Dopo Triora e Dolceacqua, il nostro weekend nella Liguria di ponente si conclude con una tappa al borgo di Valloria, nell’immediato entroterra di Porto Maurizio a Imperia.
Lasciato il mare e iniziato il percorso verso il monte, (le indicazioni sono molto chiare), la strada procede con dolci tornanti immersi in colline ricoperte di boschi di roverella e uliveti. Si entra nella Valle di Prino, i cartelli indicano che stiamo entrando nell’antica Contea di Pietralata, comprendente parte degli attuali territori comunali di Vasia, Prelà ed Imperia e, sebbene oggi sia poco conosciuta, fu di estrema importanza per la storia del Ponente Ligure.

Siamo molto curiosi di arrivare in questo piccolo borgo ligure che attualmente vanta solo 34 abitanti ma che ci è stato descritto come il «borgo delle porte dipinte». Ce ne sono ben 167: porte di cantine, stalle e magazzini dipinte e reinterpretate da artisti di fama internazionale durante le feste estive.
Ci aspettiamo un piccolo borgo semi abbandonato, invece la piccola piazza è gremita di auto di turisti, soprattutto stranieri. Alzando lo sguardo, rimarrete colpiti dal grande murales realizzato dagli studenti del Liceo artistico di Imperia “La raccolta delle olive”, un dipinto che rende omaggio alla tradizione contadina della valle. Prima di avviarci lungo gli stretti caruggi, ci concediamo una bella colazione allo stile ligure: cappuccino e focaccia salata.
Nella piazza principale, ecco le tre fontane che hanno dato nome e simbolo all’Associazione degli Amici di Valloria, a cui si deve la rinascita del borgo con tutte le sue iniziative, qui ci sono le indicazioni per un “percorso consigliato” e potete iniziare la passeggiata.

Il paese è più trascurato di quelli che abbiamo visto nei giorni scorsi, molti edifici sono chiusi o abbandonati, ma emana comunque un fascino particolare. I dipinti sulle porte emergono con i loro colori a volte prepotenti, a volte sbiaditi, ogni piccola volta e angolo buio svela immagini improvvise, è impossibile non fermarsi a osservare.
Stili diversi, visioni oniriche, volti di persone e animali, cieli stellati e figure astratte che sembrano non avere nulla a che fare con il luogo in cui si trovano e nel contempo sono perfettamente collocate nello spazio e nel tempo. Ogni porta ha l’indicazione dell’autore, con una breve biografia e la descrizione dell’opera. Non limitatevi a seguire il percorso consigliato, deviate, inoltratevi nei carugi più ombrosi e lasciatevi travolgere dall’arte semplice e passionale di queste porte dipinte.
Valloria è una vera e propria pinacoteca a cielo aperto.
Come è stato possibile che un piccolo paese che nel tempo è stato abbandonato da tutti i suoi abitanti, ora sia così prepotentemente richiesto dal turismo straniero, soprattutto tedesco?
Verso la fine degli anni ’80 un gruppo di Valloriesi che si erano trasferiti in città, sentirono il bisogno di riavvicinarsi al loro paese e di farlo rivivere. La loro idea era l’organizzazione di una sagra con il coinvolgimento di tutti. Dopo un’autotassazione, iniziarono “fisicamente” a costruire lo spazio dove si sarebbe svolta la festa. In un oliveto messo gentilmente a disposizione dai proprietari alcune “fasce” vennero spianate per fare posto alla pista da ballo. Si costruirono ringhiere di protezione e scalinate per collegare tra di loro i vari terrazzamenti, si attrezzò una cucina e dal 1991 si inaugurò quella che attualmente è forse la più caratteristica sagra dell’entroterra di Imperia.
Dal 1994 alle attività ludiche e di recupero venne aggiunta la nuova componente artistica: far dipingere, da pittori appositamente invitati, vecchie porte di stalle, magazzini e cantine dislocate nei carruggi del vecchio borgo.
Un’idea vincente: Valloria ha avuto l’onore di servizi in tv, pagine su giornali italiani ed esteri, documentari; i visitatori sono molti e gli artisti fanno letteralmente a gara per partecipare.
