Scendo dal treno e mi butto nella caotica Napoli dell’ora di punta scaldata dall’aria primaverile. Guardo attorno e mi rendo subito conto che non sarei capace di guidare all’una del pomeriggio in terra partenopea senza provocare un incidente. Devo raggiungere il Rione Sanità dove ad attendermi c’è Alessandra Calise Martuscelli, la direttrice di uno dei siti archeologici più sorprendenti che abbia avuto modo di vedere fino al momento.
Di luoghi pieni di sorprese ne ho visitati molti ma l’Ipogeo dei Cristallini ha un fascino singolare. Alcune sue caratteristiche specifiche si trovano solo lì e in nessun altra parte del mondo. Ad accogliermi all’ingresso del sito ci sono i due ragazzi che quotidianamente accompagnano i visitatori nelle viscere della terra, a 11 metri sotto il piano di calpestio. Mi avvertono che fa freschetto laggiù dopo avermi fornito una torcia accesa. Il luogo è ben illuminato ma, per osservare meglio dettagli nascosti nella penombra, è meglio avere a portata di mano una fonte di luce.
Ci lasciamo la vivacità di Via dei Cristallini alle spalle per raggiungere, scalino dopo scalino, le quattro camere sepolcrali distinte. Vennero rinvenute per caso dal barone Giovanni di Donato al di sotto del suo palazzo, durante i lavori di scavo per realizzare un pozzo. Questi ambienti risalgono al periodo compreso tra il IV e il III secolo a.C., quando Neapolis faceva parte della Magna Grecia.
L’origine dell’Ipogeo dei Cristallini risale a più di 2300 anni fa, quando l’area dei Vergini nel Rione Sanità, era una vera e propria necropoli, al di fuori della cerchia muraria della città. I greci che vivevano nell’antica Neapolis realizzarono una serie di ipogei funerari dove poter dare sepoltura, secondo il loro credo, ai propri cari.
Sono rari gli esempi di pittura ellenica arrivati fino ai nostri giorni ma nell’Ipogeo ce ne sono più di uno. La testa di Medusa policroma sorveglia dall’alto la tomba camerale C ed è un unicum nella storia dell’archeologia per le sue dimensioni, per i colori che ancora ha e per l’eccellente stato di conservazione.
Dovete sapere che il Rione Sanità fino a non tanti anni fa era una zona particolarmente difficile. Nonostante si trovi nel centro di Napoli, aveva tutte le caratteristiche di una zona periferica degradata e tutt’altro che accogliente. L’arrivo di padre Antonio Lofreddo, parroco della Basilica di Santa Maria della Sanità, ha fatto cambiare rotta a questa zona di Napoli. La sua determinazione e la sua volontà di veder rinascere il Rione Sanità hanno messo in moto una dopo l’altra persone di buona volontà.
Alessandra Calise Martuscelli è una di queste persone speciali che era andata via da Napoli ma ne subiva la mancanza. Sentiva pesarle la colpa di essere in un’altra città senza aver perlomeno tentato di cambiare le cose in meglio.
Appena rientrata a Napoli si attiva per aprire al pubblico l’Ipogeo dei Cristallini che aveva ereditato assieme al marito Giampiero Martuscelli. Una serie di eventi le permettono di accedere a dei fondi per avviare i primi restauri e finalmente il 24 giugno del 2022 l’incredibile sito archeologico dei Cristallini apre al pubblico in modo permanente.
Con l’arte, benchè ne dicano, si mangia eccome. Alessandra per gestire le visite guidate nel sito, assume alcuni ragazzi della zona dando loro ottime prospettive di crescita professionale ma ancora non è soddisfatta. Crea con il marito la Fondazione Ipogeo dei Cristallini,ente no profit che cerca di coinvolgere la comunità per la salvaguardia del patrimonio culturale, materiale e immateriale del rione Sanità. La Fondazione elargisce anche corsi gratuiti di formazione e s impegna attivamente nella promozione della cultura della legalità.
Casa d’Anna
Alessandra Calise non raggiunge mai obiettivi perchè ogni volta che riesce a fare un passo avanti, prende lo slancio per farne altri dieci. Scriveva Victor Hugo che vasti orizzonti generano le idee complesse, i piccoli orizzonti le idee ristrette. Alessandra si è immaginata un Rione Sanità dove le piacesse vivere ed è come se poco a poco lo stesse modellando attraverso i pensieri che si concretizzano, a vantaggio di tutti.
A pochi passi dall’Ipogeo dei Cristallini, ha aperto ai visitatori la guest house Casa D’Anna ai Cristallini che in origine apparteneva a Davide D’Anna e Ken McTaggart. Arredata con la collaborazione di Pierre Vercoustre, si trova all’interno di un palazzo edificato nei primi anni del Cinquencento.
Si affaccia sulla rumorosa via dei Cristallini ma, appena si entra nell’accogliente salone, il rumore rimane alle spalle e ci si trova in un’altra dimensione. Alessandra accoglie personalmente ogni ospite con il calore e la verve di chi ama e ha a cuore ciò che fa. Preziosi oggetti d’antiquariato, dipinti, libri d’arte che volentieri mi sarei fermata a leggere uno dopo l’altro rendono ancora più prestigioso un luogo in cui Napoli è più viva che mai.
Sono trascorsi alcuni giorni da quando sono tornata a casa. Continuo a pensare alla gioia di Alssandra Calise nel raccontarmi i progetti della Fondazione Ipogeo dei Cristallini. Ciascuno può fare molto per migliorare un pezzetto di mondo e Alessandra lo dimostra ogni giorno.
Napoli già mi manca.