Elisabetta Salvatori, attrice poliedrica che ha fatto del teatro di narrazione la propria ragione di vita, in tempo di pandemia ha pensato di mettere in piedi un vero e proprio teatrino nella fioreria che un tempo apparteneva alla zia, ubicata nella frazione di Querceta di Seravezza, in provincia di Lucca. Per lei, aprire un piccolo teatro proprio lì, era un sogno ma i sogni si sa, a volte si avverano soprattutto se sono accompagnati da una buona dose di tenacia.

Con la grinta che la contraddistingue e l’aiuto di cari amici, a poco a poco ha allestito, secondo il suo gusto, la platea, le gradinate e il palco e ha decorato le pareti dipingendole fino a creare un prezioso scrigno accessibile a tutti.
Basta entrare nella Fioreria delle Storie per ritrovarsi in un’altra dimensione fatta di parole, emozioni, narrazione e tanti ricordi. Su una parete tutti i nomi di chi ha calcato le tavole del tanto prezioso quanto piccolo palcoscenico del teatrino e in mezzo la foto del compianto Monni, per diversi anni compagno di vita e di sogni della Salvatori.
Nella saletta d’ingresso sono tanti gli oggetti cari a Elisabetta. Alcuni sono parte della sua storia personale, altri appartengono alle storie di tutta la comunità.

Ci sono gli stemmi delle otto contrade del Palio dei Micci di Querceta e qualche antica foto, ritagli di giornale, la valigia di lettere aperta sopra la testa degli avventori che custodisce l’abbraccio con il premio Nobel per la Pace Rigoberta Menchù ma anche piccoli oggetti di casa. Ogni singolo foglio, modellino in gesso, penna o pezza ricamata ha una storia da raccontare e se si sta in silenzio, si sentono arrivare dritte al cuore, senza nemmeno passare dal senso dell’udito.

Elisabetta Salvatori è un’artista a tutto tondo: dipinge, mette nero su bianco racconti, li porta sul palcoscenico e, con l’emozione che a volte le rompe la voce in gola, riesce a portare dentro le sue storie chiunque abbia la fortuna di ascoltarla. Su un palco o sotto l’ombra di un castagno, intreccia racconti e affascina chi da anni la segue o chi per la prima volta si ferma ad ascoltarla.
Sul palco della Fioreria delle Storie la Salvatori racconta Puccini, le storie di San Pellegrino in Alpe, di Santa Caterina e di tante altre vite ma non solo. Si alternano cantanti, attori, viene organizzato il cineforum e le letture al tramonto, aperte a tutti coloro che alle 19 in punto di ogni serata estiva, abbiano il desiderio di leggere un brano proprio o altrui nella saletta di lettura attigua al teatrino.
Proprio in quella saletta in cui non mancano mai fiori freschi ed erbe di campo nei vasetti di vetro disposti sugli scalini che portano al soppalco, in tanti si sono avvicendati e ciascuno ha lasciato tra quelle pareti parole che servono a costruire ponti, a sollevare anime dolenti, a trovare un momento per sé stessi da condividere con gli altri.