A Lerici lo strano fenomeno della farfalla dorata

Monti di San Lorenzo è una località sul monte Caprione, nel comune di Lerici, a pochi chilometri dalla Spezia. Qui negli anni Novanta è stato scoperto un sito megalitico che ogni anno, da circa ottomila anni, regala il fenomeno della «farfalla dorata».

Storicamente, prima della dominazione romana, la località era stata abitata dai Liguri, ai quali si erano unite in seguito, più o meno pacificamente, anche alcune tribù celtiche. È un’area che, secondo molti, emana energie particolari: vi sorgono un tempio buddista, i ruderi della chiesa di San Lorenzo, risalente al XII secolo, e un complesso megalitico di epoca preistorica.

Immediatamente ci si accorge che i blocchi di pietra non sono disposti a caso, ma in una posizione tale che, nel periodo del solstizio estivo, gli ultimi raggi del sole, passando attraverso la fessura formata dalle rocce, proiettano l’immagine di una perfetta farfalla di luce su un monolite che si trova di fronte.

L’avvio ufficiale dell’estate astronomica, nonché la giornata – intesa come ore di luce – più lunga dell’anno, coincide con il solstizio e, indicativamente in un periodo che va dal 21 giugno al 21 di luglio, il fenomeno raggiunge il massimo splendore.

Noi siamo andati proprio lì, ad ammirare questo affascinante mistero che suggerisce l’esistenza di rituali sconosciuti, forse risalenti a ottomila anni fa, legati al ciclo delle stagioni, alla fertilità, al passaggio tra la vita e la morte e all’astronomia primitiva.

Zaino in spalla abbiamo parcheggiato la macchina sulla strada provinciale che da Romito Magra conduce a Lerici, le indicazioni ci portano verso i Monti di San Lorenzo attraverso un percorso asfaltato ma in salita che si inerpica tra alberi frondosi e profumati e macchia mediterranea.

Non si è mai soli lungo la strada, in questo periodo sono moltissimi i gruppi che decidono di raggiungere il sito preistorico per assistere al fenomeno di luce. Alcuni giorni, se si è particolarmente fortunati, si può incontrare anche il Professor Enrico Calzolari, ricercatore e esperto nonché scopritore e studioso dell’evento.

Lasciata la strada asfaltata, imbocchiamo un sentiero carrozzabile sulla sinistra, proseguendo tra le ginestr fiorite alla nostra destra troviamo i resti della piccola chiesa medievale di San Lorenzo, rimangono solo i muri perimetrali e i resti del campanile. Nozioni ufficiali su questo edifici si trovano nell’Estimo della Chiesa Lunense del 1470.

Si cammina in religioso silenzio, tutti sembrano percepire qualcosa di magico e misterioso. Nell’aria profumo di muschio e di acqua sorgiva: le acque ora sono scomparse ma la loro memoria è prodigiosamente vivida nel muschio che ricopre le rocce. Pare che una voce arrivi da lontano ma chiara e distinta, è la voce di secoli di storia e di tribù per le quali percorrere le vie del Cielo è sempre stata una sostanziale necessità, per potersi sintonizzare con i ritmi della Terra, indissolubilmente connessi a quelli cosmici.

Ci mettiamo in attesa, il fenomeno sarà visibile solo dalle 20.15 alle 20.35. Al momento tutto è in ombra, il Quadrilithon formato dalle rocce, ha la forma di una losanga (che da sempre è associata alla fertilità femminile e al feminino sacro), i raggi del Sole entreranno all’interno della losanga proiettando, in una pietra fallica che si trova di fronte, l’immagine di una farfalla dorata.

Non appena i raggi solari si avviano a completare il percorso, ci viene istintivo prenderci per mano. Chissà se anche gli antichi popoli facevano così…  in questo modo ciascuno di noi, secondo un’antica leggenda, può provare emozioni, sensazione ed energie create dalla particolarità del luogo.

Non è possibile decifrare con certezza il significato del sito e la simbologia della farfalla. Probabilmente il rito simboleggia un “passaggio” metafisico, una “trasmigrazione”, che si verifica proprio al cambio di stagione, in una terra di confine, di cui la farfalla è veicolo e il sito la porta. Se si tratti della transizione delle anime tra il mondo dei vivi e quello dei morti, dunque un culto legato alla fertilità/nascita oppure alla morte, oppure simboleggi una trasmutazione non lo sapremo mai con esattezza. Nelle immediate vicinanze si possono notare altri resti di monoliti, tracce di muri e i resti di un’esedra, tutte strutture per le quali si esclude una funzione pratica, ma si pensa formassero tutte insieme l’area rituale.

Non sappiamo se vi abbiamo incuriosito, indubbiamente per noi è stata un’esperienza coinvolgente e particolarmente emozionante. L’estate è lunga, cercate di trovare il tempo per fare una visita.

 

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