Giornalista a 50 Canale, scrittrice e mamma, tutto a tempo pieno. Ecco l’esempio di come si può essere straordinari ogni giorno, passando dal disastroso incendio del Monte Serra a un saggio per bambini.
L’incontro è fissato a Santa Maria a Monte, dove è in programma la presentazione di SuperG, un romanzo per bambini edito da MDS, da poco uscito. Il giorno prima, a Calci, ha presentato un altro romanzo per bambini, Un druido a San Rossore, edito da ETS, risalente al 2017, mentre è in uscita Favola nerazzurra – Storia illustrata del calcio a Pisa, pubblicato da Goalbook: l’avventura del pallone sotto la Torre di Pisa narrata da un nonno a un nipotino. Lei è Chiara Cini, una pisana doc, anzi “docchissima” da generazioni, al massimo “con qualche incursione volterrana nel Dna e con un carattere etrusco”, giornalista televisiva e volto di punta di 50 Canale, scrittrice prolifica, vincitrice di premi letterari, ironica narratrice di se stessa. In questa intervista ci racconta come, nella quotidianità, si riesca ad essere stra-ordinari vestendo i panni di ben tre, onerosi, “ruoli”.
La Chiara giornalista
“Posso dire di avere iniziato a fare la giornalista per sbaglio, a 21 anni. Avevo l’incoscienza assoluta di chi ha bisogno di un lavoro. A 50 Canale sapevo che cercavano del personale, e ho fatto un colloquio – racconta Chiara – Non avevo qualifiche specifiche e pensavo fosse assolutamente impossibile che mi prendessero. Cercavano aspiranti giornalisti e allora dissi: Perché no? Aspiriamo. In quella selezione eravamo tantissimi, hanno tenuto me e pochi altri in prova, hanno fatto test per vedere il livello dell’italiano scritto e per capire se avevo inflessioni dialettali insopportabili. Ma soprattutto quello che mi aveva avvantaggiato è che ero una delle pochissime a sapere usare il computer. Sono rimasta lì, ho imparato la professione pian piano, con un contratto regolare immediato, cosa stranissima nel mondo giornalistico, e così ho bruciato le tappe: in due anni pubblicista, subito praticantato e poi dopo altri due anni ho fatto l’esame e sono divenuta professionista.”
In una tv locale si possono avere dei settori preferiti (Chiara ama seguire l’arte, la cultura, l’enogastronomia ndr.) ma si è per forza giornalisti generalisti; bisogna seguire ed essere informati un po’ su tutto, anche perché ci si può trovare, nello stesso giorno, a realizzare numerosi servizi in esterna, a condurre un telegiornale, a ideare approfondimenti e programmi nuovi. E a organizzare e sostenere, anche fisicamente, dirette monstre. Alcune sono di routine e si imbastiscono in occasioni di eventi rituali (come Il Gioco del Ponte, La Luminara di San Ranieri), istituzionali (come la visita del Presidente della Repubblica Mattarella a Pontedera in occasione della commemorazione del suo predecessore Giovanni Gronchi) o politico-elettorali (come le elezioni comunali che, lo scorso giugno, hanno visto la clamorosa affermazione, per la prima volta a Pisa, del Centro-Destra). Ma poi ci sono quelle straordinarie, spesso in occasione di eventi drammatici e di calamità niente affatto naturali. È accaduto proprio di recente, con l’incendio che ha devastato ampie parti del Monte Serra. In quel caso una tv del territorio deve essere, in senso letterale, anche una tv di servizio. Proprio Chiara si è trovata a condurre quella lunga trasmissione. “Penso che sia il caso in cui si vede se si ha veramente il mestiere fra le mani – spiega Chiara – Chi sta dietro alla cronaca nera dà l’informazione a qualunque ora del giorno e della notte dopo aver compiuto il giro di telefonate. Nel caso dell’incendio alle 5.30 del mattino siamo stati allertati del fatto che l’incendio sembrava si stesse aggravando. “Chi può venga il prima possibile!” Il primo che si alza arriva e di conseguenza poi arrivano gli altri a ruota. In quel caso non si guarda se è festa, se è giorno, se è notte perché c’è da dare un’informazione di servizio fondamentale e, oltre ai danni e alle dimensioni e alla direzione dell’incendio, si deve comunicare da quali strade si può o non si può passare, dove arrivano i mezzi di soccorso, quali abitazioni sono realmente in pericolo, quali sono le ripercussioni sul traffico. Insomma, sono arrivata per prima io e alle 7 è iniziata la diretta, che ho condotta (da prima da sola poi affiancata dal Direttore) per circa sei ore. Qui non c’è un canovaccio, vai, in onda e ti coordini con i colleghi che sono sul campo e a cui dai la linea per il collegamento (adesso la nostra tv ha delle tecnologie che consentono di collegarti da dovunque). Il giorno dopo non mi vergogno a dire che avevo i dolori muscolari, come se avessi corso una maratona, perché è veramente complicato e stressante. Ma lo si fa perché è il nostro lavoro.”
