Parola d’ordine: non fermarsi, uscire dagli schemi, rimettere al centro la fantasia, essere mezzo di intrattenimento e cultura anche in tempi di coronavirus.
Il Teatro Verdi di Pisa (https://www.teatrodipisa.pi.it/#), uno dei più belli e importanti teatri di tradizione italiani, non ci sta a chiudere il palcoscenico e allora si offre come palcoscenico virtuale per dare voce ai cittadini in questo momento particolare e difficile. Come? Creando l’Archivio Poetico della Pandemia. Poesie, canzoni, riflessioni, racconti: tutta l’emozione di questo momento che può essere tradotta in arte, viene valutata e racchiusa in questo “scrigno prezioso” che passerà alla storia. Molti spettatori abituali diventano così autori. Ma facciamoci raccontare l’iniziativa dallo staff che l’ha ideata.
Benvenuti. Ci raccontate come nasce l’idea originale di creare un archivio poetico della pandemia?
“L’idea nasce dalla consapevolezza che il Teatro, così come lo abbiamo vissuto in passato, per qualche tempo non potrà più esistere; da qui la necessità di trovare nuove modalità di confronto con la cittadinanza, di continuare a rappresentare uno snodo culturale per la comunità. Nel momento in cui il sipario del teatro deve restare chiuso, volgiamo lo sguardo al palcoscenico della città!”
Sfogliando l’archivio virtuale non si trovano solo poesie, ma anche riflessioni e altro. Che cosa vi arriva e qual è il messaggio più originale che vi hanno spedito finora?
“Le forme di contributo sono tantissime, musiche, testi di canzone, filastrocche, disegni, racconti, dipinti, video… non ci aspettavamo questa ricchezza e questa varietà, a dire il vero ci sorprende anche il livello qualitativo dei contributi: sono veramente belli! Non ci azzardiamo a dire quale sia il messaggio più originale, invitiamo ognuno a visitare l’archivio (lo trovare qui → https://app-teatrodipisa.tumbl
Quale vi sembra il sentimento più diffuso nei testi che rivete? Paura o speranza?
“Quasi tutti i contributi escono da questa dicotomia, probabilmente il sentimento più diffuso è quello della presa di coscienza: la nostalgia e lo stupore di scoprire ora cosa sia davvero essenziale e cosa non lo sia”.
Che cosa ne sarà dei testi inviati?
“I testi, così come i disegni, i video, le musiche, verranno pubblicati online sull’Archivio Poetico della Pandemia (https://app-teatrodipisa.tumb
Voi siate un Teatro di lunga tradizione. Come state vivendo la difficoltà del momento? State già pensando a delle politiche di ripresa? Che scenari ipotizzate per il post emergenza?
“Ad oggi è impossibile sapere cosa succederà in futuro, probabilmente dovremo affrontare un periodo di transizione in cui potremo uscire di casa, ma non potremo ancora andare a Teatro. La nostra idea è quella di continuare ad “esistere” nel panorama culturale cittadino, di continuare a svolgere il nostro ruolo, quello di piattaforma culturale, attraverso strumenti ancora tutti da inventare. A.P.P. è il primo progetto, a cui sicuramente seguiranno altri, dobbiamo uscire dagli schemi, abbandonare le certezze e rimettere al centro la fantasia!”
E ora vi salutiamo con la nostra domanda di rito, magari applicata al teatro o al palcoscenico: cos’è per voi STRA-Ordinario nel vostro quotidiano?
“Straordinario è osservare ogni giorno che passa quanta bellezza riescano a esprimere le persone. Questo progetto ci ha permesso di entrare in contatto con un’umanità variopinta, creativa, solare. Speriamo che possa diventare l’ordinarietà, che non serva sempre una crisi per trarre il meglio di tutti noi!”
Per tutti coloro che fossero interessati a partecipare, si può inviare il proprio elaborato a app@teatrodipisa.pi.it. Ve lo consiglio, perchè è un’iniziativa valida e oroiginale che ho sperimentato di persona, inviando questa mia poesia https://www.npsedizioni.it/l/oriente-futuro/