppone che i due ambiti siano isolati quando la realtà è diversa. È mettendo al centro le persone che si può pensare di creare un sistema sostenibile (nel senso che può essere sostenuto e continuare a creare valore nel tempo) in cui i due ambiti dialogano e funzionano insieme; un’organizzazione del lavoro in grado di fare spazio anche agli eventi e ai cambiamenti che fanno parte della vita di tutti noi e che, se accolti e valorizzati, hanno il potenziale di trasformarsi in risorse preziose anche dal punto di vista professionale. Diventare genitori è uno di questi: un’occasione di evoluzione e crescita personale che si riflette, necessariamente, anche sul lavoro. È un’occasione da celebrare. È proprio questo che proponiamo alle aziende come parte del percorso di valorizzazione della dimensione umana che spesso è già in atto, ma che può trovare altri orizzonti all’interno del grande tema della responsabilità sociale d’impresa. L’adesione al Piano, infatti, è fonte di generazione di valore in termini di impatto sociale e sostenibilità ambientale, di valorizzazione e coinvolgimento dei collaboratori, sia mamme che papà, inevitabilmente di promozione del proprio brand, di miglioramento della reputazione e tutto parte dall’analisi dei bisogni e degli interessi dei genitori e delle esigenze della specifica realtà aziendale per fornire un servizio davvero utile. In Discovery abbiamo trovato un grande allineamento di valori, è un’azienda che fa tantissimo affinchè le persone che la vivono stiano bene. Sono onorata del fatto che siano stati i primi a credere nel progetto”.
Che cosa è STRA – ordinario di Tilla Baby Box? E della vita di Margherita?
“STRA-ordinarie sono le persone che fanno parte di Tilla Baby Box, dedicando tempo e competenze
preziose: grazie a loro il progetto è cresciuto finora.
Poi ci sono io, che non riuscivo a rispondere a questa domanda. Mi sono chiesta perché e mi sono
ricordata della sindrome dell’impostore: quella condizione che fa anche un po’ sorridere perché
colpisce di solito le persone competenti – o quelle che si fanno un sacco di domande – e rende loro
difficile interiorizzare i risultati positivi, esponendole invece alla costante paura di venire
“smascherate”, appunto, come impostori. Ecco, io vivo così: mi aspetto che un giorno arrivi
qualcuno e mi smascheri.
Forse presto succederà, nel frattempo cerco di rimanere vigile e ammetto che più forte di questo
timore è la soddisfazione di aver incontrato in questo progetto quel senso che per anni ho cercato
nella mia professione: un modo per vivere una vita all’altezza delle possibilità che ho avuto finora, per essere utile. Ora l’ho trovato e lo devo principalmente a mia figlia, che con il suo arrivo mi ha dato l’occasione di scoprire un posto nel mondo che sento davvero mio. Straordinario, no?”