Nel corso dell’anno sono pochi i giorni in cui è possibile raggiungere e visitare l’Isola del Tino e lo si può fare esclusivamente via mare, attraversando quella lingua d’acqua che la separa dalla terraferma, per tutto il resto dei mesi resta inaccessibile e misteriosa. Già questo basterebbe a suscitare la curiosità di una visita ma il luogo di cui vi parleremo oggi racconta molto di più: parla di natura, di storia, di archeologia, di misticismo e di luce. Venite con noi sull’Isola di Luce.
Un tempo si chiamava «Tyrus Maior», qui aveva scelto di vivere San Venerio, nato nel 560 d.C. sulla vicina isola della Palmaria, un mistico che placava le tempeste e accendeva fuochi per segnalare la terra ai naviganti, ora è nota come Isola del Tino, in provincia della Spezia e ospita il bellissimo faro che annuncia l’ingresso nel golfo della città.
Il Santo resterà sull’isola fino alla sua morte, le sue reliquie verranno traslate prima nella frazione di Migliarina, nella chiesa a lui dedicata e successivamente trasportate a Reggio Emilia. Sull’isola sorgerà un monastero benedettino che diventerà potentissimo dalla terra al mare fino alla Corsica, sulla scorta della fama del Santo eremita e grazie a donazioni e lasciti. Dal XIV secolo il potere dei monaci andrà affievolendosi e inizierà a prendere peso la funzione militare: tra il 400 e il 500 sorge una fortificazione della Serenissima Repubblica.
Le sue mura a scarpata sono oggi le fondamenta dei due fari ottocenteschi (1840 e 1884) alla cui costruzione segue l’istituzione della servitù della Marina Militare che determina la vita odierna dell’isola.
Il Tino da sempre è stata un’isola di luce e da un anno attorno a questo luogo si è ritrovato un gruppo di persone – appassionate di storia, di mare, di ambiente, di spiritualità, di navigazione – con un obiettivo comune: salvaguardare e promuovere il patrimonio materiale e immateriale dell’ isola. Nel dicembre 2020 questo gruppo, si è costituito in Associazione dando vita all’Associazione Amici dell’Isola del Tino. Presidente dell’Associazione è Elisabetta Cesari, da anni impegnata a costruire sinergie attorno all’isola tra realtà istituzionali e volontariato. I soci fondatori sono 21, rappresentanti della società civile e del volontariato.
Noi dell’Ordinario abbiamo incontrato la Presidente Elisabetta Cesari e, in attesa di poter visitare di persona l’Isola, ci siamo fatti raccontare qualcosa di più.
Elisabetta da dove nasce la tua passione per l’Isola di Luce?
La bellezza dell’isola del Tino abbaglia e seduce chiunque vi navighi attorno: dai fondali cristallini sorgono, come cattedrali, bianche falesie da un lato, e un manto di flora mediterranea e bosco di leccio dall’altro e sulla sommità il palazzo monumentale del faro di San Venerio: una visione! Come non restarne catturati?
La passione però è nata al mio primo sbarco sull’isola dovuto… ad un mal di schiena!!! I 50 anni si erano presentati così!, e il dolore aveva seriamente minato la possibilità di continuare a portarmi in giro uno zaino fotografico che andava oltre i 15 kg. Il regalo da parte dei miei di una splendida e leggerissima Leica, un progetto fotografico per mettere a frutto un dono così importante e un’idea: fotografare ciò che non si può normalmente fotografare: l’isola del Tino!, questo è
l’incipit della storia.
Raccontaci come è nata l’idea di questa associazione e della sinergia che si è creata con la Marina Militare, proprietaria dell’isola.
Ottenuto il permesso della Marina Militare per il progetto fotografico e visitata l’isola nella sua interezza (zona archeologica, zona militare, cave, postazioni, gallerie, sentieri, falesie e faro) mi sono resa subito conto che più che fotografarla quest’isola andava ancor più protetta e condivisa. Il mio sentire era esattamente quello dell’ammiraglio Giorgio Lazio e del comandante di MARIFARI che già lavoravano in tal senso. Io mi sono unita alla loro squadra ed ho avuto l’occasione di collaborare con loro creando percorsi museali e occasioni di visita, interagendo con enti, associazioni e studiosi che hanno con generosità messo a disposizione le loro capacità tanto da rendere l’isola luogo e simbolo di rinascita. Da questo spontaneo convergere di forze abbiamo pensato di dare al nostro agire un assetto associativo, più istituzionale. Con mia grande gioia nei soci fondatori ci sono i presidenti e i rappresentanti delle associazioni che in questi anni hanno contribuito alla rinascita dell’isola.
Quali sono gli obiettivi e i progetti futuri?
I progetti futuri sono diretti verso una sempre maggior cura e tutela del patrimonio materiale e immateriale dell’isola, rendendola nello stesso tempo isola accogliente per le associazioni, isola laboratorio per bambini e ragazzi, studenti di ogni età, isola di cultura, di bellezza e di luce per tutti.
Come è possibile sostenere l’associazione?
Basta associarsi ed entrare a far parte degli amici dell’isola del Tino portando entusiasmo, idee e progetti da realizzare insieme! 10€ la cifra associativa per gli adulti, 5€ per gli studenti e 3€ per i bambini.
Per donazioni ed elargizioni liberali è invece possibile fare un versamento a favore di Amici dell’isola del Tino presso
Cc 41342287 Presso Credit Agricole la Spezia
IBAN IT50J0623010705000041342287
Per maggiori informazioni questo è il sito https://www.amicisoladeltino.it/