Abbiamo scovato (per vecchia amicizia) il compositore delle musiche di ‘La stella di Andra e Tati’ il primo film di animazione europeo sull’Olocausto, già famosissimo e completamente made in Italy, in onda in questi giorni sulle reti Rai. Un’occasione per riflessioni, vecchi ricordi, un viaggio nella musica e il rispetto per noi stessi e gli altri. Anche così si ricorda.
Da quando, poco più che bambina, la scuola portò la mia classe al cinema a vedere Schindler’s list, il Giorno della Memoria non è mai stato per me solo un anniversario da ricordare, ma un sentimento da portare cucito addosso. Anche mio nonno ha dato il suo contributo, andandosene, qualche anno fa, proprio all’alba di un 27 gennaio. Quando si aggravò, in cuor mio sapevo che avrebbe resistito ancora fino a quel giorno: aveva vissuto la guerra per ben sei anni, trattenuto con compiti particolari anche dopo la fine. Voleva lo ricordassimo. Così, ogni anno, tutto gennaio è rivolto alla ricerca di eventi culturali, storie e libri nuovi sul tema. Perché non si finisce mai di imparare e, soprattutto, non si deve mai finire di ricordare.
Quest’anno, con L’Ordinario, a maggior ragione, ci siamo chiesti tutti che cosa scrivere, di diverso, per dare il nostro piccolo contributo e…
…E sono giorni che veniamo attirati dal promo di un progetto speciale, che andrà in onda in questi giorni sulle reti Rai ed è visibile sempre su Rai Play: La stella di Andra e Tati, il primo film di animazione europeo sull’Olocausto. Un progetto tutto italiano – diretto da Rosalba Vitellaro e Alessandro Belli, con i disegni di Annalisa Corsi, prodotto dalla Rai, dalla società Larcadarte di Palermo e dal Miur – che racconta la vera storia delle sorelle Alessandra (Andra) e Tatiana Bucci, due tra i più importanti testimoni italiani dell’Olocausto. Di padre italiano e madre ebrea, le sorelle Bucci furono deportate a Auschwitz-Birkenau dopo essere state prelevate con mamma, nonna, zia e cugino la sera del 28 marzo 1944 a Fiume. Sopravvissute alle selezioni forse perché scambiate per gemelle, o perché figlie di un padre cattolico, o grazie ai piccoli aiuti di una “blockova”, sorvegliante, o semplicemente per fortuna, la sorelle Bucci sono tra i 25 bambini italiani di età inferiore ai 14 anni sopravvissuti a Auschwitz. (La loro vera storia la potete leggere in questo libro appena uscito).
Noi lo abbiamo visto il cartone, un ottimo prodotto che riesce a raccontare il dramma in modo diretto, con semplicità ed emozione, in un giusto mix dove la Storia si intreccia al presente, per far capire ai ragazzi, anche ai più bulli, quanto le parole, le angherie e la stupidità, possano far male e avere conseguenze irrimediabili. L’odio e il male si infiltrano nel racconto come il fumo nero che pervade tutto il film, ma i bellissimi disegni e la trama farebbero sicuramente un altro effetto se non fossero valorizzate dalle musiche composte per l’occasione da Michele Amadori. Qui potete vedere il film di animazione.
