L’Ordinario dentro la notte magica del Natale Ortodosso, ve lo raccontiamo da Mosca

Entrare in una chiesa ortodossa fa parte di quelle esperienze da provare almeno una volta nella vita: l’atmosfera è solenne e delicata nonostante le decorazioni opulente. Noi lo abbiamo fatto a Mosca, in occasione delle celebrazioni natalizie, per raccontarvi un altro modo di festeggiare il Natale, un’altra atmosfera: il Natale Ortodosso che si celebra nella notte tra il 6 e il 7 gennaio.

1. La Storia. Iniziamo da alcuni cenni storici: perchè il Natale ortodosso si celebra il 7 gennaio? Dobbiamo tornare ai tempi dell’impero romano, tutto nasce dall’imperatore Giulio Cesare. Il calendario creato dall’imperatore in vigore in tutto il territorio dell’impero aveva dei piccoli difetti di calcolo e nel XVI secolo aveva accumulato 10 giorni di ritardo, non rispettava più le stagioni e il trascorrere del tempo. Il papa di allora, Gregorio XIII, decise quindi di allineare il calendario in uso con il trascorrere del tempo astronomico e cancellò letteralmente le 10 giornate in eccesso, riformò il calcolo dei giorni istituendo gli anni bisestili. Proprio il 2020 sarà uno di quelli, motivo per cui avremo il 29 febbraio e 366 giorni.

Il dubbio quindi adesso è: ma sono gli Ortodossi che celebrano in ritardo o i Cattolici in anticipo? Questo è un quesito senza risposta, ma è chiaro che sono due verità opposte che non si escludono, sono solo due punti di vista della stessa cosa. Un modo di pensare che possiamo applicare a qualsiasi evento della nostra vita, a un qualsiasi credo o dogma che ha spesso il suo opposto altrettanto vero. Qui però rischiamo di aprire un altro argomento che ci porterebbe lontano dal nostro obiettivo.

Torniamo alla Notte Santa, il Natale è vicino. Il 6 gennaio i fedeli aspettano la mezzanotte in chiesa, le celebrazioni proseguono fino all’alba con cantilene, celebrazioni, preghiere e liturgie. Decidiamo di iniziare il nostro tour notturno in una delle più antiche chiese di Mosca che si trova sulle rive del fiume Moscova di fronte al Cremlino: la chiesa della Santissima trinità. Piccola, incastonata tra palazzi sovietici anonimi dove abitavano i maggiori rappresentati dell’Unione Sovietica. La chiesa contrasta con tutto ciò che le sta attorno perchè è molto colorata: rossa, gialla, blu, con bellissime decorazioni geometriche. Apriamo il portone in legno e all’interno troviamo un ambiente caldo: luci soffuse, odore di incenso e piccole sottili candele gialle di cera che bruciano lentamente a decine sui candelabri disposti davanti alle icone.

2. I vestiti – Le donne della chiesa, quelle che noi chiamiamo perpetue, puliscono costantemente i bracieri dalla cera e rimuovono le candele esaurite. Ogni chiesa è differente, ha una propria peculiarità e si celebra in modo unico. In questo tempio molte persone sono vestite con abiti arcaici, le donne hanno ampi abiti in feltro o lana con foulard che coprono le spalle e la testa, vestiti colorati, pesanti, che devono proteggere dall’inverno russo. Alcuni uomini hanno un cordino in mano di colore rosso e verde scuro con all’estremità una figura simile a un abete. Non è educato parlare con le persone in questi casi e quindi non siamo riusciti a chiedere più spiegazioni sul significato dei simboli. I bambini hanno una corda intorno alla vita che segna il maglione in lana bianco con disegni geometrici blu lungo fin sotto al sedere. Il cordino ha vari colori: rosso, oro, verde; all’estremità c’è una nappa che contribuisce alla decorazione e pende sulle gamba fino quasi al ginocchio.

3. La preghiera – Capiamo poco della preghiera, ma si percepisce il senso, i ritmi sono incalzanti, continui, ipnotici, e i movimenti seguono le parole. La croce viene simboleggiata portando la mano, con le dita a formare un becco, a toccare prima la fronte poi lo stomaco per proseguire sulla spalla sinistra e poi la destra. Ogni tre volte di questo movimento, si fa un inchino o ci si inginocchia. I movimenti in questa precisa sequenza vengono ripetuti all’infinito per tutta la durata della cerimonia. Velocità differenti, pause, ripetizioni. Tutto è costruito in modo che i canti, i suoni, gli odori, le luci, i movimenti siano costanti, senza sosta, ripetitivi.

4. Una notte mistica. Ci spostiamo, usciamo per strada, la notte non è fredda, si dice che sia uno dei più caldi inverni degli ultimi 140 anni, non c’è neve e la temperatura è prossima allo zero. Passiamo davanti alla principale chiesa di Mosca e di tutta la Chiesa Russa: La cattedrale dedicata a Cristo Salvatore, dove il patriarca di Mosca celebrerà il rito principale a anche il presidente Putin sarà presente. Non possiamo entrare, tutta l’area è militarizzata e solo su invito si può partecipare alla cerimonia, probabilmente prima delle 10.45, ma non riusciamo ad avere informazioni certe. Passiamo oltre, andiamo a cercare le persone nelle chiese secondarie, più intime e meno politicizzate. Qua fuori lo schieramento di forze a protezione della cerimonia è cospiquo, ma non ci sono quasi persone a esclusione di qualche gruppo di turisti e delle troupe televisive per le dirette dei telegiornali.

