La Direttrice Romina Lombardi:
In occasione del nostro Festival Lucca Città di Carta, organizzato insieme all’Associazione Nati per Scrivere, Guido Zovico, tessitore sociale ed esperto di eventi e cultura di Vicenza, ci ha donato questo intenso editoriale che mette insieme il festival e il nostro tempo. Guido sarà ospite a Lucca sabato 29 agosto con un evento importante che parla del futuro di un popolo che deve necessariamente FARE E ESSERE COMUNITA’, per sognare e realizzare un futuro diverso, più florido, inclusivo, umano, illuminante, costruttivo.
L’EDITORIALE di Guido Zovico
Ritrovarsi a «Lucca Città di Carta» a parlare di Comunità nel pieno dell’era Covid19 è un esercizio impegnativo perché chiede di ragionare sulle dinamiche sociali (di persone e organizzazioni) che pianificano e regolano le nostre vite.
Oggi più che mai comprendiamo la necessità di contare su luoghi decisionali capaci di essere punti di riferimento e non di disorientamento. Tocchiamo nel concreto l’esigenza di fruire di strutture pubbliche adeguate ad affrontare una situazione inedita che innesca contesti emergenziali plurimi (sanità, economia, scuola, welfare…) che dovranno trovare un nuovo equilibrio (modus operandi) sostenibile per rispondere al meglio alla loro funzione. Un esempio concreto e sotto gli occhi di tutti è lo stress-test cui è stato sottoposto in questi mesi il comparto medico.
Ciò che è risultato palese in questo tempo è l’essenza dell’«essere» e «fare» Comunità che porta alla piena consapevolezza che siamo interdipendenti gli uni con gli altri. Ciò che è risultato altrettanto evidente è che una esasperazione divisiva, competitiva e concorrenziale della politica (con passaggi elettorali oramai ad ogni cambio di stagione) ha reso quasi evanescente quell’indispensabile “sentirsi Paese” (alias destino comune) che un contesto eccezionale come questo richiede. Ciò che si è, infine, notato, è che il più delle volte le buone soluzioni sono maturate dal buon senso, dalla responsabilità, dalle capacità e dalla generosità dei cittadini direttamente impegnati in strutture pubbliche, imprenditoriali e sociali.
Si registra, quindi, un «distacco» sempre più marcato tra Cittadinanza e Stato che rischia di indossare le vesti della «rassegnazione» di un popolo verso le proprie istituzioni civiche e politiche, pericolosamente affiancato da un individualismo imperante nelle persone e nelle organizzazioni.
Ecco che questo 2020 – di per sé «anno-bivio» (lo definii così lo scorso gennaio senza poter immaginare l’arrivo della pandemia) – non lascia più spazio a tentennamenti e a scelte a corto respiro per l’ormai chiara esigenza di adottare a tutti i livelli (politica, economia, scuola, sistema del welfare sociale) decisioni di «buon senso», nitide nel significato e precise nella direzione.
È per questo che la Comunità deve tornare a essere vivificata e partecipata con un’assunzione di responsabilità da parte di tutti che si anima, nei migliori dei casi, dal buon senso, dalla consapevolezza e dall’intelligenza, in altri casi da una valutazione di convenienza.
Oltre alla buona volontà e ad una necessaria riscoperta del «bene» e dei «beni» comuni, torna utile rispolverare i fondamentali di una Comunità che, per il nostro Paese, sono ben incisi nella nostra (a volte bistrattata) «Carta» costituzionale. Documento che si dimostra essere sempre il saldo punto di riferimento nelle scelte e nei pensieri del nostro Presidente Sergio Mattarella, non a caso percepito come un «faro» dentro un confuso luccichio di lanterne nel mare della politica nazionale.
Le «carte» costitutive (non solo delle Nazioni ma anche delle varie organizzazioni) oltre che contenere le regole efiniscono anche i «principi» e la «missione». Ed è lì che spesso si deve tornare per chiarire la rotta di una comunità, piccola o grande che sia (paese, istituzione, impresa, associazione).
Possiamo affermare che lo «spessore della carta» è dettato dalla «chiarezza» di ciò che vi si scrive, dal «rispetto» che essa sa suscitare e dalla «fiducia» che su di essa viene risposta «riconoscendone il valore» e «riconoscendosi» come persone a essa appartenenti.
Siamo arrivati al/nel tempo in cui le nostre città-comunità devono saper risvegliare il senso e il sapore della cittadinanza, riscoprendo il valore e l’importanza delle relazioni, indispensabili per definire un «agire comune» che è ingrediente essenziale per immaginare (perché è tutta da costruire) una «via d’uscita» da una situazione economica, sociale, educativa e relazionale che ci preoccupa e ci interroga. Non solo per «dare un futuro» alle nuove generazioni ma, molto più banalmente, per garantirlo a tutti noi.
«Lucca città di Carta» è un nuovo evento culturale variopinto di proposte e attività che trovano un legame nella «carta»: una materia nobile, di origine naturale e dagli usi più diversificati e creativi. Una materia sulla quale dobbiamo «ritrovarci», in questo tempo complesso di inizio millennio e dentro la pandemia, a ri-scrivere/ri-leggere in forma chiara le Parole che ci guidano alla vita in comune. Quanto più
viva e animata sarà quella Carta quanto più positiva e piena sarà la nostra vita.
È per questo che credo sia fondamentale non «rassegnarsi alla politica» dell’oggi ma «ri-assegnare alla politica» il compito che le spetta attraverso una cittadinanza partecipe, contributiva e responsabile.
Guido Zovico
Tessitore sociale
Vicenza, 26 agosto 2019
Guido Zovico
Tessitore sociale
Vicenza, 24 agosto 2019