In Diretta per voi…un’altra Storia Ordinaria (7). Vita SIMulata, quando i videogames ricompongono famiglie

Vignetta

Una storia di vita SIMulata? 

Mi sono sempre trovato in difficoltà quando s’inizia a parlare di videogiochi. Non tanto perché non sia il mio campo, più che altro perché sono rimasto fermo alla generazione videoludica precedente! Per me le console si fermano con la Play tre, e pensare che fra pochi anni uscirà la Play cinque. Mi capita spesso di perdere il filo del discorso quando si passa dal parlare di Crash Bandicoot all’ultima trovata della serie Final Fantasy (l’ultimo a cui ho giocato è stato il nove), venendo a conoscenza di altri quindici capitoli che mi son perso nel corso degli anni. Così, quando mi chiesero di gironzolare per il Lucca Comics, intervistando i vari cosplayer sparsi per il torrione, iniziai a nutrire sentimenti contrastanti a riguardo. Da una parte sapevo che sarebbe stato interessante, in fondo si tratta di argomenti divertenti, dall’altra sapevo che tutti i soggetti intervistati avrebbero tirato fuori personaggi e videogiochi su cui non ero particolarmente aggiornato, riducendo l’intervista, il più delle volte, ad un: “parla a caso davanti al microfono!” .

Così eccomi al Lucca, vestito da conduttore di un programma radiofonico del sabato pomeriggio, con il mio inseparabile microfono ed una scaletta che non so se sarei riuscito a seguire al cento per cento. Intorno a me ci sono un centinaio di persone, ognuno di loro vestito da personaggi del mondo dei fumetti, alcuni palesi, altri totalmente sconosciuti! Uno di loro mi dice di essersi travestito da Niko di Monster School, del liceo magico. Fra me e me penso: CHI DIAVOLO È NIKO DI MONSTER SCHOOL? Un’altra ragazza, durante l’intervista, afferma di essersi costruita il costume sulla base di Kiruko di GoGo Heaven. Evidentemente il mondo va in una direzione mentre io corro dalla parte opposta! Nessuno al Lucca che legga i cari vecchi “One-Piece?” O li becco solo io i fumetti più strani?

Reduce da una trentina di interviste, ai più improponibili personaggi, mi muovo in direzione della “prossima vittima”.

Trovo un ragazzone sui diciassette anni, vestito da “Evroniano di PK” (Riesco a individuarlo senza che lui mi dica nulla, fumetti leggendari come quest’ultimo non posso non conoscerli!), leggermente intimidito ma molto disponibile.

Dopo una serie di domande, gli chiedo quale sia il suo videogioco preferito (come feci con gli altri), aspettandomi come risposta uno dei grandi classici, ma rimango di stucco quando sento come risposta: – “THE SIMS” – Ammetto di aver giocato a The Sims per parecchio tempo, ma non mi sarei mai aspettato che qualcuno lo definisse gioco preferito. Per chi non lo sapesse: si tratta di un simulatore di vita quotidiana, dove puoi divertirti a creare la tua famiglia ideale, fargli vivere una vita lunga, serena e felice, mandando i vari membri al lavoro e comprando oggetti costosi… Oppure fregandotene altamente del gioco, ammirando gli effetti che può causare l’abbandono di un intero nucleo di cristiani lasciato alla mercè degli eventi. In pratica puoi gestire la vita di simpatici “omini digitali”, facendogli fare tutto quello che ti passa per la mente(anche le cose più “sporche”). È un gioco tranquillo, uno di quelli da domenica pomeriggio, a cui giochi sempre serenamente. Premettendo che ha segnato un’epoca in fatto di gaming, a molti scende una lacrimuccia ripensando alla Maxis, autrice del gioco.

– “Perchè The Sims?!” – Chiedo al ragazzo. – “Qualè la cosa che più ami di quel disco?” – La cosa mi incuriosisce, lo tempesto di domande!

“So che potrebbe sembrare strano, ma ho un rapporto particolare con quel gioco. Non mi aspetto che tu capisca, ma per me significa molto! Ricordo che quel gioco lo comprò mio fratello anni fa! Io ero piccolino, andavo ancora alle elementari, giocavo ancora con i Gormiti!” – Commenta il ragazzo. “Vedevo mio fratello che ci passava le ore, ma mi sembrava noiosissimo! Non succedeva mai nulla! Poi un giorno mi chiamò perché voleva ricreare la famiglia sul gioco! The Sims lo permetteva! Modificavi il fisico, il volto, il carattere, lo facevi il più simile possibile alla realtà! In pratica creavi “un’inquietante” copia di te stesso! “Come lo facciamo il nonno? E la nonna? La facciamo magra?” Mi disse fra qualche risatina. Creammo tutti i nostri parenti, ma la partita fu molto breve. Faceva ridere giocare col fisico, vedere come sarebbero state le persone se fossero state più alte o più magre, ma il resto del gioco, all’epoca, non mi sembrava un granchè. 

Il ragazzo prosegue, continuo a registrarlo:

“Io e mio fratello abbiamo dieci anni di differenza, perciò quando iniziai ad andare alle scuole superiori lui si trasferì fuori per lavoro, non nego che fui felice di ritrovarmi con una camera in più in cui farmi uno studio, ed in più mi lasciò tutte le sue cianfrusaglie, ormai finite nel dimenticatoio con due dita di polvere: fra queste c’era anche la vecchia Play 3! Non potevo essere più felice! La presi, la aprii e dentro ci trovai proprio The Sims. La collegai alla presa del televisore, la accesi e la feci partire!”

Il ragazzo mi guarda per qualche istante, si ferma per un attimo e riprende.

“ Mi ritrovai con il vecchio salvataggio di mio fratello, quello con tutta la mia famiglia ricreata nel gioco! Mi venne un colpo nel vedere di come fossimo ancora tutti lì! Non pensar male, non pensavo sarebbero andati al bar per poi tornare allegramente ai loro posti, semplicemente mi riferivo al fatto che… Nella vita vera, nella realtà, i miei nonni morirono relativamente presto! Non riuscii mai a conoscerli, ma mio fratello sì! E quando li vidi nello schermo mi salii una grande nostalgia! Mai avrei pensato di sentirmi più grato ad una persona. Inconsapevolmente mio fratello mi aveva fatto un regalo bellissimo! Mi aveva fatto conoscere i miei nonni!” 

Rimango fermo a fissare il ragazzo come un beota, qualsiasi cosa possa dire per concludere sarebbe superfluo.

“ Spero di non esser andato fuori tema con gli argomenti!” – Mi dice lui preoccupato.

“ Tranquillo, sei stato eccezionale!”, rispondo commosso.

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