L’allestimento della mostra fotografica di Letizia Battaglia al Museo Fattori di Livorno, una selezione degli scatti più intensi e drammatici di una straordinaria carriera, non poteva lasciare indifferente L’Ordinario.
Una mostra promossa dalla Fondazione Carlo Laviosa di Livorno, in collaborazione con il Comune di Livorno dedicata a una della fotografe contemporanee più conosciute; Letizia Battaglia – un’artista e una testimone del nostro tempo, soprattutto della sua Sicilia – è stata la prima fotoreporter italiana insignita di premi prestigiosi come il Premio Eugene Smith a New York nel 1985 e il Mother Johnson Achievement for Life nel 1999. Nel 2017 il New York Times la inserisce tra le 11 donne più straordinarie dell’anno.
Nei cinquanta scatti in bianco e nero esposti al Museo Fattori, la Battaglia ci racconta lo splendore e la miseria della sua Palermo, le morti di mafia, gli attentati, ma anche la vita dei quartieri, le tradizioni, i riti. Una narrazione di grande impatto emotivo che passa attraverso i volti dei bambini che giocano nei vicoli con le pistole, piccoli emarginati che non frequentano la scuola, che lavorano, ma che ancora mantengono intatto uno sguardo incantato e innocente.
Tanto altro raccontano gli scatti dedicate alle donne, quelle povere che non hanno di che sfamare i propri piccoli, quelle ricche, appartenenti a una nobiltà decadente, le madri, le mogli che piangono disperate i propri cari uccisi da Cosa Nostra, prostitute e pie devote in adorazione di Cristo, in un crescendo drammatico fino alla foto di Rosaria Schifani, moderna Madonna sofferente.
La Battaglia con le sue foto ci testimonia i cosiddetti ‘anni di piombo’, le stragi di mafia, gli attentati, i volti dei boss, da Luciano Liggio a Leoluca Bagarella, cognato di Totò Riina, i politici collusi, fino agli scatti dedicati a chi, con la vita, si è opposto a Cosa Nostra: Boris Giuliano, Ninni Cassarà, Piersanti Mattarella, Giovanni Falcone.
Una serie di fotografie che non sono solo testimonianza ma partecipazione: davanti a questi scatti si entra a contatto con il dolore, la sporcizia delle strade. Sembra di essere lì, di entrare nel cuore pulsante di Palermo, di avvertire empaticamente il dolore delle madri e delle vedove.
Questo il grande talento della Battaglia, che dice: “Una fotografia è te stessa che ti inserisci nel mondo. È il tuo cuore che batte, la tua testa che pensa. Trasformi il mondo secondo quello che sei”.
Una mostra imperdibile, che avete tempo di visitare fino al 15 Marzo.