La Chiara Mamma – Scrittrice
E poi c’è la Chiara scrittrice. Che debutta nel 2007, peraltro, non con un’opera narrativa, ma con un saggio, Allattamento al seno, nutrimento per l’anima. “Questo saggio l’ho scritto quando mia figlia aveva due anni – racconta Chiara – ora ne ha undici. È stata un’esigenza perché quando lei è nata l’allattamento al seno naturale a richiesta era una cosa un po’strana, se vogliamo da folli. E in questo percorso, tranne pochissime illuminate fra ostetriche e consulenti della Lega per l’allattamento che mi hanno supportato, mi sono sentita molto sola. E allora mi sono detta: perché non fare un piccolo saggio a mo’ di diario, anche ironico, dove parlo delle mie difficoltà, di quello che ho dovuto affrontare, per far sentire meno sole mamme che magari pensano di intraprendere lo stesso percorso? E così è nato questo primo librino che mi ha un po’ sdoganato come scrittrice, perché non è automatico fare il giornalista e scrivere.” Chiara ha all’attivo due romanzi (Ofelia e la chiave di altrove e Grosso guaio al cimitero), due fiabe per bambini piccoli, La renna Joe e Il gattopo, il più recente Un druido a San Rossore e SuperG (storie per bambini fra i 9 e i 10 anni, e quindi non più fiabe, che raccontano qualcosa di specifico ed entrambe richiestemi dall’editore) ed è appena uscito Storia del Pisa Calcio – favola nerazzurra. Un libro per bimbi piccolini che racconta la storia del Pisa Calcio. “Ormai è un po’ il mio filone, cercare di rendere narrativa la saggistica – prosegue Chiara – Prima avevo sempre un po’ scribacchiato, racconti e roba varia, ma mi sembravano stupidissimi, non avevo mai avuto il coraggio di farli vedere a nessuno. Poi ho vinto qualche concorso, divertendomi a scrivere di fantasy e di fantascienza, i miei filoni forse preferiti. Con due racconti ho vinto due premi, due concorsi nazionali, gratuiti, poi ho vinto il Premio Europa con un giallo, poi tanti racconti inseriti in antologie. Cominci a scrivere così, poi ti viene un po’ di bulimia. Poi è un po’ come se seguissi l’età di mia figlia – sorride – perché ho iniziato con le fiabe per bimbi piccoli quando mia figlia era piccola, poi storie per bimbi più grandi poi ancora più grandi, il prossimo forse sarà per adolescenti coi vampiri… Il mio essere madre è stato decisivo, se non avessi avuto una figlia forse non avrei scritto. O forse altre cose, magari più per adulti. Ma mi sarebbe interessato meno. Mi piace proprio il rapporto con i bambini e da mamma odio quei libri, e ce ne sono migliaia, con le paroline evidenziate, colorate, semplificate, ma io non penso si debba fare questo. A me piace con gli editori fare un lavoro semantico, fondamentale nei testi per l’infanzia, però al tempo stesso tengo sempre l’asticella abbastanza alta, perché penso che sfogliare un vocabolario non abbia mai ucciso nessuno e se non si conosce una parola la si può tranquillamente cercare aprendo un vocabolario.”