Elegante e non curante d’esser fuori moda, Pandora se ne sta ormeggiata in banchina in trepidante attesa. Assieme al suo equipaggio aspetta i giornalisti appena sbarcati dal veliero Santa Maria Manuela per portarli a conoscere le borgate che si affacciano sul Golfo della Spezia.
Sono iniziati in via ufficiale i festeggiamento dei 100 anni del Palio del Golfo, nato da un’idea di Angelo Maioli nel lontano 1925. Le celebrazioni ‘Pal100!’ vengono organizzate dal Comune della Spezia, dal Comitato delle Borgate e coordinate da Italian Blue Growth.
Le forme e l’armo di Pandora sono direttamente ispirati alle navi veloci dei primi anni dell’Ottocento, adibite al servizio postale. Costruita nel 1994 in Russia, nel cantiere Grumant di Petrozavodsk in essenza di quercia e pino di Carelia, l’imbarcazione è lunga poco meno di 30 metri fuori armo. Si tratta di una goletta a vele auriche con gabbiola e gabbia sull’albero di trinchetto. Prende il mare con calma lei, non ha fretta e non corre come i motoscafi che solcando le acque e a manca e a dritta la fanno rollare.
Tra un’insenatura e l’altra procede veleggiando leggera nonostante abbia una stazza assai più importante dai moderni velieri con lo scafo in vetroresina o in alluminio. È la sua poesia a renderla lieve, a farla scivolare sull’acqua.
Pandora, come i gatti, ha avuto sette vite e come i gatti fortunati è stata circondata da tante persone che le hanno voluto bene. L’amore fa risorgere o meglio, in questo caso, riemergere. Sì perchè lei ha conosciuto le profondità del mare adagiandosi sul fondo come chi fa chi si sente abbandonato. A un certo punto, senza la compagnia dei precedenti proprietari, si è lasciata scivolare giù, sempre più giù, fino a scomparire sotto il pelo dell’acqua.
C’è voluto tutto l’ardore e la tenacia dello skipper Marco De Amici, proprietario della goletta Amore Mio, a rimetterla in sesto. Fatta riemergere con una gru, De Amici ha fatto il diavolo a quattro per riuscire a comprarla all’asta giudiziaria. Per racimolare i quattrini per rimetterla in sesto ha venduto la sua imbarcazione ma Pandora oggi è più bella che mai.
Nelle mani dell’associazione Vela Tradizionale adesso brilla di luce propria. È comandata da Luca Buffo che per circa un decennio è stato il secondo di De Amici. E poi c’è Gancio che, zampe sulla falchetta e pelo al vento, affronta anche le traversate più burrascose con l’aplomb di un lord inglese. Da tredici anni naviga con l’equipaggio e conosce a menadito ogni porto del Mediterraneo, o quasi.
Fanja Raffaellini, presidente di Vela Tradizionale, mentre ammiriamo dal mare le borgate che prendono parte al Palio del Golfo, racconta che l’associazione fa attività didattica ed è una scuola di marineria soprattutto per ragazzi.
L’equipaggio è solito organizzare durante la bela stagione crociere didattiche su imbarcazioni in legno con armi tradizionali aurici con vele quadre e bompresso. Racconta e insegna anche tutto ciò che riguarda la manutenzione dei natanti.
A bordo non ci sono winch che aiutino a gestire le manovre consentendo di aumentare la forza esercitata su drizze e scotte. Le vele si movimentano e si regolano con il solo uso della forza fisica e dei paranchi semplici, doppi e tripli, proprio come avveniva sugli antichi bastimenti.
L’obiettivo principale di Vela Tradizionale è quello di tramandare alle future generazioni la tradizione della marineria a tutto tondo e di mostrare che sia ancora possibile navigare su golette come Pandora.