Ivo Aprigliano, l’uomo sul filo che osò sognare in grande

Funambolo_-foto-dal-web-credit-fotocommunity.it

Chi può essere più Stra-Ordinario di un sognatore?
Magari sfortunato nei confronti della storia che lo ha dimenticato in favore di nomi altisonanti, il sognatore non aspetta altro che essere ricordato e apprezzato per il suo impegno visionario.
Amici dell’Ordinario oggi vi raccontiamo una storia sicuramente poco conosciuta, ma molto affascinante.

Tutto comincia in una sera estiva del 1914 a La Spezia, in una brulicante e giovane Piazza Brin, edificata al centro del nuovo quartiere Umberto I nato a fine ‘800, per ospitare la manovalanza accorsa da tutto il Paese per lavorare nel moderno Arsenale Militare appena costruito.

Tutti hanno gli occhi rivolti verso il cielo e il fiato corto, per ammirare le incredibili acrobazie del funambolo Arturo Strohschneider che, da un cavo d’acciaio steso a 25 metri di altezza da un lato all’altro della piazza, compie esercizi pericolosissimi. Fra il pubblico ad ammirare l’artista, che cammina sulla fune con gli occhi bendati, che si siede in equilibrio su una sedia a mangiare, che parla con il pubblico mentre cammina sul filo con i piedi legati dentro ad un sacco, c’è anche il quattordicenne Ivo Aprigliano, probabilmente accompagnato dal fratello maggiore Ercole Salvatore. Le emozioni che prova il ragazzo sono fortissime e si trasformano in un sogno che diventa una determinazione: anche lui
un giorno deve riuscire a fare le stesse cose.

Ma la sua famiglia è di origini modeste, innanzitutto Ivo deve pensare a trovarsi un lavoro e così dopo qualche anno viene assunto all’Arsenale Militare cittadino, fiore all’occhiello della Marina Italiana, per occuparsi di attrezzature per le navi e successivamente in un reparto meccanico. Non ha rinunciato al suo sogno e giorno dopo giorno riesce a mettere da parte 120 lire, risparmiando sui pasti quotidiani, per comprare un cavo di acciaio e 2 tenditori. Inizia così ad allenarsi da solo, senza nessun maestro, inizialmente da un’altezza di 25 centimetri da terra.

Uno dei suoi posti preferiti per l’allenamento è il medievale castello di San Giorgio che domina il Golfo di La Spezia. Ad assisterlo c’è il fratello Ercole Salvatore che invece ha la passione della pittura e da quel luogo magico trova ispirazione
per i suoi dipinti. Ivo è determinato, un giorno anche lui dovrà essere in grado di fare le stesse acrobazie di Strohschneider. Quando finalmente pensa di essere pronto, si reca al palazzo comunale per ottenere i permessi per mettere in scena il suo spettacolo in Piazza Brin, ma il suo entusiasmo viene frenato: il permesso viene negato
perché manca la rete di sicurezza in caso di caduta.

Amici dell’Ordinario se pensate che Ivo abbia rinunciato al suo progetto vi sbagliate di grosso!
Il suo problema è sempre la mancanza di soldi ma la sua intraprendenza gli fa superare ogni ostacolo. Comincia così ad andare ogni sera al molo dove i pescatori a fine giornata rammendano le reti da pesca. Giorno dopo giorno impara quest’arte e impiega un anno per costruirsi la grande rete necessaria per la realizzazione del suo spettacolo.
Anche un pizzico di fortuna non guasta mai ed infatti il primario chirurgo dell’Ospedale Civile della città, colpito dalla grinta e determinazione del ragazzo, decide di finanziare il progetto.
Ora non manca più nulla. I permessi comunali vengono rilasciati. Mancano solo i dettagli. Il fratello Ercole Salvatore si occupa di dipingere i manifesti da affiggere in ogni angolo cittadino. Il vestito di scena viene confezionato e ricamato dalla fidanzata di Ercole, titolare di una scuola di ricamo. Le scarpe di pezza sono fatte su misura da un noto calzaturificio del centro storico. Ivo invece pensa a realizzate tutte le attrezzature necessarie per l’esibizione.
Ed arriva finalmente la grande sera!
E’ il 6 giugno 1922 quando in una piazza Brin gremitissima Ivo, poco più che ventenne, a distanza di 8 anni dall’esibizione di Strohscheneider, sale per la prima volta su un cavo teso a 25 metri di altezza posto fra la chiesa e il palazzo di fronte ad essa.

Funambolo_-foto-dal-web-credit-fotocommunity.it
Funambolo_ Foto-dal-web-credit-fotocommunity.it

Non possiamo nemmeno immaginare il suo stato d’animo! Gioia, paura, concentrazione, determinazione! Il suo sogno è diventato realtà! Inizia a prendere confidenza con il filo e poi inizia a fare capriole, a esibirsi con la testa avvolta in un sacco, a stare in piedi sopra una sedia posta in bilico sul cavo e a fare molte altre acrobazie. E’ un trionfo! Viene acclamato da tutti. Il giorno dopo tutti i giornali cittadini riportano articoli e fotografie dello straordinario evento. Da quel giorno suo nuovo nome è «Ivo l’uomo del filo» Ivo ce l’ha fatta! La sua esibizione viene ripetuta molte altre volte in città, arricchita da acrobazie e attrezzature nuove fino a quando comincia ad essere chiamato in tutta Italia: Chiavari, Prato, Genova, Modena, Siena, Udine, Napoli e molte altre città. I fans lo aspettano, lo ospitano, lo acclamano. E’ diventato una leggenda!

Lasciate che vi dica il segreto che mi ha portato al successo. La mia forza risiede soltanto nella mia tenacia.
(Louis Pasteur)

Condividi questa pagina:

lascia un commento