Quando pensiamo a lavori nuovi la nostra mente va subito all’high tech, professioni che hanno a che fare con i computer e con tutto ciò che riguarda il mondo digitale. Negli ultimi anni però si riscontra un ritorno a lavori tradizionali, lavori manuali che uniscono le passioni con l’abilità. Sempre più giovani si indirizzano verso l’agricoltura cercando un modo di vivere più sostenibile, con ritmi più umani, slegati dal mondo digitale che spesso non ha quella parte emozionale di cui sono fatte le persone. La riparazione degli oggetti è uno di quei settori che ha visto una forte crescita occupazionale: riparare significa restituire alla vita qualcosa. L’economia dell’usa e getta sta cominciando a mostrare i suoi lati negativi, per fortuna. Così, nelle nostre città, stanno nascendo molti negozi che si occupano di riportare in uso oggetti che altrimenti sarebbero da buttare, come biciclette, orologi, mobili, coltelli e strumenti. Pian piano ci stiamo riappropriando dei valori che erano stati accantonati dall’uso e consumo compulsivo che frequentemente va a braccetto con la mancanza di importanza che si dà alle cose.
Siamo andati a Esine, (Brescia) in Valcamonica, a incontrare Mattia, che da pochissimo si è avvicinato alla riparazione delle fisarmoniche, strumento brevettato a Vienna per la prima volta nel 1829 e che si è subito diffuso negli ambienti più popolari, diventando lo strumento per eccellenza di feste e balli tradizionali. Perchè un ragazzo di venticinque anni ha deciso di intraprendere questa professione? L’abbiamo intervistato per voi.
Quando hai iniziato a riparare fisarmoniche e da dove viene questa passione?
La mia passione per le riparazioni è piuttosto recente. Verso la fine del 2016 andai a Stradella in provincia di Pavia (la patria della fisarmonica) nel laboratorio di Claudio Beltrami, uno dei più noti costruttori di fisarmoniche a livello internazionale, in quanto avevo un problema sulla tastiera del mio strumento. Rimasi affascinato da quell’ambiente: la calma con la quale il signor Beltrami lavorava, il sottofondo musicale dei clienti che provavano i loro strumenti (tutte cose nuove per me, visto che lavoravo in un ufficio piuttosto frenetico).
Nel febbraio del 2017, il mio contratto di lavoro era in procinto di scadere e, dopo una lunga riflessione, capii che quella non era la vita che volevo. Decisi di telefonare a Claudio per chiedergli se fosse stato disposto a insegnarmi il mestiere e, con mia grande sorpresa, mi disse: “Sì, vieni quando vuoi”. Ero felicissimo, anche se per me era un bel salto nel vuoto: passare da un lavoro ben retribuito e poco distante da casa, al dover imparare un mestiere del quale non sapevo né come si facesse, né quanto potessi guadagnare, tra l’altro lontano dalla mia Valle Camonica, era un bel rischio. Diciamo che seguii l’istinto più che la ragione, ma mi andò bene. Un’amica mi presentò due ragazze di Fontanelle, un piccolo paesino appena fuori Stradella che, guarda caso, cercavano un coinquilino col quale dividere le spese. Sono passati ormai due anni e, quello che prima vedevo solo come un marchio di fisarmoniche (il signor Beltrami), è oggi una delle persone a me più care al quale devo moltissimo per avermi insegnato un mestiere che coincide con la mia passione.
Dove svolgi la tua attività?
Ho sistemato una vecchia stanza sotto casa. Alcuni attrezzi li ho comprati, altri costruiti. Riesco a svolgere lì molti lavori, altri più complessi li completo a Stradella dove tutt’oggi vado per imparare.
Cosa vuol dire per te riparare uno strumento?
Per me riparare significa ridare vita a qualcosa che prima non funzionava bene. Sapere che per mano mia uno strumento può tornare a suonare è davvero una soddisfazione indescrivibile.
Ripari solamente o costruisci anche nuovi strumenti?
A Esine mi occupo di riparazioni, restauri e accordatura, mentre a Stradella realizzo anche strumenti nuovi. Le casse vengono costruite da alcune falegnamerie esterne a seconda del disegno studiato con il cliente, mentre in laboratorio ci occupiamo dell’interno della fisarmonica, dal montaggio delle voci all’accordatura finale.
