Una passeggiata a -30°C in costume? Siamo in Russia a Yetkul nella regione di Chelyabinsk negli Urali del sud al confine con il Kazakistan, un’oasi termale nel mezzo della steppa russa, un cuore caldo che si apre nel gelo bianco del sud degli Urali.
Le terme sono una tradizione che fa parte della storia dell’umanità da sempre, l’acqua è considerata da molte culture e anche nella mitologia come l’origine della vita. Sulle sorgenti l’uomo ha spesso costruito templi e centri di culto, nell’acqua avviene il battesimo e in molte culture i riti di iniziazione sono legati al liquido da cui proviene la vita. Sulle rive dei grandi fiumi della Mesopotamia sono nate le prime culture agricole e sul Nilo è nata e cresciuta una delle più grandi civiltà dell’antichità. Ovunque nel mondo esistono sorgenti calde dovute ad acque geotermali, scaldate naturalmente nel sottosuolo ad opera di magma o gas naturale. Dobbiamo arrivare però fino all’Impero Romano per avere un vera e propria funzione sociale: nelle terme si scambiavano informazioni, avvenivano incontri professionali, ci si rilassava e si lavorava, quello che oggi possiamo vedere in qualsiasi piazza o bar. Sono i romani che, nel mondo occidentale, hanno diffuso la cultura e l’utilizzo delle terme così come le conosciamo oggi: un percorso che alterna il caldo (calidarium) con ambienti freddi (frigidarium) e zone di relax (tepidarium).
In tutto il mondo oggi le terme seguono ancora la stessa logica e non fa eccezione il centro termale di Yetkul, ma prima dobbiamo arrivarci, il viaggio è affascinante specialmente in inverno, quando le temperature rimangono abbondantemente sotto zero da ottobre fino a marzo. Yetkul è un piccolo paese nella regione di Chelyabinsk, siamo nel sud degli Urali, la catena montuosa che segna geograficamente il confine tra Europa e Asia, il confine con il Kazakistan è a poco più di 100 km. Il posto è conosciuto con il nome di Sanatorio, termine utilizzato fin dal 1800 nell’Europa centrale, quando austriaci e tedeschi scoprirono le doti benefiche della natura sulla salute delle persone, principalmente sulla costa mediterranea e in ambienti alpini. Anche in russo si dice nello stesso modo: sanatoriy – санаторий. L’ambiente intorno a Chelyabinsk è caratterizzato da foreste di conifere e betulle, con grandi praterie che si alternano ai boschi. I rilievi sono quasi inesistenti, il paesaggio risulta dolcemente ondulato e si viaggia per ore senza che l’orizzonte abbia grandi sconvolgimenti: un’infinita linea di alberi. In inverno i colori scompaiono, il nero dei tronchi è una fascia che spezza il bianco del cielo dal bianco della neve. In poco più di 40 minuti dalla città di Chelyabinsk si arriva in auto al centro termale, un viaggio decisamente ovattato. Lasciamo la strada principale, giriamo a destra e l’asfalto scompare sotto uno strato compatto di neve e ghiaccio, la foresta si infittisce, si intravede un lago sulla destra, tra gli alberi, che in estate è un apprezzato luogo di villeggiatura. Arrivati nel parcheggio veniamo avvolti dal vapore derivato dalle piscine calde e dalle grandi caldaie usate per portare l’acqua ad una temperatura fino a 40°C. Il vapore si congela istantaneamente intorno a qualsiasi oggetto presente nella zona, gli alberi, le auto, le costruzioni, i capelli, tutto viene avvolto da un delicato strato di ghiaccio bianco che si scioglierà solo a marzo.
Il centro termale è composto da vari ambienti tra cui una grande piscina al coperto dove si possono svolgere attività sportive e rilassarsi in un ambiente caldo. La parte migliore e più caratteristica, però, è fuori, le piscine esterne hanno la temperatura dell’acqua che varia da 35°C a 40°C e per arrivarci bisogna lasciare l’accappatoio appeso internamente e uscire ad una temperatura non sicuramente confortevole; non pensate nemmeno di lasciare l’accappatoio a bordo piscina, lo ritroverete congelato e inutilizzabile.
