In diretta per voi…La storia dei 99 curriculum (10)

Vignetta di Daniele Saccani. Serie #Babele

“C’è mai stato un momento, nel corso delle infinite interviste che avete fatto ai vostri candidati, in cui eravate certi che la persona che stavate assumendo sarebbe stata quella perfetta fin da subito?!”, chiedo.

“Domanda peculiare!” – Risponde la recruiter, ribattendo subito dopo -“C’è stata UNA sola persona in tutta la mia carriera su cui non ho avuto dubbi…”

Ero nell’ufficio della recruiter di Parma, ormai meta fissa per il proseguimento della nostra rubrica. Si parlava dei rischi dell’assumere un nuovo dipendente. Non sai mai chi ti metti in casa.

Vignetta di Daniele Saccani. Serie #Babele
Vignetta di Daniele Saccani. Serie #Babele

Dietro alla scrivania sembrano tutti dei santi, ma appena li metti a eseguire qualsiasi tipo di attività ecco che esce fuori il loro vero “io-interiore!”, o almeno, così raccontava lei.

– “Mai fidarsi delle apparenze! È una regola fondamentale di quando si assume!” –

-“Certo che voi dell’ufficio personale siete proprio malfidati! Vedete il marcio dappertutto!” – Rispondo con un sorriso.

Lei si gira verso di me con aria di sfida, come se avessi parlato male di un suo parente.

– “Credimi se ti dico che capita novantanove volte su cento! Arriva il bellimbusto di turno dall’aria angelica, con qualche miliardo di garanzie, qualche miliardo di diplomi e abilitazioni, esperienza all’estero e poliglotta! Lo assumi dandogli massima fiducia, e poi ti ritrovi con un impiegato che non sa fare neanche mezza cosa di ciò che aveva detto! Purtroppo non c’è lavoro e la gente è disposta a tutto pur di lavorare… Certo, qualche bugia a un colloquio non è mai un problema, la si tiene sempre in considerazione! Capisco che la piccola bugia per arricchire il curriculum possa “scappare”, ma in questi casi l’assunzione di uno prevale sull’assunzione dell’altro, e la piccola bugia diventa un piccolo aiuto! Viviamo in un “Mors tua vita Mea” del mondo del lavoro! Per questo ti dico che DOBBIAMO (battendo il dito sulla scrivania) essere malfidati!” –

– “Qual è stato il candidato peggiore che avevate assunto con grandi aspettative?!” – Chiedo curioso.

-“Anni fa venne da noi un ragazzo sui diciotto anni, figlio di un’importante imprenditore della città! Era un ragazzo conosciuto, aveva anche ricevuto una raccomandazione dai piani alti! Tutto sembrava filare a suo favore. Il primo giorno mise piede in ufficio chiedendomi: Ma… Di cosa vi occupate esattamente? Non aveva la più pallida idea di chi fossimo e di che cosa ci occupassimo! Inutile dire che non fu una risorsa preziosa!” –

-“Invece, parlando di cose positive: C’è mai stato un momento, nel corso delle infinite interviste che avete fatto ai vostri candidati, in cui eravate certi che la persona che stavate assumendo sarebbe stata quella perfetta fin da subito?!” – Riprendo la domanda iniziale.

Premetto che come risposta mi sarei aspettato un candidato con caratteristiche simili a quelle di un premio nobel, conoscendo l’intervistatrice so quanto possa essere puntigliosa su questo genere di cose! Invece, rimasi stupito.

-“C’è stata UNA sola persona in tutta la mia carriera su cui non ho avuto dubbi…Si tratta di un operaio! La sua è una storia un po’ particolare. Non volevamo assumerlo, perché lui già lavorava per un’altra azienda, non aveva necessità di lavorare per noi, abitava lontano, non aveva figli, non era sposato… E lavorava per un concorrente! So che il fatto che lavorasse per un concorrente non dovrebbe influire, ma sai come funziona il mondo… Non è mai una cosa vista positivamente! Avevamo ricevuto moltissime richieste di assunzione da parte sua, per i ruoli più disparati! Come se non bastasse, ogni settimana, ogni venerdì, puntualmente, mi ritrovavo nelle mail un suo curriculum! Lo mandava ogni venerdì! Scherzavamo fra di noi in ufficio dicendo che avremmo potuto regolare l’orologio in base all’arrivo del curriculum dell’irriducibile di belle speranze! E speravamo che si rompesse i cosiddetti di mandarci delle candidature! Passò un po’ di tempo e aprendo le email, sempre un venerdì, notai l’ennesima candidatura di questo ragazzo! Per curiosità decisi di fare una ricerca filtrata con il programma delle mail…Ci aveva mandato novantanove curriculum. Novantanove!Normalmente direi che gli diedi fiducia, la realtà è che mi prese per sfinimento! Gli telefonai, lo invitai per un colloquio. Da quando mise il piede dentro l’ufficio capii che lo avremmo assunto.Gli feci una sola semplice domanda: Perché ci hai mandato novantanove curriculum? La sua risposta fu altrettanto semplice: Perché il mio sogno è sempre stato quello di lavorare per voi! Oggi, quell’uomo, è uno dei nostri dipendenti migliori!” –

Rimasi ad ascoltarla fino alla conclusione. Finalmente potevo sentire una storia a lieto fine!

La testardaggine a volte ripaga, basta seguire il proprio istinto per ottenere ciò che si è sempre sognato! Certo, una buona dose di fortuna non guasta mai, ma se si persevera con costanza e intelligenza, non c’è neanche bisogno di aggiungere quelle piccole bugie necessarie, basta rispondere in modo “semplice” a domande “semplici”.

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