A San Miniato, dove vive dal 1996, il montaionese d’origine Paolo Gelli lo conoscono tutti. Un po’ per il suo lavoro, da impiegato, in un’agenzia formativa, una professione che ha alternato per anni a quello di proiezionista in un cinema di Firenze; un po’ per le sue performance artistiche che sciorina per hobby (ha presentato concorsi di bellezza e canta, peraltro assai bene); un po’ per i duelli politici, rusticani ma in fondo bonari, che imbastisce su Facebook, nel nome di Matteo Renzi (soprattutto da quando è diventato inviso a gran parte degli italiani).
Dai primi di ottobre c’è un motivo in più per sapere qualcosa di lui, anzi 62.000 motivi, pari ad ognuno dei gettoni d’oro vinti a “L’Eredità”, il quiz di Rai Uno condotto da Flavio Insinna.
“In famiglia lo guardiamo – spiega il cinquantenne Gelli – perché, essendo “raisti”, la sera optiamo per il Tg1 ed è dunque fisiologico sorbirsi il traino. Sorbendo sorbendo ho però scoperto che sapevo quasi tutte le risposte, e più ancora di me lo hanno scoperto mia moglie Marzia e i miei due figli, Chiara di 14 anni e Andrea di 23. Sono state proprio Marzia e Chiara a inviare la mail per partecipare al programma, ovviamente a mia insaputa”.
Una volta convocato alle preselezioni toscane, a Firenze, lo scorso febbraio, Paolo si presenta volentieri, attratto dalla possibilità di conoscere Insinna, che lo ha sempre fatto divertire e, perché no, di “vincere un po’ di soldini dato che abbiamo un mutuo da pagare”.
Gelli, dopo la parte culturale ben svolta, si sottopone alla prova telecamera e già comincia a dare spettacolo esibendosi in Bimba se sapessi di Sergio Caputo.
Con tali performance l’ammissione al quiz è assicurata, ma il lockdown blocca tutto e solo ad agosto, quasi per caso, il nostro protagonista si ricorda di mandare una mail ai produttori. Viene convocato a Roma ad ottobre per le registrazioni, disputa cinque puntate in tre giorni, ne vince quattro, anche se i soldi se li aggiudica, per via del meccanismo un po’ complesso del gioco, solo alla prima.
“Che poi – precisa il campione di San Miniato – sono forse la metà, perché il gettone d’oro vale meno della moneta e ci sono le tasse, e poi arriveranno fra un annetto, ma insomma buttali via, il mutuo alla fine ce lo pago davvero!”.
“Paolino”, come lo chiamano tutti quelli che lo conoscono, la sera della vittoria è contento e telefona a casa, ma con preghiera a moglie e figli di non divulgare nulla, perché in tv si vedrà dopo due settimane.
Ma è contento anche di tante altre cose.
Di aver stupito tutti per la conoscenza, favorita dalla toscanità, del Decamerone di Boccaccio e in particolare della novella Chichibio e la gru, rivelatosi uno snodo decisivo della gara. Dei duetti con Flavio Insinna (“è stato allievo di Frassica, non lo sapevo”), fra cui uno davvero esilarante basato su una battuta-cult di Amici miei, il memorabile “Sparecchiavo!”. Del fatto di aver visto fra i partecipanti, provenienti da tutta Italia, tanti ragazzi giovani e colti, “segno che forse non tutto è perduto”. Dell’impeccabile organizzazione della Rai, se possibile perfin perfezionata dalle normative anti Covid-19 (“Ti vengono a prendere alla stazione, ti accompagnano in albergo, ti organizzano la cena, ti stirano i vestiti che ti sei portato da casa, e ognuno deve essere diverso dagli altri, registrano due puntate al giorno, di 45’ di durata effettiva l’una, che fra interruzioni e ricerca dell’inquadratura o della migliore portano via due ore”.)
Ma un particolare, più degli altri, rivela la sua vera natura.
Da conoscitore del mondo delle tv locali, che ricorrono al meccanismo del chroma key per creare sfondi che ti proiettano a New York anche se lo studio è a Ponte a Elsa, Paolo – felice come un bambino in una gelateria – non crede ai propri occhi quando si accorge che i mega sfondi che vediamo sul piccolo schermo, installati negli studi della Dear, sono veri. “Già aver visto questo mi bastava, era tutto bellissimo”.
Dopo la magia c’è il ritorno alla realtà, con l’eliminazione del terzo giorno che diventa quasi auspicata perché “l’indomani avevamo un progetto importante al lavoro e, anche se la titolare Elisa Scardigli mi aveva rassicurato sul fatto che potevo stare a Roma quanto volevo, ero lieto di poter essere di nuovo in sede ad aiutarla”.
E sui social come sei stato accolto?, gli chiediamo. “Sincere congratulazioni, nessuna invidia, solo alcuni dubbi sulla veridicità di ciò che si vede in tv. Posso dire che almeno per quel che mi riguarda era tutto autentico”.