5. Dentro il monastero femminile di Zaikonospassky. Continuiamo il nostro pellegrinaggio durante questa magica notte di Natale, ci dirigiamo verso il monastero femminile Zaikonospassky; entriamo dal portone e subito troviamo piccoli “spacci” che vendono dolci e prodotti artigianali prodotti dalle monache. La chiesa è stracolma, è difficile muoversi all’interno degli ambienti, resi ancora più piccoli dai lavori di ristrutturazione. Anche se non ci sono divieti in evidenza, conosciamo queste tradizioni e non facciamo fotografie per rispetto. Ci posizioniamo quindi in un angolo vicino a un ripetitore per registrare un piccolo momento della preghiera per darvi la sensazione dell’incalzante e costante monotonia delle voci. Qui trovate la clip audio. Il sacramento della confessione esiste anche nel rito ortodosso, avviene però in pubblico e non al chiuso dei confessionali. I sarcedoti/monaci ricevono le richieste negli ambienti del monastero, non ci sono panche o sedie, si rimane sempre in piedi. I sacerdoti appoggiati ad un leggio coperto da un lenzuolo cerimoniale ascoltano ciò che i fedeli hanno da dire in compagnia del libro delle preghiere da cui sceglieranno quella più adeguata per l’espiazione dei peccati.

6. Il monastero maschile di Zaikonospassky. Lentamente usciamo dal monastero, attraversiamo nuovamente il portone di ingresso e ci troviamo ancora sulla strada principale in direzione del Cremlino. Il nostro obiettivo, ultimo della serata, è il monastero maschile di Zaikonospassky, sulla via Nikolskaya, centro del lusso e dell’opulenza dai tempi dell’URSS. Nikolskaya prima di diventare la via più turistica di Mosca, dove tutti i maggiori marchi del settore espongono le proprie mercanzie, era chiamata Via Sacra ed era l’inizio del percorso che porta all’anello dorato: complesso monastico che occupa tutta la regione ad est di Mosca. Siamo di fronte alla chiesa e non c’è nulla che possa far capire cosa si nasconde oltre al portone metallico, sembra l’entrata di un normale cortile. Ci lasciamo alle spalle le luminarie natalizie e il centro commerciale GUM per immergerci letteralmente in un’altro luogo, un’altro ambiente, un’altra atmosfera. Le celebrazioni avvengono nella cripta del monastero, scendiamo pochi scalini, ci troviamo in un ambiente rude, forte, i pilastri e le volte che sorreggono la chiesa sovrastante sono sopra le nostre teste, il soffitto è basso.

Oltre alle icone non si sono altre decorazioni, la luce calda e danzante delle candele illumina le facce delle persone che pregano. I fedeli lasciano le proprie giacche appese a una rastrelliera all’inizio della chiesa, la temperatura è decisamente alta per i pesanti giacconi invernali. I canti, rispetto al monastero femminile, sono più morbidi, più melodici, qui potete ascoltarne un estratto. Le persone sono più rilassate, l’ambiente è meno solenne delle altre chiese, ma allo stesso tempo molto formale. Gli uomini creano un gruppo sulla destra della chiesa, le donne a sinistra. Non ci sono scritte o indicazioni, le persone sanno come comportarsi. I sacerdoti si preparano al momento dell’eucaristia. I fedeli si mettono in coda davanti al sacerdote e al calice, un tessuto color porpora viene posto sulle spalle della persona e questa, dopo aver ricevuto il sacramento, con le braccia incrociate sul petto, cammina verso un altro tavolo nella parte opposta della chiesa per ricevere il pane benedetto e bere un bicchiere di tè. A questo punto il rito è concluso e i fedeli ritornano in piedi davanti all’iconostasi. Si tratta della parte divisoria, solitamente in legno, dove sono dipinte tutte le icone dei santi e dei profeti specifici della chiesa. L’iconostasi separa la parte dove i fedeli possono accedere dalla sezione dedicata solo ai sacerdoti e dove la messa ortodossa viene celebrata. Difficilmente si vede il sacerdote, si sentono solo le preghiere e si segue la liturgia. Attendiamo qualche minuto e poi usciamo dalla chiesa dove, in questo caso, ci aspetta un tè caldo e un buonissimo tortino con la marmellata di albicocche.

7. Il rientro alla realtà (meno mistica). Si sono fatte le due e la metro è quasi in chiusura, meglio tornare a casa se non voglio rimanere a piedi. Le celebrazioni però continueranno per tutta la notte e per tutto il giorno del Natale.

I riti ortodossi sono lenti, e l’incalzare costantemente ipnotico delle preghiere e dei canti crea l’atmosfera mistica ideale per lasciare all’esterno la caotica, veloce e rumorosa vita quotidiana per focalizzarsi su sè stessi e sul rapporto con Dio, qualsiasi esso sia. Questa tipologia di dialogo con la divinità è molto diffusa e possiamo dire che è la più comune tra tutte le religioni. Si avvicina al concetto della meditazione, probabilmente è una sorta di meditazione, e permette, anche fisicamente, di estraniarsi da tutto ciò che non sia anima. Entriamo in metro, siamo sulle scale mobili e tutto torna alla normalità. Sentiamo in lontananza lo stridore forzato delle ruote metalliche sui binari… ci ricordiamo di essere a Mosca, ed ora è tempo di andare a dormire.

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2 Comments

  • Un bellissimo articolo! Mi sono immersa nella lettura e mi è sembrato proprio di vivere l’atmosfera natalizia. Non ho sentito affatto la mancanza di fotografie.
    Grazie per averci fatto vivere quest’esperienza!
    Natalia

    • Grazie di cuore cara Natalia, quando riusciamo a trasportarvi dentro una storia o un’atmosfera ne siamo sempre molto felici. Un abbraccio!

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