La pece “santa” del Pino Nero Laricio

Inoltrandoci per il Parco Nazionale Aspromonte abbiamo notato un particolare pino che ha attirato subito la nostra attenzione per una grossa cavità annerita nel tronco, nonostante fronde verdissime. Sembrava scavato. Ebbene, è proprio così, da mano umana, per giunta. Nel Parco ne abbiamo incontrati molti e così abbiamo chiesto informazioni alle guide escursionistiche. E abbiamo scoperto che…

Il Pino Nero Laricio è la specie ancora oggi più diffusa in Aspromonte. Un tempo era una fonte di reddito per molte famiglie della zona: veniva infatti scavato, come nella foto, per ricavare grosse quantità di resina di ottima qualità che veniva poi venduta per fare vernici resistenti all’acqua con cui si trattavano le barche dei pescatori, in particolare quelle della città di Messina. Affinché la pianta non morisse, la parte scavata veniva poi bruciata con una tecnica ben conosciuta da chi la applicava. A supporto di questo fattore storico troviamo anche la leggenda riguardante San Leo, monaco diventato poi il protettore di due cittadine del territorio, Bova e Africo, che lo festeggiano il 5 maggio e che ancora, simpaticamente, “se lo contendono”. Si dice che Leo, monaco basiliano, esperto boscaiolo, estraesse la resina e poi donasse ai poveri tutti i ricavi della vendita. Sembra che anche a Messina, per gli stessi motivi, ci sia una chiesa intitolata al Santo, col nome, però, di Santo Leone.

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