Emozioni d’Italia (2). Livorno, la magia della Terrazza Mascagni al tramonto

terrazzo mascagni

Osservo il mare con i gomiti appoggiati al parapetto della terrazza Mascagni.
Alcuni bambini giocano a rincorrersi, qualcuno vola sui pattini, qualcun altro, seduto lì a pochi passi su di uno sgabello malmesso, estrae dalla custodia una chitarra.
Solcano le lievi increspature delle onde generate dal vento come frecce delicate quelle note.
è un giorno come tanti direbbero in molti, per me, è un giorno che non ritorna.

Tu cammini a Livorno e hai sempre il mare lì di fianco.
Quello specchio cristallino si stiracchierebbe all’infinito se non fosse per i lembi di terra delle isole dell’arcipelago di cui deve prendersi cura.
la Gorgona è lì ad un passo, persino l’Elba quest’oggi si scorge bene,
non c’è foschia.
Il mare qui è uno di casa, un amico fidato a cui puoi raccontar tutto.

è calmo quest’oggi, disteso, e sorride benevolo accarezzato dai raggi tiepidi del sole del tardo pomeriggio.
faccio due passi, cullato dallo sciabordio delle onde e dalle note cristalline di quella chitarra che ormai sono tutt’uno col mondo.
Entro in un bar e ordino il caffè.
– Ciao bello ‘ome lo voi?-
-Lo prendo da asporto grazie.-
-Deh, grazie a te!-
Il bello della gente di qui, e posso dirlo con una certa cognizione di causa dato che io stesso ho un po’ di sangue livornese- mio padre ci è nato e cresciuto assieme ai miei nonni- è che il mare, i livornesi, ce lo hanno proprio dentro.

terrazza mascagni livorno
La Terrazza Mascagni di Livorno al tramonto_Ph. Marco Pellegrini

Nel loro carattere ritrovi il sereno e la gioia di una giornata come questa ma anche la tempesta di quei libecci paurosi in cui i flutti finiscono in strada e allagano gran parte della terrazza.
Il vento mugghia, le onde sbattono, il cielo turbina e la pioggia cade di traverso.
Capitano a tutti le giornate storte, ma qui passano prima.
La quiete dopo la tempesta è quiete vera e i dissapori si seppelliscono con una pacca sulle spalle e due discorsi a bischero.

Il mare di Livorno è un inno all’esistenza intonato da alcuni gabbiani e musicato dalle onde.
Una musica che è sempre nuova, eppur se stessa, come un raggio di sole, un sospiro di vento.
Come quel bacio d’amore che rinnova ogni giorno la promessa, una parola delicata, un sorriso, un abbraccio.
Come la vita.
La gente passeggia senza fretta divertendosi con gli occhi a osservare i giochi prospettici della pavimentazione della terrazza.
Le apuane, sullo sfondo, si stagliano contro l’azzurro del cielo simili a giganti fieri che si affacciano sulla costa con espressione speranzosa.
Rimango ancora un po’ a guardare il sole dissetarsi per l’ultima volta tra le onde, mentre sorseggio le ultime gocce di quel liquido intenso e avvolgente.
Fanno buono anche il caffè a Livorno.

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