Festival del Sahara di Douz: un festival nel deserto

Palmeti, dune e sguardi berberi. Ecco come il Sahara tunisino celebra bellezza, storia e tolleranza da oltre 50 anni.

Il villaggio di Douz in Tunisia è conosciuto come “La Porta del Deserto”. Qui vi abitano i Mrazig, popolo di pastori nomadi che, ancora oggi, lasciano periodicamente le loro case per un’itinerante vita in tenda. Douz è quindi sinonimo di tradizione che si traduce ogni anno in grandi celebrazioni: dal 1960, ad esempio, si festeggia il Festival Internazionale del Sahara.

Giunto alla 51esima edizione (20/23 dicembre 2018), il Festival del Sahara di Douz chiama a sé le tribù nomadi tunisine, algerine, libiche ed egiziane. Nato inizialmente come competizione di dromedari (i mehari), dal 1967 il Festival viene supportato dagli enti locali per poi giungere, nel 1981, ad un pieno sostegno del governo tunisino. L’obiettivo diventa perciò la promozione di una Tunisia tollerante verso le altre culture, aperta e turistica semplicemente rimanendo sé stessa.

Il Festival del Sahara di Douz è la celebrazione del patrimonio culturale e artistico della tribù arabo-berbera di M’razigs (Marzougui): un concreto simbolo di pace tra popoli che per lungo tempo sono stati in lotta tra loro. Durante queste giornate, l’atmosfera pacata e calma del deserto si trasforma in un ritmo incalzante tra canti, balli e cerimonie. Il Festival si svolge come una sorta di olimpiadi con una grande parata d’apertura. Per tre giorni, il souk di Douz è in pieno fermento. Il Festival è quindi un viaggio in un mondo ancestrale arricchitosi negli anni di una forte anima intellettuale. Oltre a spettacoli di musica, danza e teatro si può assistere alle proiezioni di documentari, film e partecipare ad incontri con esperti del mondo arabo sia locali che internazionali.

La Tunisia conta alcune tra le più belle oasi del Maghreb dove i palmeti si alternano con immense distese di sabbia. Attraversato il lago salato, ‘’Chott el Djerid’’, si trovano due grandi oasi, Tozeur e Nefta. Città che emerge dal deserto dove mattoni ocra riflettono la luce ardente del Grande Sud, Tozeur è immersa in centinaia di migliaia di palme che fanno ombra ad un caratteristico centro storico di losanghe e fregi decorati. Legata alla tradizione sufi, l’inclinazione più mistica dell’islamismo, è la vicina Nefta. Questa oasi è disseminata di santuari a cupola e mausolei che dominano il bacino del Corbeille (“il cesto”). Passeggiando a piedi, in bicicletta, in carrozza o a bordo di un mulo si possono raggiungere punti panoramici e luoghi di incredibile bellezza. Anche Tozeur accoglie un festival che celebra le sue oasi, sempre in dicembre, quest’anno dal 21 al 24. Il Sud della Tunisia è anche Canyon e montagne: Chebika, Tamerza e Mides. Oasi immerse nella roccia, tutte diverse tra di loro. Se Chebika è attraversata da un torrente naturale, l’antico villaggio abbandonato di Tamerza è bagnato da un’alta ed imponente cascata. Midès, infine, non è solo la città arroccata su una grande parete rocciosa, ma è anche la porta d’accesso ai grandi canyon dell’est di Dghoumès.

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