Michele Amadori. Quando ho letto il suo nome sui crediti del progetto, in fondo, non mi sono sorpresa per niente. Se non lui, chi? Cantautore di estrema sensibilità e bravura, ha sempre avuto un difetto, niente raccomandazioni, niente compromessi. Solo un amore incondizionato per la musica che lo rende precocissimo nella professione: a 4 anni e mezzo vince a Caserta Lo scoiattolo d’oro, a 12 prende il diploma di teoria e solfeggio e a 15 scrive le prime canzoni. Michele è quello che, quando arriva a Roma senza un lavoro, dorme per un anno sui divani degli amici, probabilmente gli stessi amici che fanno, tra loro, una raccolta fondi per pubblicare il suo Album Protesto, nel 2004 (questo si che è precursore del fundraising!), perché ne riconoscono il valore. Poi a Roma un lavoro Michele lo trova: insegna musica nelle scuole e la sera canta nei locali. Ma anche quando arrivano i primi successi, lui pensa a fare dei concerti per raccolte fondi e così, dà il suo contributo a Solidafrica, AISA, Aquilone Blu e Komen Italia. Con ben sei album all’attivo (Qui uno dei sui ultimi pezzi ‘Uno straccio sull’anima’), tanti articoli su di lui e un’infinità di concerti, Michele, tra bravura, un’arguta ironia che comincia dalle battute (facili) sul suo cognome, e un dose (troppo) elevata di umiltà, è un cantautore delicato e contemporaneamente “di protesta” che purtroppo non riusciamo ancora a vedere ospite in prima serata tv, ma che, guarda caso, nel 2015 viene contattato dalla famiglia di Rino Gaetano per formare la nuova Rino Gaetano Band (tribute band ufficiale) con cui fa oltre 40 concerti l’anno in tutta Italia.

Dal 2010 inizia l’esperienza come compositore per cinema e televisione. Per lui, tanti i podi di premi prestigiosi, tra cui il Premio Lunezia Giovani, il Premio Nazionale Augusto Daolio, il Premio Giornalistico Pandora. Per noi, il miglior premio che gli potessero dare rimane la Targa d’Autore Controcorrente, che ha ricevuto per le migliori musiche dell’album Sono Pezzi miei. Gli si addice. Perché lui è così, un talento un po’ controcorrente. Lo è da quella volta che l’ho conosciuto, tanti anni fa, ormai 13, a Roma, e non sapevo nemmeno chi fosse. Entrambi invitati a una festa di compleanno, di quelle un po’ vip – un must della capitale – dopo un’ora eravamo stanchi di fare sorrisi a gente fatua e parlare del niente. Fu un attimo. Ci guardammo. “Che dici, vieni via con me?”, mi chiese. “ Sì, che palle, andiamo!”. Fu ardua salire sul suo motorino con un vestito corto, ne ridemmo, ma fu impagabile sfrecciare nella notte di Roma e fermarsi sul lungotevere a parlare di musica fino a tardi. Iniziò così la nostra amicizia, un po’ come nei film. Da allora, nonostante i vari trasferimenti (miei, lui è ancora a Roma per chi lo volesse conoscere) ci seguiamo a distanza e non mi sorprendo mai quando lo trovo dentro progetti meravigliosi.
Il sito ufficiale di Michele Amadori potete trovarlo qui: http://www.micheleamadori.it/.
Sempre bello ritrovarti Michele. Ci racconti come nasce la collaborazione per questo speciale progetto ‘La Stella di Andra e Tati’?
Sono stato contattato dalla società di produzione Larcadarte che insieme alla Rai, e in collaborazione con il MIUR, lo hanno realizzato. Avevo già lavorato per loro in passato, quindi conoscevano il mio modo di lavorare.
È stato difficile comporre le musiche per un prodotto su un tema così delicato? Come ti ci sei approcciato?
Un po’ ha giocato l’esperienza, ma la difficoltà c’è sempre quando tratti un tema così importante e delicato. La verità è che mi sono lasciato trascinare dalle emozioni guardando le immagini e leggendo la storia di queste due piccole sorelle.
È la prima volta che componi per un cartone animato?
No, sempre per Larcadarte e la Rai ho composto in passato le musiche per “La missione di 3P”, un cartone animato sulla vita di Padre Pino Puglisi, il prete ucciso dalla mafia a Palermo nel ’93. Oltre ad andare in onda su Rai Due, uscì anche in DVD edizioni San Paolo.
Sei soddisfatto del prodotto finale?
