Bentrovati cari amici dell’Ordinario, proseguiamo il nostro viaggio alla ricerca di luoghi in cui la natura e la storia disegnano percorsi spettacolari, calpestando pietre vecchie di secoli, affacciandoci da terrazze naturali e immaginando chi ha percorso quei siti prima di noi.
Dove vi portiamo questa volta? Siamo in Liguria e precisamente nel Comune di Calice al Cornoviglio (Sp), oggi abbiamo scelto di andare a visitare il piccolo borgo di Madrignano ma soprattutto il suo imponente castello, anche questo appartenuto alla famiglia Malaspina.
Usciamo al casello di Brugnato-Borghetto di Vara dell’autostrada Genova-Livorno, giriamo a sinistra direzione La Spezia, superiamo Borghetto di Vara, Boccapignone e Stagnedo, giriamo nuovamente a sinistra e attraversiamo il Fiume Vara sul Ponte di Padivarma, infine proseguiamo verso Ceparana fino a Piano di Madrignano. Qui abbiamo due scelte: salire a piedi lungo la strada asfaltata in mezzo al verde e con scorci spettacolari sulla vallata del fiume Magra oppure arrivare direttamente con la macchina nel borgo di Madrignano. Vi confesso amici, che noi siamo saliti in macchina, il tempo minacciava pioggia e non ci siamo fidati.
Comunque tranquilli, in paese si parcheggia tranquillamente.
Cosa ci aspetta una volta arrivati sù?
Se siete dei camminatori e appassionati di trekking, siete arrivati nel posto giusto, proprio da qui parte il raccordo n. 80 dell’Alta Via dei Monti Liguri, che collega Madrignano con il passo Alpicella: l’itinerario (sentiero n. 11 del CAI) sale per una vecchia mulattiera lungo un contrafforte boscoso, poi prosegue su una strada che aggira a sud e ad est il Monte Alpicella, alternando tratti boscosi ad altri aperti e panoramici, il tutto perfettamente segnato e tracciato.
Se invece amate la storia venite insieme a noi, vi portiamo indietro di qualche secolo.
Scendete dalla macchina, subito un’indicazione in pietra vi dirà che siete arrivati al Castello Malaspina di Madrignano, vi basterà alzare lo sguardo e lo potrete vedere proprio appena più in alto di voi. Lasciate perdere l’ascensore che in teoria dovrebbe portarvi sù, ci sembrava non funzionante, ma in ogni caso andare a piedi è stato molto più bello.
Un breve percorso asfaltato vi porterà nella piccola piazza del borgo, sulla quale si affaccia la Chiesa dedicata a Santa Margherita e Nicolò, (l’abbiamo trovata chiusa che peccato!).
Ancora una volta vi consigliamo di alzare lo sguardo, lo spettacolo del castello è fantastico.
Sulla sinistra sale una scala a gradoni in pietra, iniziamo a percorrerla, sono solo cinque minuti di salita e prima ancora di arrivare all’ingresso del Castello, vi troverete su una terrazza panoramica da togliere in fiato. Sotto i vostri occhi si sviluppa come un serpente il fiume Magra, tra borghi, boschi e colline e lo sguardo si perde laggiù in fondo, dove si vede il mare. Bellissimo per scattare foto ma anche solo per rimanere un poco in silenzio a contemplare la bellezza della natura.
Questi potenti di una volta non sbagliavano un colpo quando decidevano dove costruire i loro castelli.
Vi lasciamo qualche informazione storica estratta direttamente dal sito internet del Comune di Calice al Cornoviglio:
«Le prime citazioni risalgono al 1164 quando Federico Barbarossa concesse il castrum Madrognani ad Obizzo Malaspina anche se, molto probabilmente il castello fu edificato in un tempo anteriore a quel documento. Dal 1206 la proprietà sul feudo di Madrignano e del relativo castello passa alla famiglia Malaspina che ne mantenne il dominio fino al 1416, anno dell’assalto e distruzione operata dalla Repubblica di Genova negli scontri che interessarono tutto il territorio feudale dei Malaspina. Passato nelle mani dei conti Fieschi per un breve periodo, ritornò nelle mani dei Malaspina che lo mantennero per circa tre secoli. Il castello di Madrignano dovrà ancora subire tra il 1705 e il 1706 una seconda e definitiva distruzione (a cui non seguì una nuova ricostruzione, ma solo un riadattamento delle parti ancora in buono stato) durante gli scontri tra gli eserciti franco-spagnoli con gli imperiali austriaci (guerra di successione spagnola). Il maniero sarà sotto assedio per ben dodici giorni con danni tuttora visibili. Dal 1772, così come il castello di Calice al Cornoviglio e i possedimenti vicini, la proprietà rientrò nei confini del Granduca di Toscana seguendone le sorti. Con il Regno d’Italia il castello fu adibito a prigione e caserma. Danneggiato dal terremoto del 1920 che colpì la Garfagnana e la Lunigiana, subì ulteriori danneggiamenti nei diversi bombardamenti aerei alleati nella seconda guerra mondiale.»
Ma le tracce storiche in quest’area non si limitano a quelle magnificenti del Medioevo: sono infatti consistenti, più che in ogni altro luogo della regione, i segni dell’antico popolo dei Liguri, che abitavano queste terre, soprattutto nell’interno, ancora prima dell’arrivo delle truppe romane. Si tratta dell’antico “popolo del Cigno”, che ha lasciato una traccia importante con la necropoli di Genicciola, testimonianza non solo degli usi sepolcrali, ma anche della vita quotidiana delle antiche genti di Liguria.
I lavori di restauro del castello, tuttora in corso, sono finalizzati alla realizzazione di un Centro studi e museo per ospitare i reperti ritrovati nella necropoli.
Purtroppo vuoi perché era domenica, vuoi per le restrizioni imposte da lockdown, tutto il complesso era chiuso, ci siamo ripromessi di contattare direttamente il Comune per vedere se ci offrono la possibilità di accedere ai locali. Sarebbe per noi una ghiotta occasione per vedere qualcosa di veramente interessante.
Un consiglio Ordinario: Prima di andare via non dimenticate di farvi un giretto per il paese.