Che cosa ci fa un’ex modella di successo, oggi scrittrice, in Giappone? Guarda Tokyo al di là dal vetro, per dirla con titolo di un suo libro; coltiva il suo amore per il marito nipponico; conduce una vita “ordinaria” ma dopo un viaggio – “straordinario” e “definitivo” – da Camaiore, dove è nata, al Sol Levante. Lei è Claudia Fambrini e dopo il diploma magistrale e alcuni corsi di perfezionamento in inglese, si interessa precocemente al mondo dello spettacolo e… facciamocelo raccontare da lei.
“A 15 anni mi iscrivo alle selezioni di Miss Italia e inizio a frequentare scuole di portamento. A 20 mi trovo sulle passerelle di Benetton e Burani. E inizio anche a lavorare come insegnante di portamento nelle palestre e opinionista nelle tv regionali”
Comincia, per la nostra protagonista, un periodo di intense soddisfazioni nel mondo della moda. I concorsi di bellezza vinti sono tanti e importanti, tra cui l’ambita fascia di Miss Versilia 1998, Miss Ragazza Daewoo Toscana 2000, Miss Bikini, Finalista nazionale Miss mamma italiana, finalista nazionale Miss Baby Over. Senza contare il ruolo di valletta di una trasmissione di satira calcistica su Sky e tanti articoli sui quotidiani nazionali. Poi, all’improvviso, il Giappone. Quasi come il titolo del suo primo libro, “Tokyo all’improvviso”, una narrazione autobiografica di un cambiamento tanto causale, all’inizio, quanto radicale.
“Mi ha trascinata mio figlio Daniele che all’epoca era appena diciottenne, e che desiderava visitare Tokyo. Per me fu un fulmine a ciel sereno, il Giappone non rientrava proprio nei miei progetti di viaggi o interessi, dopo mesi di discussioni ebbe la meglio, decisi di partire con lui 10 giorni e avventurarmi nel Sol Levante dove appena conoscevo la parola sushi!”
Non si sa se a tavola mangiando pesce crudo, ma il boccone più prelibato arriva quando incontra Takashi, un manager delle telecomunicazioni che nel giro di poco tempo, a settembre del 2015, diventa suo marito, e con cui da allora vive nel quartiere Hikarigaoka della Capitale. Dai viaggi e dal matrimonio nasce una nuova vocazione, la scrittura.
“Il mio libro “Tokyo all’improvviso” parla appunto del mio primo viaggio a Tokyo, della relazione con un uomo nipponico conservatore (precedente alla relazione matrimoniale, ndr.) e di ciò che avevo scoperto in una terra così lontana. Il mio secondo libro uscito la scorsa estate, “Tokyo di là dal vetro” (Qui puoi vedere il booktrailer) , racconto del mio trasferimento in Giappone, del mio matrimonio, delle incommensurabili difficoltà che ho trovato come donna occidentale all’interno di schemi rigidi e regole antiche di cui fa parte la società giapponese, tutto ciò che ho vissuto, momenti belli e non, al di là dal vetro dell’appartamento dove abito a Hikarigaoka.
Oltre ai libri, per Fambrini si aprono le porte del settimanale Di tutto, con una rubrica dal titolo Un’italiana a Tokyo, in cui racconta le curiosità quotidiane della sua nuova Patria.
“Sì, ho scritto due articoli anche sul noto Mistero Magazine, dal programma fenomeno di Italia 1, dove ho parlato delle urban legend in Japan e della famosa e misteriosa foresta dei suicidi Aokigahara ai piedi del monte Fuji, andando personalmente a scattare materiale fotografico. Lo scorso mese la famosa rivista Confidenze ha pubblicato la mia storia in Giappone e nel mese di ottobre sono stata ospite su Rai 3 a Buongiorno Regione (Qua l’intervista).
Quasi scontato chiederle le principali differenze culturali fra i due mondi.
“Tante, forse più di quello che possiamo immaginare dal comodo divano di casa. I giapponesi non tollerano il confronto diretto, tengono tutte le emozioni dentro, sia positive che negative, mentre noi italiani esterniamo e discutiamo. Loro no, loro per cultura non devono litigare, insieme alla loro società che li accartoccia come lattine con orari di lavori assurdi passando gran parte della giornata non solo chiusi nelle aziende ma anche sui treni iperaffollati; e che li avvinghia a imposizioni culturali, a partire dal saluto a seconda del rango sociale della persona che ci si trova di fronte, dal modo di sedersi a tavola, dagli inchini. C’è da dire che non si aspettano niente dagli stranieri, che considerano per lo più turisti, nessun obbligo soprattutto se non si ha a che fare l ‘ambito di lavoro. Teniamo anche presente che il Giappone è un paese fortemente maschilista. Mio marito ha una mentalità aperta, ha viaggiato molto e non adotta con me questo comportamento, ma ancora si leggono notizie di concorsi in ospedale o in comune dove la figura maschile anche senza merito scavalca quella femminile”.
Avranno anche dei pregi, questi giapponesi…
“Uno, fantastico, è la sicurezza; la criminalità è inesistente”.
Ma cosa fa Claudia a Tokyo?
“In Giappone produco una quantità di pagine pari a una libreria, vuoi perché sono lontana da casa, vuoi perché tale lontananza mi dà l’ispirazione di creare nuovi articoli, racconti che poi porto con me nelle tv e riviste italiane”.
Nel 2020 Tokyo ospiterà le Olimpiadi. Come si sta preparando la città?
“Credo che non sia un Paese pronto a livello culturale ad accogliere un evento che vede il mondo intero girovagare per Tokyo, ma per quanto riguarda gli impianti e le infrastrutture sono al top e garantiranno il massimo confort e l’adeguata grandiosità all’evento”.