Si tratta della tua attività principale?
Si, è un’attività che mi tiene impegnato dalle otto alle dieci ore al giorno. L’estate lavoro qualche settimana come barista in un ristorante a Bienno, ma si tratta di un’eccezione.
Chi sono i tuoi clienti tipo?
Non esiste un vero e proprio cliente tipo. Si passa dall’allievo che studia in conservatorio, al concertista, a quello che suona alle feste di paese, al collezionista, è un bel mix. Mi è capitato poi, nel laboratorio stradellino, di metter mano a strumenti di personaggi come Beppe Carletti dei Nomadi, Leonardo Sgavetti dei Modena City Remblers, Fausto Beccalossi, solo per citarne alcuni. Effettuare riparazioni o accordature a personaggi che fino ad ora ho solo ascoltato con ammirazione è davvero un godimento!
Che tipologia di strumenti ci sono?
Approfitto della domanda per sfatare un vecchio luogo comune: la fisarmonica NON è uno strumento legato esclusivamente al ballo liscio, genere che tra l’altro è in forte crisi. Con la fisarmonica si puossono suonare molti generi, dalla musica jazz alla classica, dall’irlandese al Forrò brasiliano, dal balcanico alle infinite varietà di musica tradizionale e popolare. Io per esempio mi diverto a strimpellare musica folk e cantautorale. Di conseguenza la tipologia di strumento deve variare a seconda di ciò che si suona. La fisarmonica è molto personalizzabile e quando un cliente ordina un nuovo strumento si studia insieme ogni dettaglio. La tipologia di legno, il numero di voci utili per il genere che si suona, la grandezza dei tasti, tutta la parte estetica, il tipo di accordatura (quanto il suono deve essere “pulito” e quanto “brillante”), il tipo di amplificazione; si potrebbe creare una fisarmonica diversa per ogni musicista.
Che materiali usi per le riparazioni? I materiali provengono da legni o zone specifiche?
Le fisarmoniche sono formate da vari materiali: legno, acciaio, alluminio, cera, pelle, feltro, cartone, celluloide, ecc. Alcuni pezzi di ricambio li compro da 2/3 ditte specifiche di Castelfidardo (AN) a seconda del tipo di lavoro che devo fare. Per quanto riguarda l’attrezzatura, spesso uso normali arnesi che si trovano al fai da te ad eccezione di alcune lime specifiche per l’accordatura, del supporto per pulire le ance, costruito dal mio falegname e dal “manticiotto” accordatore che ho realizzato con l’aiuto di Claudio.
Qual è lo strumento più interessante che hai riparato?
Non ne ho uno in particolare, posso dire che mi piace molto restaurare degli strumenti vecchi. Mi capita di lavorare su fisarmoniche e organetti dell’epoca della Prima Guerra Mondiale. Questo mi permette anche di vedere e capire le evoluzioni che lo strumento ha avuto nel corso del tempo.
Hai una curiosità da raccontarci?
In questi giorni sto ultimando la mia nuova fisarmonica. Sarà uno strumento molto particolare. Con l’aiuto di Claudio e di sua moglie Ivana, sono riuscito a recuperare delle bellissime ance degli anni ’50. Le sto rimettendo a nuovo e le monterò sulla mia fisarmonica (un tempo avevano un suono che oggi è difficile da riprodurre). Inoltre sulla cassa ho fatto incidere la scritta “Modello Fontanelle”, in onore del paesino che mi ha ospitato in questi due anni e che mi ha quindi permesso di coltivare questa passione.
Un tuo sogno o progetto per il futuro?
L’esperienza a Stradella è stata e continua a essere un’esperienza unica e fantastica. Tuttavia mi sento molto legato al mio territorio e, in un futuro, mi piacerebbe sviluppare al meglio questa attività vicino a casa. Magari ampliando il mio spazio di lavoro. Per ora continuo ad imparare, ogni giorno si apprende qualcosa di nuovo e si migliora. Se in futuro ne avrò la possibilità continuerò certamente su questa strada.
Contatti
Facebook: https://www.facebook.com/mattia.ducoli
Bravo Mattia,complimenti. C’era proprio bisogno di una figura professionale come quella che hai intrapreso tu nella nostra Vallecamonica. Auguri.
Ottavio Comensoli.