Tanto. Di solito sono pignolo e severo con le musiche che compongo. Questa volta mi dico “bravo” da solo!!!
Ti ricordi la prima volta che hai sentito parlare di Auschwitz e in che termini? Non so, in famiglia, a scuola…
Beh, sicuramente ne ho sentito parlare a scuola e in famiglia, non ricordo esattamente la prima volta, però posso dire sicuramente che il colpo di grazia, il bruciore allo stomaco, la fitta al cuore l’ho avuta quando ho visto per la prima volta il film “Schindler’s list”.
Senti, diciamocelo, tu sei uno di quegli artisti di grande talento che, nell’Italia dei puntelli, non avendone, ha fatto fatica a farsi notare. Poi, però, evidentemente non si può fare a meno di ingaggiarti perché la tua musica, anche senza spinte, è arrivata eccome ai piani alti. Una volta hai dichiarato “Ogni concerto, per un piccolo artista che lotta contro i mulini a vento, è un avvenimento unico e importante. Davanti a 10 o a mille persone rimane l’impegno e il rispetto per chi sta lì ad ascoltare cos’hai da dire”. Ci racconti chi è Michele musicista e la strada che ha fatto fino a oggi?
Guarda, la strada che ho fatto sono i 650 Km che separano Roma, mia città d’adozione, dalla mia amata Soverato in Calabria. Battute a parte posso ripetere, come ho sempre detto, che il mio primo lavoro è quello del cantautore, del compositore e del musicista (anche se tanti faticano ancora oggi a vederlo come un lavoro) e faccio la fame, per hobby insegno musica e riesco a guadagnare per la sopravvivenza. Nella mia lunga carriera di cantautore, anche se non se n’è accorto quasi nessuno, ho realizzato sei album. L’ultimo è uscito il mese scorso, il titolo è “Fermo al piano (Musica per ascensori)”… cercatelo in rete e ascoltatelo. Non dico a chi legge di comprarlo perché capisco che è un azzardo troppo grande. Dal 2010 ho iniziato a collaborare con delle società di produzione televisiva e cinematografica e riesco almeno una, due volte l’anno, a piazzare delle musiche in progetti diversi, che spesso hanno la fortuna di essere trasmessi in TV. Dal 2015 sono cofondatore e tastierista della Rino Gaetano band, la tribute ufficiale seguita dalla famiglia Gaetano. Ora su due piedi non mi viene in mente nient’altro ma se siete curiosi potete andare sul mio sito www.micheleamadori.it.
In un tempo di estrema confusione, la musica dei cantautori può ancora essere un mondo da cui i ragazzi giovani possono attingere per sognare e per sentirsi meno soli?
Posso essere sincero? D’impatto direi di no, mi rifugio allora dietro un non lo so. In tutta questa confusione, estrema confusione, già è tanto riuscire ad accorgersi di un cantautore e ascoltare con attenzione un paio di sue canzoni. Io, nell’adolescenza attingevo dai grandi cantautori: Baglioni, Battiato, Battisti, Conte, De André, De Gregori, Gaetano… e mi fermo qui. La lista è lunga. Oggi chi sono i punti di riferimento?
Dove ti possiamo seguire prossimamente live e nei negozi con i tuo cd?
Bella domanda. Non so cosa rispondere. Navigo a vista per quanto riguarda i live. Ci sono delle isole felici disposte a investire su un cantautore sconosciuto? Per quanto riguarda il mio ultimo album, non avendo un’etichetta discografica, è possibile trovarlo soltanto nelle piattaforme digitali oppure chiedendomi l’amicizia su Facebook e garantisco che spedisco personalmente il CD. Su Roma lo consegno porta a porta!!! 🙂
Ecco, appunto, la troppa umiltà (n.d.r.)

2 Comments
Sono orgogliosa di avere un nipote cosi’ preparato e sensibile.
Concordiamo anche noi Signora Rita. Un caro saluto, il team de L’Ordinario.