Care future spose, unite sotto il sempre più sventurato vessillo #matrimoniointempodicoronavirus, ardite, innamorate e con il mantra ripetuto a più non posso di #iomisposoeccomesemisposo!
Non so voi come state messe, ma la sottoscritta inizia a sentirsi più descritta dal nuovo hashtag #cosaltropuòandarestorto?!
Dopo n° TOT rinvii, dopo essersi prima incazzate e poi rassegnate e poi di nuovo innervosite, dopo essere state vittime dello stress da DPCM, ecco all’orizzonte il nuovo scenario che si prospetta a chi deve organizzare la propria cerimonia: IL NULLA ASSOLUTO.
Nessun accenno a matrimoni, cerimonie, direttive su come muoversi, neppure un crudele ma onesto “quest’anno non ci si sposa, punto e basta”; a niente sono valse le proposte degli addetti ai lavori. Chi deve organizzarsi è prigioniero della selva più oscura e inimmaginabile, quella del “ci penseremo più avanti”.
Quindi di nuovo c’è il nefasto bivio già visto: “lo rimando di nuovo oppure continuo l’organizzazione?”
Già la parola “organizzazione” in questi giorni fa ridere istericamente, cosa possiamo organizzare?
Dopo essersi fatte andare bene le partecipazioni con una data sbagliata, se non addirittura le fedi con incisa la data dell’anno prima, dopo aver depennato chiunque fosse possibile dai propri invitati, un taglio delle teste da far invidia ai boia della Rivoluzione Francese, dopo i salti mortali di “data prestabilita + data di riserva”, siamo senza punti di riferimento. Tralascio la questione location e affini, perché prossimamente ci sarà una sorpresa che affronterà questo aspetto.
Io,ad oggi, ho le fedi (rigorosamente senza data incisa perché si sa, la sfiga ci vede benissimo!) e gli abiti da cerimonia.
Ma non ho la data.
Io e Adorato Sposo ci troviamo di fronte un nuovo, inedito e non preventivato ostacolo, da cui dipende la scelta della data, il famigerato “passaporto vaccinale”, cioè un documento che permetta a chi è vaccinato, ma non solo, di poter viaggiare senza dover sottostare alla quarantena preventiva.
La mia testimone arriverà dagli Stati Uniti, quindi per scegliere la data definitiva avrei bisogno di capire se quarantena sì-quarantena no, tampone sì-tampone no, se vale il fatto che sia già vaccinata oppure non conta nulla.
Amiche mie, impresa ardua, quasi impossibile.
Adorato Sposo tenta con la Farnesina: qui ci vuole il miracolo vero e proprio, perché il numero è occupato continuamente e, prima di prendere la linea, certamente si fonde il cellulare.
Allora inizia la faticosissima processione di telefonate e di rimpalli tra vari uffici, tra incertezze, dati inesatti, informazioni contrastanti.
L’avvilente realtà è che nessuno sa dirci se questo benedetto passaporto vaccinale sarà approvato né quando (qualcuno ci dice sconfortato che FORSE a giugno potrebbe divenire operativo) e noi ovviamente dovremo prendere prestissimo una decisione, l’ennesimo boccone amaro da inghiottire: lasciar perdere la nostra data del cuore e posticipare la cerimonia di 10 giorni per garantire alla testimone di fare la quarantena, fare un tampone e ricevere anche il risultato.
E poi anche, poverina, di andare dalla parrucchiera.
E tralascio la questione party, la questione luna di miele, le quisquilie come le bomboniere, i fiori, prendere appuntamenti vari con la parrucchiera, l’estetista, senza nemmeno rammentare il fotografo; o che si ha anche l’ardire di voler immortalare lo scambio delle fedi?!
Care future spose, coraggiose, senza tentennamenti ma esaurite, come state affrontando queste settimane? Cosa avete da aggiungere e suggerire all’argomento #cosaltropuòandarestorto?
Scrivetemi, commentatemi e tutte insieme restiamo unite al grido convintissimo di #iomisposo!