Cari amici dell’Ordinario benvenuti alla seconda tappa del nostro viaggio a Pantelleria.
Questa volta vogliamo portarvi tra le leggende che circondano questa piccola isola del Mediterraneo, leggende antiche che affiorano con prepotenza in ogni angolo di questa terra aspra, assolata e bollente, come la lava e il fuoco che l’hanno plasmata.
La nostra prima destinazione sarà la Grotta di Sataria, nella zona di Scauri, qui sono presenti alcune sorgenti di acqua termale calda, tutta l’isola ne è ricchissima (Punta di Nicà, Cala Gadir, Scauri stessa), ma non per questo abbiamo scelto questa destinazione.
«Finchè arrivò alla grande spelonca nella quale abitava la ninfa dai riccioli belli…
….Quattro fonti sgorgavano in fila con limpida acqua, vicine tra loro e rivolte in parti diverse.
(Odissea – Canto I)
Stiamo cercando i luoghi legati ai miti e secondo la leggenda, l’isola di Pantelleria potrebbe essere l’antica isola di Ogigia, citata da Omero nella sua Odissea e in particolare la Grotta di Sataria è uno dei siti legati al mito di Ulisse e la Dea Calipso.
Percorrendo la perimetrale dal centro di Pantelleria in direzione Scauri, sulla destra troviamo le indicazioni per raggiungere la grotta, si può lasciare lo scooter nel piccolo sterrato di fronte alla scala in cemento che scende verso il mare.

La discesa non è difficile, quello che ci apparirà è un’ampia grotta che si affaccia su una caletta. Di fronte alla grotta si trova una grande vasca dove l’acqua è tiepida ed è possibile nuotare, dalla vasca ci si tuffa in mare aperto. Il nome Sataria deriva dall’antico «soter», che significa salute, in stretto legame con le proprietà curative delle acque del luogo. L’interno della grotta è molto buio, sono presenti tre vasche di acqua calda, purtroppo inagibili, il battuto calpestabile mostra i resti di una pavimentazione, i pochi visitatori presenti ci hanno raccontato che una volta la grotta era molto frequentata dai panteschi e che qui si organizzavano anche delle feste.
Purtroppo tutto ora appare in stato di abbandono, anche se il fascino antico che questo luogo emana non può essere assolutamente cancellato, indubbiamente anche Ulisse, oltre alla bellezza della Dea Calipso, sarà stato rapito dalla bellezza dell’isola visto che vi è rimasto per oltre sette anni.
Ripartiamo destinazione Lago o Specchio di Venere, un altro dei luoghi legati ad uno dei miti più famosi, quello dell’amore tra la dea della Bellezza, Venere appunto e lo sfrenato Bacco.

La località può essere raggiunta in due modi: utilizzando una strada sterrata (ma talmente battuta da essere transitabile agevolmente anche con lo scooter) si arriva direttamente sulle rive del lago, passando invece dalla perimetrale si lasciano i mezzi di trasporto in un parcheggio e si utilizza una scala ricavata nel fianco della montagna per scendere a piedi verso il lago.
Noi per non sbagliare abbiamo scelto entrambe le ipotesi, mentre la prima ci consente di arrivare agevolmente vicini al lago, la seconda ce lo fa ammirare dall’alto, con la possibilità di scattare belle fotografie.

Secondo la leggenda la Dea Venere si specchiava nelle acque limpide del lago prima dei suoi incontri amorosi con Bacco, che era un assiduo frequentatore dell’isola di Pantelleria, soprattutto per i suoi vini passiti e le ricche libagioni.
In realtà lo Specchio di Venere è il cratere di un antico vulcano ormai spento, alimentato dalle piogge e dalle sorgenti termali che si trovano al suo interno e che raggiungono anche i 40 gradi. La denominazione Specchio deriva dal fatto che nelle calme giornate autunnali, in assenza di vento, la montagna si riflette nelle acque del lago.
Il nostro consiglio è di percorrere un breve tratto a piedi lungo le sponde del lago e raggiungere le spiagge bianche che si vendono sul fondo, sotto il costone della collina. Qui sono presenti sorgenti di acqua calda, piccole vasche delimitate da cumuli di pietre e soprattutto il fango nerissimo di origine vulcanica.
Non stupitevi se intorno a voi tutti sembreranno spettri ricoperti di fango, le proprietà terapeutiche ed estetiche sono largamente riconosciute e dunque i visitatori approfittano di questo stabilimento termale a cielo aperto e soprattutto gratis.
Lo abbiamo fatto anche noi!
Come sempre non vogliamo farvi mancare il nostro consiglio culinario. Proprio vicino al lago potrete pranzare al Ristorante Da Pina, fatevi servire gli spaghetti al pesto pantesco, una ricetta fresca ed estiva che vi consentirà di rituffarvi rapidamente nelle calde acque di Venere.
Il Pesto Pantesco, in dialetto Ammogghio, è un pesto (nato sicuramente dall’influenza di popolazioni liguri) confezionato con pomodori fresci, aglio, origano, sale e olio. C’è chi aggiunge anche le mandorle. Ottimo per condire un piatto di spaghetti o delle calde bruschette.
Vi aspettiamo per la prossima tappa, questa volta finalmente vi porteremo al mare.

Se ti sei perso la prima tappa del nostro tour a Pantelleria, ecco dove la puoi rileggere: