Terre di Presepi, una “cordata” di volontari per rievocare Storia e tradizione

Natale, tempo di presepi. A Edoardo De Filippo, in Natale in casa Cupiello, il presepe piaceva più dell’albero. Probabilmente è anche il pensiero di un gruppo di persone della Valle dell’Arno che, cinque anni fa, ha dato vita a Terre di Presepi, un coordinamento di presepi artistici sorto con l’idea di valorizzare la storia dei propri paesi. L’anima di questo gruppo è Fabrizio Mandorlini, giornalista di San Miniato (PI), esperto di food e di tartufo – che sotto la Rocca è un’istituzione – con all’attivo centinaia di pubblicazioni sul tema, e a lungo redattore in settimanali cattolici.

“Terre di Presepi – spiega Mandorlini – è una sorta di rete di Presepi, collegati tra loro e un piano di comunicazione unitario che li valorizza. All’inizio siamo partiti con ben centomila visitatori in tutto, che sono raddoppiati l’anno successivo, così come sono aumentati esponenzialmente i presepi che ancora oggi chiedono di entrare nel gruppo. Inoltre, questo periodo – prosegue Mandorlini – non sono mancate le scoperte di nuovi presepi importanti proposti all’attenzione generale e, un girare continuo per la Toscana da un posto all’altro durante i giorni di Natale, ha portato a realizzare un primo censimento dei presepi nella regione. Nel 2016 abbiamo pubblicato quella che è una vera e propria opera prima “Presepi in Toscana. guida alla scoperta delle Natività”, trecento pagine corredate da documentazione fotografica”.
Dopo cinque anni di attività sono un centinaio le città, i paesi, le parrocchie e i presepisti che fanno parte di Terre di Presepi, che ormai è diventato l’itinerario presepiale più lungo d’Italia con il cuore nel Centro Italia, in particolare in Toscana, e eventi che toccano Lazio, Emilia Romagna, Piemonte, Molise, Umbria e Campania. “Terre di presepi è una forma di turismo sostenibile che valorizza piccoli borghi, rianima i paesi durante i mesi di dicembre e gennaio, coinvolge scuole ed associazioni. In tutto muove più di un milione di visitatori”, aggiunge Mandorlini con evidente orgoglio.

All’interno di Terre di Presepi destano particolare curiosità i presepi viventi. D’altronde le rappresentazioni sono una forma di devozione popolare e di fede. In molte cittadine la tradizione ha superato i trent’anni e si tratta di vere e proprie occasioni per calarsi nel mistero del Natale. Per questo è iniziato un percorso per la loro valorizzazione. “Tra le varie attività – precisa il giornalista sanminiatese – è nato il primo corteo delle Natività, durante il quale, per la prima volta in Italia, quattordici presepi viventi hanno scelto di sfilare in corteo insieme. L’ordine di sfilata viene determinato dall’anno di ambientazione: non tutti i presepi viventi infatti ripropongono lo stesso periodo a cui ispirarsi. C’è chi ambienta la rappresentazione al tempo di Gesù, cioè all’anno zero, chi al tempo di San Francesco (in questo caso San Francesco è un personaggio del presepe), chi si rifà alla tradizione contadina o a particolari momenti della storia del loro paese, chi ambienta la rappresentazione ai nostri giorni”.

In Terra di Presepi non c’è un Presidente ma un coordinamento, e la non esistenza di una struttura favorisce lo sviluppo, volontaristico, di nuove collaborazioni. Ma qual è il significato, oggi, del presepe? E che valore aggiunto dà, in termini di spiritualità, farlo di persone in carne e ossa?
“Il presepe ha il suo significato ieri come oggi – racconta Mandorlini – perché serve a riportarci e farci rivivere i momenti della nascita di Gesù. L’evento ha messo di fronte alla Natività artisti di ogni epoca, e, in questo, il presepista mette a disposizione la propria arte per trasmettere la bellezza del momento al visitatore. Il presepe in carne e ossa aggiunge molto altro. Permette di vivere un’esperienza in prima persona; i personaggi del presepe si incontrano e diventano spesso tutt’uno con lo spettatore. Le sensazioni e le suggestioni sono poi amplificate dal contesto ambientale, dal freddo dell’inverno, dalla rappresentazione in luoghi spesso inconsueti. Tutto viene riproposto per riportarci indietro a quella notte di più di duemila anni fa per trasmettere il messaggio di Amore e di Pace agli uomini di ogni tempo”.

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