Un’opera per ricordare le gesta eroiche di tre donne, insignite della Medaglia d’oro al merito civile per aver salvato molte giovani vite durante la strage nazifascista del 1944 a Sant’Anna di Stazzema: le storie di Genny Bibolotti Marsili, Milena Bernabò e Cesira Pardini.
Queste tre donne coraggiose ora sono impresse nel trittico in ceramica realizzato da Carlo Carli, pittore, insegnante di discipline artistiche e già sottosegretario di Stato a beni e attività culturali durante il secondo Governo Amato e presentata sabato 16 novembre in via Martiri di Sant’Anna, a Pietrasanta, inizialmente coperto dal “Tappeto della pace” realizzato dalle donne della frazione stazzemese.
L’installazione “Donne di coraggio e di martirio”, promossa dall’associazione “Martiri di Sant’Anna – Stazzema 12 Agosto 1944” con il patrocinio dei Comuni di Pietrasanta e Stazzema e del Parco nazionale della Pace, si propone come un nuovo luogo di consapevolezza civile per la comunità e i visitatori. Scorrendo lo sguardo da sinistra, il primo pannello è dedicato a Milena Bernabò, allora sedicenne, colta nel momento del salvataggio dei tre bambini intrappolati nella stalla data alle fiamme dai nazifascisti. Il secondo elemento ricorda il sacrificio di Genny Bibolotti Marsili, presente al centro dell’opera nel gesto di lanciare uno zoccolo per attirare l’attenzione di un soldato tedesco, nell’estremo tentativo di difendere e salvare il figlioletto nascosto. Il trittico si chiude con la raffigurazione di Cesira Pardini, già ferita, mentre viene messa al muro dalle truppe tedesche, dopo aver condotto in salvo le sorelle in una stalla retrostante.
Realizzata in collaborazione con il professor Enrico Bascherini per la parte tecnica e l’allestimento, l’installazione in ceramica grande 80 centimetri per 120 è stata realizzato dalla società Forme 2000 di Sassuolo, già produttrice di un altro trittico di Carli, “Da Sant’Anna di Stazzema a Bucha”, dedicato alla guerra in Ucraina.
“Oggi accogliamo a Pietrasanta una nuova stazione di memoria – così l’assessore Ermanno Sorbo, nel saluto alla folta platea intervenuta – che potrebbe diventare la prima di un percorso capace di raccontare quello che accadde nei terribili giorni dell’eccidio di Sant’Anna e che tutti, in ogni nostro gesto e parola, siamo chiamati non solo a ricordare e tramandare, ma a far sì che non accada più. Il nostro ringraziamento all’associazione Martiri, all’artista Carlo Carli e a coloro che hanno contribuito alla realizzazione di un progetto che, nonostante parli di fatti in apparenza così lontani nel tempo, continua a trovare una tremenda attualità in troppe parti del mondo”.
“Da insegnante – ha ricordato l’assessore di Stazzema, Anna Guidi – ho cercato sempre di avvicinare i miei alunni a Sant’Anna e al significato di quei luoghi e quegli eventi che appartengono alla storia di tutti noi. Queste donne rappresentano la volontà di cura e il coraggio, che tradizionalmente viene declinato al maschile ma che, qui, trova la sua espressione più alta, fino al martirio. Ricordiamo una bruttissima pagina di storia ma poniamo anche la consapevolezza che, da qui, deve nascere la nostra forza di testimoniare la pace”.
“Siamo davvero soddisfatti di aver concluso, grazie al supporto di istituzioni, tecnici e dell’artista Carlo Carli, quest’iniziativa proprio nell’80° anniversario dell’eccidio di Sant’Anna di Stazzema – ha proseguito Umberto Mancini, presidente dell’associazione Martiri di Sant’Anna – che abbiamo voluto dedicare al sacrificio delle donne. 258 corpi riconosciuti dopo quel massacro appartenevano a donne, otto di loro erano in stato interessante; e sempre le donne sono state grandi protagoniste della ricostruzione del paese, dopo l’eccidio. Ma ha un significato importantissimo anche l’aver potuto realizzare questo presidio di memoria qui, a Pietrasanta: il legame fra la città e Sant’Anna di Stazzema è storico, sia perché molti santannini, costretti a lasciare il paese, hanno scelto Pietrasanta come loro terra di adozione; sia perché, fino alla fine degli anni ’60, la principale via di comunicazione di Sant’Anna era proprio la mulattiera di Valdicastello”.
“Questo trittico – spiega il critico d’arte, Claudia Baldi – nasce su tela. La sua trasposizione in ceramica è come un’evoluzione che lo fa uscire dallo spazio chiuso di un museo per diventare ancora più pubblico, a disposizione di tutti. Trasmettere uno spunto di riflessione, anche con casualità, è un tema molto sentito dall’arte contemporanea che non è più chiamata a una finalità puramente decorativa ma a scuotere le coscienze, anche con vigore. In queste tre opere vediamo la donna protagonista, sempre al centro e il soldato, mai ritratto in volto in quanto simbolo della violenza che non può essere raffigurata con un’immagine unica; inoltre, troviamo le citazioni a Caravaggio, Daniele da Volterra e Guido Reni, tre artisti del passato che ci portano sul tema di un’umanità violata e sconfitta dal dolore ma con il simbolo positivo di tre figure giovanissime che difendono il futuro della società, vale a dire i bambini”. “L’arte non cambia la realtà – ha aggiunto il professor Alessandro Romanini – ma dona degli esempi e indica direzioni, con un potere superiore rispetto alla parola. Quando va in uno spazio pubblico come questo lo cannibalizza, diventa polo di attrazione e quasi ne cambia la connotazione e la fruizione: ecco perché i tre esempi di estremo coraggio come quelli raffigurati da Carli sono il miglior modo di dare identità e valore a questo luogo”.
“Avere qui a Pietrasanta, in via Martiri di Sant’anna, un luogo permanente di memoria – ha concluso Carlo Carli – è un fatto di grande rilevanza morale ma anche storica. In questi giorni, durante l’allestimento, ho visto che diverse persone già si è fermavano a osservare e leggere il breve scritto che accompagna le opere: quelli che passano e si fermeranno qui andranno via con qualcosa in più. Tramandare la conoscenza significa anche dare una formazione alle coscienze e mi auguro che questo lavoro sia un momento di riflessione per portare tutti, in particolare i più giovani, verso la formazione di una cultura per la pace”.