Durante la nostra visita la temperatura massima è stata di -11°C vicino alle piscine e -20°C non appena ci si allontana dall’acqua. A queste temperature lo shock termico è estremo e i due ambienti tradizionali termali – calidarium e frigidarium – sono fondamentalmente nello stesso posto. Bisogna rimanere immersi nell’acqua fino alla bocca, non è raro avere il ghiaccio sui capelli, per questo motivo spesso viene utilizzato il tradizionale cappello di feltro utile anche in sauna, ne avevamo parlato nell’articolo sulla tradizionale banja russa . La sauna è presente a bordo piscina, la temperatura è di circa 80°C, lo sbalzo termico tra l’esterno e l’interno può tranquillamente essere superiore ai 100°C. Siamo consapevoli che a leggere queste descrizioni sembra che sia una tortura più che un toccasana, ma le cose vanno fatte con consapevolezza e i tempi vanno bilanciati correttamente. In sauna 10-15 minuti sono sufficienti, i tempi variano da persona a persona, e l’immersione in acqua può essere fatta a volontà. Dopo due o tre cicli di sauna e piscina il corpo ha assorbito abbastanza calore e si può rimanere all’aperto per qualche minuto nella neve a respirare a pieni polmoni l’aria fresca degli Urali. Esiste inoltre una piccola piscina con l’acqua a circa 5°C dove ci si può immergere per pochi secondi per poi tornare in sauna. Questa alternanza di temperatura apre i vasi sanguigni e la circolazione è la prima a trarne i benefici, ma, ovviamente, non bisogna portare in dote problemi cardiaci. Se dopo essere stati al freddo, oppure essersi immersi nell’acqua si torna in sauna, la prima sensazione è di dolore, come se migliaia di aghi fossero infilati con forza in piedi e mani. Questo è dovuto al fatto che quando il nostro corpo è esposto al freddo il sangue viene concentrato nel torace e nella testa per mantenere la temperatura e le funzioni vitali, mentre gli arti vengono lasciati soli. Così, al momento del ritorno al caldo, il sangue torna impetuosamente a piedi e mani allargando e rinvigorendo i vasi capillari. E’ una terapia d’urto non adatta a chi ha già patologie in corso e va effettuata con attenzione.
La sensazione dopo un pomeriggio passato così è di forza e benessere, è una terapia shock che risveglia letteralmente i tessuti del nostro corpo. A questo dobbiamo aggiungere i benefici dell’acqua termale di Yetkul: il calore è artificiale, dato da grandi caldaie, in una delle piscine la stessa è immersa direttamente in acqua e si ha un po’ la sensazione di essere in cottura! Le acque degli Urali sono estremamente dure e sulfuree, dal rubinetto delle case l’acqua è imbevibile e si sente il tipico odore di zolfo che non è molto gradevole all’olfatto; a Baden Baden i minerali presenti sono: Boro, Manganese, Zinco, Cadmio, Bicarbonato di Sodio, Ione di bromo, Nitrati, Solfati, Ferro, Calcio, Magnesio, Jodio e Sodio. L’acqua proviene da una sorgente artesiana ad una profondità di 200 m, questo garantisce la purezza e la non presenza di elementi inquinanti. Abbiamo passato mezza giornata in questo centro termale e possiamo tranquillamente dirvi che siamo sopravvissuti, e alla fine ci si sente molto bene e rilassati, pronti a festeggiare in una delle molto più impegnative cene russe fatte di cibo molto saporito alternato a brindisi a base di Vodka di una qualità eccezionale. Dopo così tanto relax, è proprio ciò che ci vuole, le tradizioni locali sono sempre le migliori in tutto il mondo!
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