Napoli e il presepe è un binomio imprescindibile. Chi non ricorda Eduardo de FIlippo alle prese con la meticolosa realizzazione della Natività in ‘Natale in casa Cupiello’?
Nella città partenope c’è un vicolo dove si affacciano le botteghe che da generazioni realizzano rigorosamente a mano le statuine più belle che sia possibile trovare in giro.
È la nota via San Gregorio Armeno, nel centro storico di Napoli. Percorribile solamente a piedi, è compresa tra via dei Tribunali e Spaccanapoli. In questa strada è Natale tutto l’anno ma, per chi ne vuole assaporare il fascino a passo lento, meglio addentrarsi tra le sue bottghe artigiane tra febbraio e ottobre, quando ancora i visitatori non sono così numerosi.
Cosa comprare? La scelta è ardua. I grandi presepi hanno cifre che vanno ben oltre la portata delle mie tasche ma ciò non toglie siano capolavori straordinari. Statuine rigorosamente fatte a mano con teste, braccia e gambe in terracotta e corpo in paglia. Abbigliate con maestria sartoriale, sfoggiano tessuti preziosi arricchiti da passamanerie da mille e una notte. Sono una gioia per gli occhi.
Prima di metter mano al portafogli bisogna sapere che ogni singola statuina ha un significato ben preciso. Il personaggio più importante del presepe napoletano è Benino. Raffigurato costantemente addormentato, è colui che sogna la scena della Natività.
Non può mai mancare in un presepe napoletano che si rispetti come non possono mancare la Sacra Famiglia, il bue e l’asinello e il Ciccibacco. A volte pingue, altre più magrolino, Ciccibacco siede sulle botti del vino e beve il nettare degli dei. Indifferente a quello che accade attorno, ha le giance perennemente arrossate che denotano il suo stato di poca sobrietà.
Penso ai miei pastori di pura plastica che ho nello scatolone in soffitta. Bruttini davvero e nemmeno lontanamente paragonabili alle statuine di via San Gregorio Armeno, pezzi unici di artigianato artistico. Su un banco a bordo strada riconosco i tre Re Magi. Baldassarre, quello più vecchio che cavalca il destriero nero, Gaspare il giovane sopra il cavallo Bianco e Melchiorre, il moro che tiene le redini del cavallo fulvo.
I miei Re Magi che mi aspettano a casa son tutti disarcionati, senza grazia e portano come ferite di guerra le impronte dei denti del gatto che li ha assaggiati uno. Il povero Gaspare ha perduto pure una gamba nel corso degli anni.
Via San Gregorio Armeno è anche inventiva. genialità e spirito napoletano. Da diversi anni a questa parte, i maestri presepisti non perdono occasione per proporre al pubblico l’ultimo personaggio del momento. Maradona compare sulla maggioranza dei banchi ma guardando all’oggi, dal giorno seguente all’elezione di papa LeoneXIV, già è divenuto statuina da presepe.