Il mondo della cultura e dell’editoria, in particolare la piccola e media editoria, già in difficoltà prima dell’emergenza sanitaria, sono adesso tra i numerosi settori che lamentano più perdite, con grida di aiuto che arrivano da tutti i comparti. Festival e premi letterari annullati o spostati a chissà quando, librerie chiuse dai provvedimenti perchè non ritenuti beni di prima necessità (davvero, ci chiediamo? Lo stare chiusi in casa presupporrebbe il contrario…), colossi della distribuzione on line che boicottano il “bene” libro nelle consegne, autori con presentazioni allo stop per mesi e mesi. Solo per citare alcuni esempi, ma la lista è lunghissima.
Una settimana fa, dopo aver messo in campo anche progetti specifici per continuare a vendere il catalogo dei libri, alcuni editori hanno cominciato a far sentire la propria voce. In modo particolare, Andrea Giannasi, storico e ideatore e direttore di Tralerighe libri ( http://www.tralerighelibri.it/ ), casa editrice indipendente nata a Lucca nell’autunno del 2013 che racchiude altre case editrici e tante importanti iniziative come Festival, riviste e premi letterari, ha lanciato un appello alla Regione Toscana che è diventato anche una petizione con raccolta firme.
La copertina dell’appello – petizione lamciato da Giannasi
“Abbiamo lanciato un invito alla Regione Toscana – spiega Giannasi nella petizione – affinché vengano prese misure immediate per salvare il mondo del libro in Regione. Non basteranno gli appelli, le petizioni, le grida di aiuto o di protesta a salvare uno dei rami (già per altro fortemente in crisi) culturali della nostra regione: il sistema librario. Servono atti concreti e in breve tempo. Già in difficoltà da tempo, ora il settore dell’editoria si trova di fronte ad un muro invalicabile. In questo momento la piccola e media editoria, così come le librerie indipendenti e tutti i segmenti che ruotano intorno al libro come le agenzie letterarie, i piccoli distributori regionali, i promotori, gli editor, i grafici, gli addetti stampa (figure quasi tutte con partita iva), le tipografie rischiano seriamente di chiudere i battenti. A distanza di quasi un mese dalla totale chiusura solamente Amazon e in piccola dimensione alcuni altri store in rete, stanno reggendo il grave colpo. Tutti gli altri sono fermi. Immobili. Secondo i primi dati dell’Osservatorio dell’Associazione Italiana Editore ad oggi avremo 18.600 titoli pubblicati in meno in un anno, 39,3 milioni di copie che non saranno stampate, 2.500 titoli che non saranno tradotti. Ma si tratta di una valutazione in prospettiva 2020 sapendo già che la valutazione è forse già ampiamente superata. E purtroppo i dati sono destinati a peggiorare. Le case editrici, le librerie indipendenti e tutti i settori legati al libro chiedono a gran voce aiuto alla Regione Toscana. Le strade possono essere molte: l’acquisto di stock di libri di piccoli e medi editori (tramite un bando pubblico su Start)libri da destinare poi alle biblioteche toscane; interventi per le piccole librerie indipendenti e le tipografie con un sostegno concreto per gli affitti e le utenze; un aiuto alle partite iva e figure professionali che vivono nel mondo del libro. La Regione Toscana apra subito un tavolo per censire tutte le attività e definire in breve tempo una mappa del mondo del libro, poi destinare risorse e in brevissimo tempo mettere sul tavolo sostegni concreti. Salviamo la Toscana del mondo dei libri”.
Per chi volesse aderire alla raccolta firme, questo è il link su Change:
Nel momento in cui vi scriviamo è partita anche un’altra raccolta firme per riaprire immediatamente le librerie, un’iniziativa a cura di alcuni autorevoli scrittori tra cui Gianrico Carofiglio e Franco Arminio, solo per citarne due, che si è estesa poi a personaggi importanti della cultura italiana. Per firmare: osservatoriodelsud@gmail.com.
In un momento in cui i comparti cultura ed editoria si stanno mobilitando, noi de L’Ordinario, tra i promotori, tra l’altro, insieme a Nps Edizioni, del Festival Lucca Citta di Carta (https://www.luccacittadicarta.it/ ) tra i tanti festival già slittati e comunque “a rischio”, possiamo solo firmare e unirci compattamente ai nostri colleghi. Oggi abbiamo voluto risentire Andrea Giannasi, dopo il lancio della sua petizione, Salviamo la Toscana del mondo dei libri, ed ecco che cosa ci ha detto.
“Con l’emergenza Cocid-19 stanno venendo al pettine tutti i nodi e gli errori compiuti negli ultimi anni. E’ sotto gli occhi di tutti che l’aver impoverito la sanità ha creato oggi ritardi e difficoltà crescenti. E purtroppo chi è in prima linea, come i medici familiari, sta pagando l’aver compiuto il proprio dovere senza alcuna protezione. Gli altri nodi evidenti riguardano la scuola e l’intero sistema culturale del nostro paese. In particolar modo il mondo del libro. Negli ultimi venti anni non c’è mai stata una politica seria e concreta rivolta all’aumento dei lettori, con proposte e azioni programmate nel tempo. Le biblioteche comunali arrancano (quando ancora resistono aperte), tutta la filiera editoriale è in regime di crisi da sempre, ormai, i distributori chiudono perché poco prima di loro hanno chiuso le librerie indipendenti. In questo tempo sospeso abbiam tempo di rivedere tutto questo e comprendere che per troppo tempo ci diamo dimenticati di curare il corpo e di nutrire l’anima.
Impegnati come eravamo e siamo nel correre, abbiamo lasciato indietro – nel delirio di onnipotenza disegnato dal consumismo – l’uomo. Noi compriamo e consumiamo, ma non viviamo e i libri, l’arte, la cultura in genere sono espressione viva della vita.
Ecco perché ora bisogna chiedere politiche nuove anche nel mondo della cultura letteraria”.