In queste ore il veliero Amerigo Vespucci si trova nel bacino di carenaggio dell’arsenale militare de La Spezia. Dovrà essere sottoposto a un’importante serie di lavori di manutenzione prima di riprendere il mare la prossima primavera. Il signore dei mari ha compiuto il periplo del mondo durato due anni e adesso è tempo di riposo.
Noi siamo saliti a bordo in occasione delle celebrazioni del centenario del Palio del Golfo, organizzate da Italian Blue Growth. Sulla fiancata sinistra ancora era presente il palcoscenico galleggiante dove, qualche sera prima, è stato messo in scena l’opera ‘Simon Boccanegra’ di Giuseppe Verdi. Un magnifico evento al quale il Vespucci ha fatto da straordinaria scenografia.
Percorriamo la passerella e ci troviamo sul ponte di coperta in teak: chissà quante onde l’hanno bagnato durante le tempeste più impetuose. Il Vespucci per la prima volta nei suoi quasi novant’anni di storia ha doppiato Capo Horn il 5 aprile 2024, sfidando uno dei tratti di oceano più pericolosi del mondo, con venti che arrivano a forza 7 e onde possono superare i 4 metri d’altezza. Un momento storico che il veliero e il suo equipaggio si sono appuntati al petto come una medaglia al valore.
A bordo l’odore del metallo si mischia a quello del legno e del mare, dando corpo a quel sentore unico che hanno le navi che viaggiano per mesi.
I 33 chilometri di cime sono al loro posto e le vele sono ben imbrogliate ai pennoni. Non c’è nessuna vela in carbonio né in kevlar ma sono tutte rigorosamente realizzate con tela olona, una tipologia di tessuto grezzo, pesante, particolarmente resistente e a trama molto fitta.

