Andrea Laurenzano, rapporto uomo-natura? Con Naturaliter lavoriamo da sempre per il rispetto e l’amore per l’ambiente

Ho conosciuto Andrea Laurenzano a fine aprile 2015 grazie a quegli strani incastri che la Vita mette insieme come un tetris del destino. Contrariamente alla solita ostilità che Dea Fortuna mi riserva più o meno da quando sono nata, a febbraio del 2015 mi chiama una mia lontana parente per dirmi che, se volevo, mi avrebbe ceduto un buono per una quattro-giorni di trekking nella Calabria greca, vinto con un biglietto a una borsa del turismo. Incredula ma felice, ovviamente accetto, prendo ferie e, due mesi dopo, parto.

Il 29 aprile arrivo a tarda sera in uno dei borghi più belli d’Italia, Bova, e subito, visto l’ora, mi fanno accomodare, insieme ai miei compagni di viaggio – vincitori anche loro del famoso biglietto e per me, perfetti sconosciuti –  al tavolo del ristorante grecanico Cooperativa San Leo, e vengo letteralmente viziata con ogni tipo di prelibatezze. Tra i vari ricordi, ammetto che quello delle polpette di ricotta ha il sopravvento. Quella sera conosco finalmente di persona Andrea, guida escursionistica di Naturaliter, all’epoca società cooperativa oggi, da poco, anche agenzia di viaggi e tour operator. Ma conosco al contempo tante altre belle persone: tutte le guide, i due Angelo, Antonio, i due Natale, gli speciali cuochi Biagio e Anna, i fondatori Ugo, Mimmo e Pasquale, ma sopratutto entro in una realtà fatta di amore e rispetto per la natura, di riscoperta delle tradizioni e del nostro Belpaese, di viaggi che non solo ti fanno scoprire usi, costumi, cibi mai provati prima rigorosamente a km0, nuovi modi di “alloggiare” per connetterti alle persone del luogo in cui ti trovi ma che ti fanno anche ricollocare i giusti valori all’interno della tua stessa vita.

Confesso che da quel 2015 di viaggi con Naturaliter (https://naturaliterweb.it/) ne ho fatti molti altri, alcuni di essi ci hanno addirittura permesso di fare importanti servizi per L’Ordinario. A Cipro, con alcuni gruppi di escursionisti ospiti, abbiamo fatto addirittura il recupero dei rifiuti lungo il cammino. Così, in questi giorni di emergenza sanitaria e di quarantena forzata, in cui le persone sembrano scoprire per la prima volta quanto ingrati siamo stati con la Natura e quanto il rispetto o meno che le offriamo possa influire anche sulla nostra salute e benessere, Andrea e il team di Naturaliter diventano uno dei migliori esempi che io conosca per parlare di uomo e natura, di lavoro e sostenibilità.

La forza di questo progetto, iniziato nei primi anni ’90, è incredibile: da qui sono nate collaborazioni con tante realtà, anche all’estero, si sono ristrutturate, valorizzate e messe insieme tante aree di interesse storico-culturale, create nuove realtà come appunto, il ristorante grecanico https://coopsanleobova.it/, sono stati assunti giovani calabresi che hanno così potuto scegliere di non abbandonare il luogo di origine e, addirittura, riportato in vita sentieri di importanza storica come il Sentiero dell’Inglese (un progetto che Naturaliter ha portato avanti insieme alla Compagnia dei Cammini https://www.cammini.eu/).

Ma lasciamo che sia Andrea Laurenzano ha raccontarci tutto in questa intervista:

 

Caro Andrea, benvenuto su L’Ordinario e grazie per la tua disponibilitàQuesta pandemia, tra le varie cose, ha ricollocato al centro del dibattito il rapporto uomo-natura, dimostrando quanto maltrattare la natura influisca sulla nostra salute. Che cosa ne pensi?

“Ciao Romina e un caro saluto a tutti coloro che seguono l’Ordinario. In questo periodo di paure, indecisioni e di lunghi periodi trascorsi in casa, molti di noi si sono resi conto, o, meglio ancora, hanno cominciato a riflettere seriamente sul fatto che probabilmente noi umani ci siamo illusi di essere i padroni dell’universo. Abbiamo perso quasi completamente il nostro rapporto con la natura o, meglio, abbiamo dimenticato di rispettarla. E forse anche i rapporti con gli altri.

