Le avventure di Behemoth (2) – Inverno e primavera o primavera e inverno?

Oggi rimango sul divano di casa, voglio raccontarvi una storia, ovvero come gioca l’inverno con la primavera.

Guardo fuori dalla finestra, le gemme sugli alberi si gonfiano, il sole è tiepido. E’ una sensazione di pace, di forza, la natura crea energia e si prepara all’esplosione di vita della primavera. Nonostante questo i colori dominanti sono ancora il grigio del fango e della polvere, le auto con pneumatici invernali chiodati macinano l’asfalto. I tronchi ed i rami spogli sono marrone scuro, la terra nuda è nera, impregnata di acqua. In questa atmosfera le gemme sono di color rubino e chiare, si gonfiano, si muovono. I crochi iniziano a bucare il terreno, gli iris nelle aiuole tagliano la coltre di foglie che si è depositata durante l’autunno scorso. La temperatura non è ancora gradevole, ma tutto presagisce un inizio di primavera, anche l’odore dell’aria cambia, l’umidità diffonde i primi profumi di rinascita.

Arriva poi la neve, una tempesta, forte, intensa, il vento spazza le strade, gli alberi danzano nervosamente sospinti da raffiche che graffiano tutto e nascondono tutto ciò che stava nascendo. In una notte quasi trenta centimetri di neve. Nel giro di pochi minuti i prati, che iniziavano a diventare verdi, diventano bianchi, silenziosi. Il sole è freddo, invernale, in pochi minuti la luce lascia spazio al nulla. Tutto è abbracciato dal vento e dalla neve, è così fitta la neve che sembra di essere in mezzo alla nebbia. Il vento spinge i fiocchi congelati direttamente negli occhi e bisogna rinchiudersi in sé stessi. Non c’è altra scelta, è necessario ripararsi.

Passa un giorno, la tempesta è finita, tutto è bianco e si ricomincia a sentire l’odore di vita. Vedo le persone nei parchi che passeggiano, i bimbi giocano con la neve attesa da tutto l’inverno. La temperatura è gradevole, ma tutti portano ancora scarpe invernali e sono vestiti come se fosse pieno inverno. Sono poche le persone che aprono le proprie giacche. Praticamente nessuno. Non capisco perché nonostante i 10°C tutti vadano vestiti come se ci fossero -20°C, bah ho sempre meno fiducia nell’intelligenza delle persone e nella loro capacità di adattamento, sembra che tutti seguano ciò che fanno gli altri senza ragionare con la propria testa.

Sono le due del pomeriggio e la giornata ormai è pienamente primaverile. La neve si scioglie velocemente, i mezzi spazzaneve hanno oramai pulito tutte le strade e anche i marciapiedi sono perfettamente agibili. E’ stato solo un ricordo d’inverno, ma la primavera è ormai una realtà.

Sono le tre e il cielo si fa scuro, di quel grigio plumbeo che non promette nulla di buono. La temperatura nel giro di mezz’ora cala di dieci gradi, la neve smette di sciogliersi, arriva un’ondata di nuovi fiocchi ghiacciati bianchi, violenta, improvvisa, si accanisce su tutti e su tutto. Gli uccelli che erano usciti per cercare provviste e piccoli rametti per sistemare il nido si rinchiudono al riparo dei loro rifugi. Le persone che consideravo stupide in realtà erano semplicemente a conoscenza che la primavera necessita tempo per vincere. L’inverno tenterà fino alla fine di allungare le sue mani su tutta la città. Avevo dato un giudizio troppo frettoloso. Le persone poco protette cercano riparo, un posto caldo dove far passare l’ennesima tempesta. Tutti gli altri invece tranquillamente si incamminano verso casa ad aspettare che la primavera vinca. Vincerà, tutti lo sanno, ma ci vuole tempo. Bisogna far stancare l’inverno, bisogna farlo sfogare, bisogna far esaurire l’energia che ha nel suo ventre. La primavera attende, non ha fretta. Tutto è pronto, tutto è protetto, gemme e piante sono ferme in attesa del via. I fiori sono al riparo sotto strati di foglie che impediscono a loro il congelamento.

I giorni si alternano così, ormai le persone non credono più al falso sole invernale, sanno che si deve aspettare. La primavera arriverà. La neve si deposita e si scioglie a giorni alterni. Spesso l’acqua non ha tempo di essere assorbita da strade e terreni, i marciapiedi diventano quindi lastre di ghiaccio dove anche io, con le mie zampe, faccio fatica a camminare. Gli artigli scivolano sul ghiaccio, la neve è pesante, bagnata e si ghiaccia subito dopo il contatto con la mia pelliccia. L’inverno non molla, ma la primavera è lì, seduta, in attesa. E’ inutile sprecare energia, il lavoro è già stato fatto e si deve solo aspettare.

Sono ormai due giorni che non nevica, dopo due settimane sembra che l’inverno si sia stancato, passano cinque giorni ma niente si muove. Vuoi vedere che l’inverno ha ucciso tutto, quei germogli che aspettavano nel profondo delle gemme probabilmente non ce l’hanno fatta? Guardo gli alberi, guardo i prati, tutto è fermo, cristallizzato, non si muove niente, inizia a piovere.

Passa ancora qualche giorno, non capisco, il sole scalda, ma non succede niente, sembra che la paura l’abbia vinta. Tutto è fermo, marrone, grigio, senza vita. Noto però che l’erba ha già cambiato colore, non è più quel verde marcio invernale, ma al suo interno spunta un delicatissimo e fragilissimo filo di un verde chiaro, non mi sembra che questa sia la forza della primavera, mi aspettavo qualcosa di più travolgente, un’onda che cambia tutto. Quello però è esattamente ciò che fa l’inverno, potente, con una forza che può distruggere qualsiasi cosa in pochi minuti. La primavera è diversa: calma, delicata, soave, potrebbe morire da un momento all’altro, ma l’onda impercettibile è inarrestabile. Pochi giorni dopo tutto è diverso, il verde ha sopraffatto tutto. Non me ne sono accorto, ma la primavera è arrivata, ha vinto, l’energia esce pian piano senza proclami, senza farsi notare, ma senza fermarsi. Ora sono a passeggio in un bosco lussureggiante e profumato. Le foglie degli alberi proteggono il terreno dalle intense piogge primaverili, e i fiori possono iniziare ad attirare gli insetti. Tutto è perfettamente equilibrato, integrato, ogni piccolo elemento che cresce ha il suo tempo e la sua motivazione.

Cari Amici, la letteratura russa è zeppa di storie popolari che raccontano queste due forze potenti che si scontrano e si combattono, ma alla fine si crea un equilibrio e nessuno vince veramente. L’inverno cede il posto alla primavera, non muore. L’energia, la neve e il ghiaccio che ha rovesciato violentemente sulle nostre vite sono diventati l’acqua che ha nutrito le radici di fiori ed alberi. Si può quindi ricominciare. 

In fede,

il sempre vostro, Behemoth.

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