Il Natale Ortodosso cade il 7 gennaio, come festeggiano i russi? Quali tradizioni ci sono in famiglia e come viene celebrato nelle strade? Vi spiegheremo come i russi celebrano il periodo più buio dell’anno, dalle tradizioni pre-cristiane ad oggi.
Quando si parla di Natale, in Russia si identifica un periodo di tempo di festeggiamenti che va dal 31 dicembre, una delle festività tradizionali più importanti, fino al 19 gennaio, epifania ortodossa. E’ molto importante fare una precisazione: durante il periodo sovietico le celebrazioni religiose erano vietate e, in generale, la religione, era praticamente inesistente. Questo significa che molte famiglie sono oggi atee e spesso non esistono celebrazioni in casa per le festività religiose, ma solo celebrazioni “civili”.
La religione Cristiana Ortodossa segue il calendario Giuliano, istituito da Giulio Cesare, differente da quello usato dai Cristiani Cattolici, e in generale nel mondo, per la non applicazione della riforma di Gregorio XIII in uso dal 1582 . Questo significa che le date sono “posticipate” di 13 giorni e, così, Natale cade il 7 gennaio e l’Epifania il 19 dello stesso mese. Una delle feste più importanti per i russi però è il 31 dicembre, una festa civile, che non corrisponde esattamente al capodanno da tutti conosciuto. Questa è la giornata per decorare l’albero e ritrovarsi in famiglia prima dei festeggiamenti con gli amici. Nella notte a cavallo tra dicembre e gennaio per i bambini arriva Nonno Gelo (Ded Moroz – Дед Мороз) con la nipotina Nevina (Sneguročka – Снегурочка), I due personaggi sono rappresentati sempre vestiti di azzurro e pelliccia bianca, solo durante il periodo sovietico il colore era diventato rosso per propaganda. La mattina del primo gennaio i bambini trovano doni e dolciumi sotto l’albero addobbato la sera precedente.
Anche il “fattore” cibo, ovviamente, si differenzia. Per noi italiani non esiste celebrazione che non sia associata a un piatto tradizionale, ma non è ovunque così. In Russia non esistono dei veri e propri piatti tipici per il Natale, ma dei cibi che vengono consumati per tutto il periodo delle festività. In ogni casa ci sono sempre delle ricette segrete che non vanno condivise con nessuno, tra tutti possiamo citare i mandarini, simbolo di benessere e buon augurio; l’insalata invernale, conosciuta in Italia come insalata russa; la seledka pod shuboi (Селедка под шубой), il tipico pesce invernale, a volte affumicato, servito sotto un’abbondante guarnitura di barbabietole, carote, patate grattugiate e l’immancabile maionese. Un altro piatto tipico invernale è l’holodetz, una gelatina di carne (tagli poveri) con verdura di stagione, uova e aglio. Il tutto è accompagnato da abbondanti tazze di tè e dall’immancabile Vodka. Se avrete occasione di sorseggiare una di quelle fatte in casa sarà un’esperienza memorabile, e dimenticherete i terribili alcolici senza sapore che trovate negli scaffali di tutto il mondo. L’inverno russo è freddo, i piatti della tradizione sono estremamente calorici e ricchi di colesterolo, indispensabili per affrontare le rigidissime temperature invernali. Nelle grandi città della parte Europea una temperatura media normale invernale è di -15°C, ma in regioni come la Yakutia, nell’estremo nord occidentale si toccano i -50°C in luoghi abitati. L’energia del cibo è indispensabile, anche per l’umore, durante le lunghe e buie giornate invernali.
In chiesa, da tradizione religiosa, le celebrazioni proseguono per tutta la notte, a partire dalla mezzanotte del 6 gennaio. Le persone possono partecipare per il tempo desiderato alla messa, in pochi resistono fino al mattino e non esiste una vera e propria tradizione familiare, la vera festa è, come detto, il 31 dicembre.
C’è una tradizione che sta riprendendo vigore principalmente nei villaggi: i Kolyadka (колядки): canti tipici natalizi risalenti al periodo pre-cristiano. Sono tradizioni pagane e celebrano il giorno più corto dell’anno, in segno di un nuovo inizio. L’’arrivo della luce è atteso con ansia, ogni dio celebrato in questo periodo è sempre stato sinonimo di luce e speranza, l’energia che permette alla vita di risorgere dalle tenebre. Durante i canti Kolyadka una persona tiene in mano un’asta con una stella, e il gruppo intona le canzoni per le vie del paese. Chi vuole può donare dolci, cibo o monete di piccolo taglio agli impavidi che sfidano l’oscurità invernale. Una delle canzoni più popolari è “La piccola rondine” (Shchedryk – Щедрик), potete ascoltare qui la versione cantata da Tina Karol.
Siamo quindi tutti pronti ad affrontare il periodo più freddo e buio dell’anno in casa con amici o famigliari; mangiando, bevendo e godendosi la tradizionale sauna russa: la banja.