Basti pensare alle corse giornaliere, le code nei supermercati e, in generale, in tutti i negozi e/o uffici, la pazienza spesso persa dentro una macchina mentre ci troviamo “incastrati” nel traffico, l’occupazione di tutti gli spazi possibili lasciandone sempre meno per la natura e per gli animali. Ad un certo punto però, col covid-19, siamo stati costretti a fermarci, a scomparire, ma tutto il resto è rimasto come prima: la terra, il sole, gli alberi e gli animali hanno continuato il loro percorso o magari si sono ripresi gli spazi che abbiamo lasciato liberi. Mi colpiscono molto le immagini che arrivano da tutto il mondo dove si vedono gli animali “selvatici” in giro per i luoghi occupati solitamente dagli umani. Questo ci insegna che è necessario aprire una riflessione seria su come permettere alla natura di fare il suo corso convivendoci senza danneggiarla, senza maltrattarla e ristabilendo il rapporto con lei così come lo avevano i nostri nonni. Se saremo in grado di fare ciò allora si che “andrà tutto bene!”

Tu dell’amore e del rispetto per l’ambiente, la natura e il territorio ne hai fatto un lavoro, dando vita, insieme ad altri, a Naturaliter. Ci racconti come è nata questa realtà?

“L’amore e il rispetto per l’ambiente, la natura e il territorio mi è stato trasmesso dai miei genitori e dagli anziani abitanti del mio paese, Bova (Reggio Calabria). Ricordo sempre che quando abbiamo iniziato a muovere i primi passi e ci sentivamo un po’ spavaldi ci dicevano: “fate attenzione con la montagna perchè può farvi male, rispettatela ma non pensate di essere il Padreterno”.

Ripensandoci oggi non posso che dire che quelle erano delle Sante parole! Come molti giovani del mio territorio, finiti gli studi, la prima cosa che saltava in mente era quella di fare la valigia ed emigrare. Io ho avuto la fortuna, intorno agli anni 1992/93, d’incontrare persone – Pasquale, Ugo e Mimmo – solo per citarne alcune, che stavano pensando a come poter trasformare una passione per la montagna e per il cammino in una possibile attività. Mi sono subito avvicinato a loro e al cammino. I primi anni sono stati difficili, anche in famiglia mi dicevano che questa non poteva essere una prospettiva di lavoro. Ma così non è stato, man mano, tutti insieme, abbiamo iniziato a crederci sempre di più fino ad arrivare a coinvolgere tante altre persone in questo nostro percorso. Oggi siamo una bella realtà e a volte, quando ci ripenso, mi vengono in mente i primi camminatori arrivati in Aspromonte dalla Germania, i commenti delle persone che, perplesse, ci vedevano andare in giro a piedi e non con le macchine e perché no.. anche qualche rimprovero dei miei genitori perché non ero mai a casa!”

Andrea Laurenzano in uno dei trekking someggiati, ovvero accompagnati da asini, mentre controlla le gambe del suo Amico

Si può dire che l’ospitalità diffusa e il turismo sostenibile l’abbiate inaugurato voi….

“Possiamo dire che sicuramente siamo stati tra i primi in Aspromonte e forse in Calabria ad avere pensato ad un’idea di turismo sostenibile. Mentre l’idea dell’Ospitalità Diffusa nasce proprio con noi in Aspromonte ed è stata il frutto di tre anni di attività di animazione (1990/1993) locale in Aspromonte, attuata dal WWF Italia nell’ambito del programma pilota CADISPA. Nell’ambito di questo progetto è stato realizzata una attività di ricerca-intervento da parte della società Eco & Eco di Bologna, su incarico del WWF Italia che ha consentito di definire il progetto.  In seguito, e sempre nell’ambito del CADISPA, è stato riscoperto e valorizzato un antico itinerario, denominato il Sentiero dell’inglese, in quanto venne percorso nell’estate del 1847 dal viaggiatore/paesaggista inglese Edward Lear. Da qualche anno il Sentiero dell’Inglese è stato rilanciato grazie alla sinergia tra Naturaliter e la Compagnia dei Cammini. (E’ possibile trovare maggiori informazioni su: www.sentierodellinglese.it) Ci tengo molto a ricordare che l’Ospitalità Diffusa nasce dal basso e soprattutto grazie alla collaborazione delle famiglie dei piccoli borghi dell’Aspromonte Greco; tra queste hanno avuto un ruolo importante le famiglie Cuppari e Traclò”.

Punto segnato del Sentiero dell’Inglese
Andrea Laurenzano sul Sentiero dell’Inglese

Il vostro motto è ‘Chi va veloce non vede nulla’. Quanto ci perdiamo nella nostra vita frenetica? E quanto invece, secondo te, il camminare ci ricolloca mentalmente nei giusti valori, anche rispetto a noi stessi?

