Via Francigena tappa 30, da San Miniato a Gambassi Terme

La tappa numero trenta della Via Francigena attraversa le colline tra San Miniato e Gambassi: prati spazzati dal vento e crinali disegnati da cipressi. Attraversiamo a piedi per voi le province di Pisa e Firenze attraverso la via tracciata dai pellegrini dell’Alto Medioevo.

La via Francigena sta diventando molto popolare da quando nel 2001 l’Associazione Europea delle Vie Francigene (AEVF) ha iniziato la promozione e la sistemazione dell’antica Via dell’arcivescovo Sigerico che, nel 990 d.c., viaggiò da Roma a Canterbury annotando le 79 tappe in un diario. Da allora la via Francigena è stata una dei percorsi dei pellegrini europei che andavano a Santiago de Compostella, a Roma o Gerusalemme. Negli ultimi anni è stata ripristinata e valorizzata e, ora, è un percorso di 1800 km che, attraverso strade secondarie, ci fa conoscere luoghi invisibili a chi viaggia in auto. Lo scopo dell’associazione, affiancata da una S.r.l., è di valorizzare e diffondere il turismo sostenibile lungo le strade europee appoggiando il concetto di Slow Tourism.

La via Francigena è segnalata perfettamente; dal sito, e con la relativa app, è possibile avere tutte le informazioni per pernottamenti, punti d’acqua, attività convenzionate e per le tracce GPS di tutti i percorsi. Ovviamente vi consigliamo di alloggiare in ostelli, parrocchie o conventi, per avere la possibilità di incontrare altri viaggiatori e passare delle serate in compagnia di persone che hanno scelto di camminare per poche ore o per svariati giorni: dal professionista che ha raggiunto limiti di stress altissimi per il lavoro e si trova a dover ricostruire sé stesso, a semplici appassionati di trekking. Durante il viaggio si incontrano persone di tutte le nazionalità, che hanno camminato sui sentieri di mezzo pianeta, oppure turisti in gruppo che godono di una passeggiata di poche ore prima di approfittare degli straordinari gusti della cucina italiana.

Noi de L’Ordinario abbiamo passato sulla Francigena una settimana e… 4 tappe, da San Miniato a Monteriggioni…sì ce la prendiamo comoda! Non abbiamo fretta e non dobbiamo fare nessuna gara, i camminatori professionisti ci sorpassano, noi passiamo i gruppi turistici. Facciamo due chiacchiere con persone che probabilmente non vedremo più nella nostra vita, una condivisione estemporanea con sconosciuti, spesso da soli, questi sono i veri motivi del viaggiare per noi: condivisione e lentezza.

TAPPA N. 1

Partiamo da San Miniato, provincia di  Pisa: ci aspetta una giornata intera di cammino! La tappa fino a Gambassi Terme è di 24 km circa e ci prendiamo abbondantemente tutta la giornata per goderci il paesaggio, il cammino, le chiacchiere, il cibo e il sole. Siamo arrivati a San Miniato la sera prima in treno e con un comodo autobus locale abbiamo raggiunto l’ostello dove alloggeremo la prima notte. Conviene chiamare al telefono le strutture, oppure scrivere una e-mail, spesso questi posti non esistono nei normali canali di prenotazione di case o alberghi.

 

Molte strutture accettano pellegrini solo con la Credenziale, ma di cosa si tratta? La Credenziale è un piccolo passaporto che si può comprare in molti uffici turistici o strutture di accoglienza, trovate l’elenco completo sul sito (www.viefrancigene.org/it/credenziali). Questo passaporto vi permette di avere sconti in strutture convenzionate, sui viaggi in treno nelle regioni della Via Francigena e, cosa più importante, vi permette di sostare nelle strutture delle parrocchie e monasteri. Spesso sono molto piccole e accolgono solo i pellegrini con la Credenziale, nei periodi di alta stagione è difficile trovare posto, ma fuori dai maggiori picchi turistici sono luoghi fantastici per incontrare le poche persone che camminano lungo i percorsi dell’Arcivescovo Sigerico. Torniamo a San Miniato, nel nostro ostello, per una notte, con terrazza sulle colline toscane. Siamo soli in camera, l’ostello è nuovo e pulitissimo, ci accolgono, facciamo le registrazioni dei documenti e siamo pronti per camminare fino alla torre di Federico II. L’ora è quella del tramonto dell’ultima settimana dell’ora solare, il sole si nasconde dietro le Alpi Apuane, il vento è teso, si tratta solo di un preavviso di ciò che ci aspetterà domani, il vento sarà un nostro compagno inseparabile. L’aria è tersa e la vista spazia per svariati chilometri in tutte le direzioni, i colori del cielo cambiano velocemente dal giallo al rosso al viola fino al blu intenso dell’oscurità, la notte scende su di noi, è ora di cena e di prepararci per il cammino.

