Quando pensiamo alla lavanda immediatamente ci vengono in mente le infinite e profumate coltivazioni della Provenza, con le distese viola e lilla che hanno ispirato le opere del grande artista Van Gogh. Eppure noi dell’Ordinario, che siamo curiosi per istinto, abbiamo scovato un angolo di Provenza in Liguria e precisamente nell’entroterra della provincia della Spezia nel comune di Sesta Godano.
I fratelli Andrea e Martina Calabria da maggio dello scorso anno hanno dato vita all’Azienda Agricola I Prati di Venere, sfruttando e valorizzando la ricchezza naturalistica della Val di Vara dove risiedono. Forse all’inizio neppure loro erano completamente convinti che la coltivazione della lavanda sarebbe diventata la loro «mission», ma il successo è andato oltre le più rosee aspettative e ora stanno lavorando per realizzare nuovi e stimolanti progetti.
Li abbiamo incontrati con il loro stand profumato e colorato a una fiera di hobbisti e non abbiamo potuto fare a meno di scambiare quattro chiacchiere.
Martina è laureata in filosofia e Andrea è iscritto a scienze umane del territorio e del paesaggio, vivono a Sesta Godano, un piccolo comune dell’Alta Val di Vara, ai piedi del Monte Gottero. In questa parte di Liguria durante la stagione primaverile e estiva, la natura supera sé stessa e raggiunge una perfezione assoluta di colori e profumi di piante e fiori.
“La Liguria è il prolungamento naturale della Provenza – raccontano – e in particolare la zona in cui viviamo noi gode di un microclima altamente favorevole, per cui ci siamo chiesti: perché non provare? Così, dopo aver seguito i consigli di un esperto, Franco Stallo di Albenga, che ci ha suggerito il tipo di pianta, abbiamo messo a dimora la lavanda su una superficie di circa 6000 metri quadrati. Tra la officinalis, l’ibrido e il lavandino francese, la nostra è quella ibrido recuperata dall’antica lavanda Boscomare che era praticamente in via di estinzione”.
Avete fatto il primo raccolto, verso che tipo di produzione vi siete orientati?
“Sfruttando le numerose proprietà della pianta di lavanda, attualmente ci dedichiamo alla produzione di olio essenziale e idrolato (acqua aromatica), che otteniamo dalla distillazione del fiore, confezioniamo sacchetti profumati per cassetti e armadi, ambienti e bomboniere.L’olio essenziale è noto da secoli per le sue proprietà curative in caso di scottature e infiammazioni della pelle. Poche gocce, diluite in olio d’oliva o di mandorle , in caso di puntura d’insetti donano immediato sollievo. L’olio è inoltre considerato un rilassante per eccellenza e un valido aiuto per la cura del raffreddore.L’acqua aromatica per usata soprattutto per profumare e rinfrescare gli ambienti ma anche in caso di insonnia, spruzzandone alcune gocce su un fazzoletto da mettere sotto il cuscino. Consigliata anche in caso di dolori reumatici”.
Come avete scelto il nome I prati di Venere?
“Ci siamo ispirati a un’antica leggenda riguardante Venere, la Dea della bellezza e dell’amore, che si narra preparasse filtri d’amore proprio con i fiori di lavanda e le cui spighe venivano utilizzate durante i riti propiziatori”.
Quali sono i vostri obiettivi futuri?
“Prima di tutto vorremmo perfezionare la coltivazione per indirizzarla anche verso l’utilizzo in cosmesi e per il benessere. Ci piacerebbe che la nostra Azienda agricola diventasse un punto di riferimento per attività di natura sociale che coinvolgano soprattutto i bambini. Stiamo pensando alla possibilità di realizzare campus estivi e laboratori di lavorazione della lavanda anche per i più piccoli. La nostra sfida nell’immediato invce è il miele alla lavanda: abbiamo acquistato un paio di famiglie di api che, nel frattempo, a causa del tempo instabile, hanno sciamato e dunque da due ce ne siamo ritrovate otto e le abbiamo posizionate a venti metri dai campi di lavanda. Ora non resta che aspettare: dove andranno? Nei boschi di castagno o sulle piante di lavanda?”
Allora ci diamo appuntamento dopo la smielatura e ci racconterete se il vostro miele profumerà di Provenza oppure no.