Uno sport che azzera le distanze tra disabili e non. Tutti seduti senza poter muovere il proprio bacino dal pavimento. Come è nata questa disciplina? Chi ha iniziato la prima volta e perchè?
Sitting Volleyball (pallavolo da seduti) – Siamo tutti abituati a vedere le cose da una prospettiva comune. È però sempre possibile cambiare il punto di osservazione per coprire nuove sfaccettature della medesima realtà. Avete mai provato a sedervi davanti alla rete di pallavolo? Alta e insormontabile, vero? Lo sport è uno dei principali mezzi di socializzazione e si può adattare a tutti. Lo sport paralimpico è una realtà consolidata che coinvolge migliaia di persone nel nostro paese.
Oggi vi parliamo della pallavolo, sport per disabili? Non direi proprio. Tutti possono giocare, basta stare seduti, molto semplice. L’inclusione è uno degli obiettivi, rimuovere la dicitura di sport per disabili e lasciare semplicemente sport.
La storia del sitting volleyball (pallavolo da seduti)
Per capire meglio le origini dobbiamo viaggiare fino al 1956 in Olanda quando la disciplina appare per la prima volta. Lo scopo era permettere agli innumerevoli soldati, feriti o amputati, della seconda guerra mondiale di praticare sport. Avere un’attività fisica costante migliora le relazioni sociali e le capacità di recupero fisico dei feriti. Lo sport è un fantastico catalizzatore per incrementare il benessere psichico delle persone, sia da un punto di vista chimico (endorfine) che emozionale (interazione con altri). Le migliaia di reduci della guerra avevano bisogno di uscire dalle proprie case, di socializzare. Le città non erano molto “accessibili” e il welfare iniziava a muovere i primi passi in quegli anni.
Facciamo un balzo nel tempo di quasi vent’anni, rimaniamo in Olanda, ad Arnhem nel 1980, quando la versione maschile divenne sport paralimpico per la prima volta. Dobbiamo aspettare però il 2004 durante i giochi estivi ad Atene per vedere anche il campionato femminile.
Il regolamento è basato sulla pallavolo tradizionale. La rete è più bassa, simile al tennis, e il campo è un po’ più piccolo. La differenza sostanziale è che si deve star seduti. La zona pelvica deve essere obbligatoriamente appoggiata al terreno di gioco. Esiste anche la versione in carrozzina, ma lo sport ufficiale paralimpico si svolge da seduti.
Il sitting volleyball in Italia (pallavolo paralimpica)
Cosa succede in Italia? La realtà della pallavolo da seduti nel nostro paese è relativamente nuova. Solamente nel 2013 la disciplina sportiva entra a far parte della FIPAV (Federazione Italiana pallavolo) e inizia quindi la storia della nazionale in ambito sportivo. Nel 2018 è stato organizzato il secondo campionato a squadre e se vorrete iscrivervi questo è il link con il regolamento.
Nonostante la giovane età i risultati non si fanno attendere. In Olanda dal 15 al 22 luglio 2018 si sono svolti gli ultimi mondiali che hanno visto la debuttante nazionale femminile italiana conquistare un’eccezionale quarto posto, battendo la nazionale Iraniana 3-1.
Le paralimpiadi
Svoltesi per la prima volta a Roma nel 1960 ormai affiancano ogni edizione dei giochi olimpici. Negli stessi stadi, un mese dopo, gli atleti paralimpici si contendono le medaglie d’oro argento e bronzo. Nella pallavolo da seduti le squadre regine degli ultimi anni sono Bosnia Erzegovina e Iran, per il maschile. Cina e USA si contendono invece il campionato femminile. Dall’edizione di Seoul 1988 le squadre di Bosnia Erzegovina e Iran si sono sempre contese il gradino più alto del podio. La federazione bosniaca ha attualmente una collaborazione tecnica con la federazione italiana per aiutare nell’organizzazione del campionato e migliorare le nazionali per poter raggiungere l’obiettivo qualificazione alle prossime paralimpiadi di Tokyo 2020.