Caterina de’ Medici e la nipote Cristina di Lorena hanno invitato noi de L’Ordinario a palazzo per una colazione d’altri tempi. Una proposta così non si può certo rifiutare e, puntuali come un orologio svizzero, ci siamo presentati all’appuntamento. Non abbiamo potuto realmente fare un salto nel Tempo, ma con la visita teatralizzata realizzata dalla Fondazione Terre Medicee di Seravezza è come se fosse successo.
In una gelida domenica mattina di dicembre, le due nobili signore, hanno aperto le porte del Palazzo Mediceo di Seravezza, regalandoci una calorosa accoglienza tra le mura dell’edificio fatto costruire da Cosimo I de’ Medici nel 1560. La dimora principale di Cosimo era a Firenze ma volle edificare questo palazzo per sfuggire alla calura estiva fiorentina e per controllare da vicino i possedimenti di marmo e minerali che aveva in questa zona della Versilia.
Ma torniamo a noi. Caterina, regina consorte di Francia come moglie di Enrico II e reggente dal 1560 al 1563, ha varcato le Alpi per trascorrere le festività natalizie con la devotissima nipote Cristina, la quale vive da sola a palazzo, con la corte.

L’esperienza
La servitù ci ha accolto nel cuore culturale dell’edificio, facendoci trovare una sontuosa tavola apparecchiata nella biblioteca, con tovagliati ricamati a mano e stoviglie di prim’ordine. Brioches fatte arrivare dalla Francia dalla regina e biscotti, accompagnati da bevande calde, hanno ristorato e sciolto gli indugi delle due signore.
Conversando con la nipote, Caterina che poco par tollerare le mode francesi, ha raccontato le tante novità portate a corte come l’uso delle mutande, delle posate, la profumeria fiorentina, la preparazione di alcuni dolci da parte dei suoi pasticceri e altre cose ancora.
Dopo aver rifocillato noi popolani, le due signore, tenendosi le ricche gonne con le mani per non inciampare scendendo i gradini, ci hanno condotto nei sotterranei per mostrare i coppi di cotto dell’Impruneta, rinvenuti anni or sono nella muratura del palazzo. Un vero gioiello che ricorda i fasti di una corte ricca come solo quella dei Medici poteva essere in questa zona della Toscana.
Nonna Caterina de’ Medici ha voluto che la nipote mostrasse anche i pezzi più belli del corredo, realizzati con il telaio e ricamati a mano. Siamo saliti all’ultimo piano per ritrovarci al cospetto delle tessandore Loredana e Teresa, al lavoro su un prezioso ordito in cotone e una trama in fili d’argento.

Cristina di Lorena, alias Stefania Neri, ha mostrato alla nonna Caterina, nella vita di tutti i giorni Debora Simonelli, quel bel tavolo di breccia medicea commissionato proprio dal primo granduca di Toscana Cosimo. È uno dei pochi pezzi originali dell’arredamento rimasti tra quelle mura, spogliate nel corso dei secoli.
Un marmo ricco di sfumature violacee, noto anche come fior di pesco o marmo mischio, aveva però un grande difetto. Quando il tavolo fu consegnato nelle mani del committente, fu subito evidente la presenza della grande macchia bianca sulla superficie. Il Granduca tenne il tavolo difettato ma fece pagare una multa a chi lo aveva realizzato senza aver fatto troppo caso alla grazia di una superficie omogenea.
Le due facoltose signore, senza celare il rango sociale e l’educazione alla quale erano state avviate fin da piccole, sono state ottime guide. Preparate sulla storia del posto e in grado di rispondere a tono a qualsiasi domanda, hanno fatto trascorrere a noi “sudditi” una piacevole mattinata alla scoperta del Palazzo Mediceo di Seravezza e della sua incredibile storia.
La visita teatralizzata ha appassionato grandi e piccini ed è stata realizzata dalla Fondazione Terre Medicee di Seravezza.