“Il nostro motto “chi va veloce non vede nulla” vuole essere un invito a vivere con lentezza anche il cammino tra i sentieri. Solo così si potrà vivere appieno quello che la natura ci offre, così come sarà più facile ritrovarsi con se stessi e riflettere sul proprio rapporto con tutto ciò che ci circonda. Spesso nella vita frenetica ci si dimentica degli altri o forse anche dei problemi, ma anche delle bellezze del mondo in cui viviamo. Comprendo che oggi è difficile rallentare e chi come me fa questo lavoro può ritenersi fortunato, ma mi auguro che sempre più persone riescano a trovare dei “momenti lenti” nel corso delle giornate!”.

Voi avete iniziato la vostra attività (che poi si è espansa in tutta Italia e anche all’estero) in Aspromonte, in Calabria. Tra i vostri valori imprescindibili c’è anche quello della valorizzazione dei territori “dimenticati”, del recupero delle tradizioni e dell’assumere i giovani affinché non lascino la propria terra d’origine… Come ci riuscite?

“Direi che, per prima cosa, ci mettiamo tanta passione, tanto amore e soprattutto il nostro obiettivo è quello di coinvolgere le comunità locali. In ogni territorio che attraversiamo ci piace organizzare incontri ed eventi interattivi con le risorse umane presenti, come ad esempio con i pastori, gli artigiani, animatori etno-musicali, giovani imprenditori, associazioni ecc.ecc. Cerchiamo di avvicinare quanto più possibile i giovani locali in questa nostra attività, partiamo prima dai rapporti umani, dall’amicizia e dal confronto, per poi arrivare ai rapporti professionali. Dallo scorso anno, quando è possibile e quindi compatibilmente con la scuola, anche per evitare di essere rimproverati dai genitori, abbiamo iniziato a coinvolgere anche i più giovani ovvero sui 12/13 anni. Tre di loro sarebbero già in grado di accompagnare dei piccoli gruppi, lasciamogli il tempo e chissà….”

Andrea, tu che sei il Responsabile per i viaggi a piedi in Italia di Naturaliter, incarni anche tutto quello che abbiamo detto finora: vivi al nord, lavori al sud e in tutta Italia, hai ben tre figlie (femmine), un lavoro ormai globalizzato, ti dividi tra tutte queste cose, ma non tradisci mai i valori che ogni giorno trasmetti con Naturaliter e cerchi di vivere “lento”. Come ci riesci?

“Forse questa è la domanda più difficile, o forse non mi sono mai fermato abbastanza a riflettere sulla mia vita. Sarà perché mi piace troppo? Posso solo dire che non cambierei nulla di questi mie primi 46 anni”.

Per colpa di questa pandemia avete perso tutta la stagione di trekking  primavera-estate e anche quella autunnale è in forse. Come sopravviverete? Lo Stato vi aiuterà? Cosa farete?

“Purtroppo questa pandemia ci ha colpito alle spalle come del resto ha fatto con il mondo intero. Avevamo in programma una bella stagione primaverile con tanti cammini da condividere con numerosi gruppi e amici, al momento abbiamo annullato tutti i viaggi fino alla fine di Giugno. Poi valuteremo cosa fare, siamo sicuri di avere la forza per riprenderci e rimetterci gli scarponi ai piedi. In questo periodo abbiamo ricevuto tanta solidarietà da parte di tanti gruppi, molti hanno confermato i viaggi ma da fare nel 2021, altri ci chiedono come possono darci una mano, insomma non abbiamo perso i contatti con nessuno e questa è una cosa molto bella per noi. E poi quello che trovo straordinario è che tutte le guide che collaborano e lavorano con noi hanno capito il momento di difficoltà e si sentono ancora di più parte integrante di Naturaliter. Stiamo “sfruttando” questo periodo per imparare la nostra antica lingua ovvero il greco di Calabria, stiamo tirando fuori nuovamente le tende, insomma siamo attivi e pronti!”

Ti salutiamo con la nostra domanda di rito: che cosa è Stra-ordinario nel tuo quotidiano?

“In questo momento godermi la mia famiglia e pensare al momento in cui potremo riprendere i nostri cammini. Per concludere è vero che siamo a casa ma è anche vero che continuiamo le nostre relazioni sociali anche se tramite un telefono o un pc; i rapporti rimangono e questo è stra-ordinario e, proprio per questo, a mio avviso è sbagliato parlare di distanziamento sociale, magari potremmo utilizzare il termine distanziamento fisico?

Buon cammino a buona vita a tutti e grazie!”

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