 

Non siamo escursionisti di professione, la mattina è tranquilla e lenta, caffè e biscotti e tappa al negozio locale per i panini imbottiti, alle 9:30 il cammino inizia. Dopo un’ora circa di discesa lungo la strada asfaltata imbocchiamo a sinistra il sentiero, cammineremo per tutto il giorno lungo i crinali delle colline che circondano la Val D’Elsa. I panorami sono i classici toscani, il vento ci accompagna per tutto il percorso e il sole è inusualmente caldo per questo periodo dell’anno, a fine giornata avremo già preso il tipico colore del pellegrino. La prima sosta è sotto a un fantastico leccio, solitario, ai bordi di un campo, maestoso e imponente. Lungo la via esistono delle piccole cassette con il necessario per il primo soccorso, garze, disinfettanti, siringhe e cerotti sono disponibili gratuitamente per i pellegrini, nessuno chiede nulla, non ci sono chiavi, non esistono serrature, se ne avete bisogno prendete, se non ne avete bisogno rispettate. Troviamo ai piedi dell’albero due pentole una sull’altra, al loro interno un libro chiuso in una busta di plastica, è il diario del pellegrino. Possiamo scrivere il nostro augurio o i nostri pensieri, questo piccolo quaderno raccoglierà tutti gli scritti e sarà un libro collettivo che qualcuno un giorno leggerà, oppure no. Scriviamo i nostri pensieri e proseguiamo.

Il paesaggio cambia, i boschi si fanno piccoli e fitti, querce e noccioli creano un tunnel sopra di noi, il vento ci accompagna per tutta la giornata senza mai farci sentire il calore del sole, un aiuto durante i crinali brulli e assolati del territorio toscano; l’ombra è rara e l’acqua non è frequente in questi territori. Arriviamo alla Pieve di Coiano, incontriamo un gruppo di studenti delle elementari che dopo una breve passeggiata nei boschi intorno alla chiesa rientra a casa con i loro scuolabus. Alla Pieve c’è un piccolo punto ristoro, acqua e panchine, possiamo goderci i nostri panini con la mortadella acquistati la mattina a San Miniato, facciamo due chiacchiere con una persona di Udine, un uomo con cui abbiamo iniziato a parlare in Inglese e solo dopo ci siamo riconosciuti come italiani entrambi. Non dirò nomi o riferimenti, le persone non sono riconoscibili, non è importante, sono attimi della nostra vita, uomini o donne con cui condividiamo pochi istanti o al massimo poche ore, condivisioni estemporanee, noi per loro e loro per noi. Altre tre ragazze arrivano e usufruiscono delle panchine, dell’acqua e si stendono sul muretto al sole. Normalmente lungo il percorso i punti di sosta sono pochi e ci si ritrova sempre tutti, ognuno cammina con i propri tempi, ma tutti passiamo dagli stessi luoghi. Facciamo le fotografie di rito ma non possiamo visitare la chiesa, purtroppo la Pieve è chiusa, in restauro, quasi pericolante. E’ uno dei punti originali di sosta dell’arcivescovo Sigerico durante il suo percorso di ritorno a Canterbury.

Riprendiamo il cammino, attraversiamo cascine e poderi circondati da cipressi e campi coltivati a frumento, erba medica, girasoli, colza. Tutto è di un verde chiaro, le gemme sono gonfie pronte ad esplodere, i fiori primaverili si annunciano prima con il loro profumo e poi con i colori delicati dei loro petali. distese di Iris ci accompagnano per tutto il cammino mentre nei boschi sono molto comuni gli asparagi; le foglie dei grandi alberi invece non sono ancora germogliate e il sottobosco gode della luce primaverile. Vediamo Gambassi Terme dietro la collina e ci concediamo un caffè con una crostatina artigianale presso una locanda appena prima del paese e guadagnamo un altro timbro sulla nostra Credenziale che attesta il nostro passaggio. Arriviamo al luogo che abbiamo prenotato per le due notti che passeremo a Gambassi Terme, come detto ce la prendiamo comoda e dobbiamo testare anche la acque termali presenti lungo il percorso. Aspettiamo in piazza che ci venga aperta la porta della nostra camera: passeremo la serata tra cinghiale, fiori di zucca, salvia fritta e vin santo, ce lo meritiamo. Il giorno successivo lo passiamo assaporando l’atmosfera del piccolo villaggio della provincia di Firenze, conosciamo il barista, il negoziante di alimentari, il cassiere del supermercato, ci intratteniamo brevemente con tutti per una chiacchierata e scopriamo che esiste anche una via del sale, che Gambassi Terme era la dogana del sale durante il periodo etrusco, che siamo sul confine tra Etruschia ed Etruria, insomma chiacchiere generiche mentre si acquistano arance e finocchiona e respiriamo la tipica rivalità toscana, o per meglio dire italiana, tra vicini di casa.

La prossima tappa sarà fino a San Gimignano, ve la racconteremo in un altro articolo.

Sito ufficiale: www.viefrancigene.org

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