Dopo aver fatto una cernita di case editrici valide e in linea con genere e tematiche del nostro manoscritto, arriva il fatidico momento dell’invio. Prendiamo un bel respiro, rilassiamo la mente e pensiamo di essere giunti alla conclusione di una fase importante della nostra vita, quella per cui abbiamo tanto studiato, lavorato e sofferto in estenuanti giorni di scrittura e notti trascorse al pc a revisionare un testo che non sembra mai perfetto. Ecco, adesso è il momento di metterci in gioco, di passare ad altri ciò che abbiamo scritto, per ricevere un riscontro, positivo o negativo che sia.
Primo consiglio: mai inviare mail a un editore di notte, quando siamo stanchi e distratti. Meglio farlo di giorno, quando siamo attenti e vigili, onde evitare errori. Potremmo ritrovarci a allegare file sbagliati o a inviare mail senza allegati, o magari a scrivere a un altro indirizzo, e non è un bel biglietto da visita.
Appurato ciò, cosa inviare?
La regola fondamentale è inviare ciò che chiede quello specifico editore. Per saperlo, è sufficiente visitare il sito dell’editore, troveremo sicuramente una sezione Contatti o Invio Manoscritti, con tutte le indicazioni al riguardo. A queste indicazioni dobbiamo tassativamente attenerci.
Se un editore sul sito ha annunciato di aver chiuso per il momento le selezioni, non inviamo il nostro manoscritto, non facciamo i soliti furbetti che pensano “vabeh, magari il mio lo legge!”. Faremmo soltanto una brutta figura e il nostro manoscritto verrebbe cestinato.
In linea generale, gli editori chiedono tre documenti, spesso in tre file distinti: il manoscritto del romanzo (quasi sempre in formato editabile, Word o doc), una presentazione del romanzo, corredata da sinossi, e una presentazione personale, ossia la biografia dell’autore, con i suoi contatti.
Possono esserci variazioni del caso. Ad esempio, un editore potrebbe chiedervi prima la sinossi e poi, se interessato, in un secondo momento il manoscritto completo, ma anche queste indicazioni saranno sicuramente presenti sul sito.
Di solito, comunque, un editore valuta un manoscritto completo. Non inviate stralci, a meno che non sia espressamente richiesto, e soprattutto non proponete manoscritti incompleti: se non l’avete ancora finito, come potete pensare di proporlo a un editore?
Il manoscritto va presentato in modo pulito e ordinato. Consiglio un carattere semplice, subito leggibile, come il buon vecchio Times New Roman, formato 12 o 14, interlinea 1,5 e allineamento giustificato. Niente colori strani, il testo va scritto in nero. Tanto poi queste saranno decisioni prese in fase di pubblicazione, coerentemente con le norme redazionali di ogni singola casa editrice. Ciò che a noi interessa è presentare un testo pulito.
Oltre al manoscritto, alleghiamo la sinossi e, eventualmente, un piano dell’opera, qualora si tratti del primo volume di una saga. Ricordiamo che oggi gli editori fanno molta fatica a proporre saghe lunghe, soprattutto di scrittori emergenti, per cui è sempre meglio partire con un romanzo auto-conclusivo.
Ma cos’è una sinossi?
Semplicemente un riassunto dell’opera. Come ricorda la Treccani, si tratta di un’esposizione sintetica e schematica di una materia, uno “sguardo d’insieme”, che serve all’editore per capire, a primo impatto, che tipo di testo ha davanti: si tratta di un romanzo o di un’antologia di racconti? È un giallo o un fantasy? Quali sono i personaggi? Dove è ambientato? Ecco, queste sono le informazioni basilari che dovranno trasparire dalla sinossi.
Per aiutarci, possiamo aiutarci con le famose 5W del giornalismo: chi, cosa, quando, dove, perché.
Nel nostro riassunto, dovremo esporre in modo chiaro la trama del romanzo, dall’inizio alla fine (e sì, il finale va inserito. Se scriviamo un giallo, indicheremo anche il colpevole e le sue motivazioni!), senza esaltarla, abbellirla o senza fare i misteriosi rimanendo nel vago. Ricordiamoci che non stiamo scrivendo una “quarta di copertina”, che serve invece a incuriosire il potenziale lettore, stuzzicandone l’interesse, qua stiamo semplicemente presentando un’opera per la valutazione, per cui non sta a noi esaltarne stile e/o originalità.
Anche la lunghezza è importante. Molti editori indicano sui loro siti una lunghezza massima, solitamente una cartella editoriale. In ogni caso, per non annoiare il valutatore è sempre meglio essere sintetici e non andare oltre una pagina dattiloscritta. Eventualmente possiamo preparare due sinossi: una breve, di 2000 battute, e una più estesa, ma comunque non oltre le 4000 battute, e scegliere ogni volta in base alle indicazioni sul sito.
Non è facile scrivere una buona sinossi. Molti autori faticano a essere sintetici, soprattutto quando c’è da comprimere in poche righe una trama molto complessa, magari ricca di sotto-trame. Un buon esercizio può essere fare molte prove di sinossi, presentandole ogni volta ad amici lettori, che ancora non conoscono il nostro libro, per verificare che il nostro elaborato sia comprensibile. Oppure possiamo esercitarci a scrivere le sinossi dei grandi classici, un po’ come a scuola scrivevamo i riassunti dei libri che leggevamo.
Ricapitolando, per scrivere una buona sinossi è importante essere concisi, chiari, umili e veritieri, attenendoci ai fatti. Per approfondire, vi rimando a un bell’articolo degli amici di Nativi Digitali Edizioni, sugli errori da evitare.
Infine, il terzo documento, forse il più semplice, da inviare a un editore è la biografia dell’autore. Anche in questo caso, cerchiamo di essere stringati: 2000 battute sono più che sufficienti. Non dobbiamo inviare il nostro Curriculum Vitae, né raccontare vita, morte e miracoli, solo gli elementi, a nostro avviso, più interessanti, possibilmente attinenti all’ambito culturale/editoriale/letterario. Possiamo studiare le biografie nei libri editi, per avere un’idea su come scriverla.
Non dimenticate di inserire i vostri contatti: mail, telefono e, se avete, un sito o un blog (sì, il fatto che abbiate un sito visitato da migliaia di utenti al giorno potrebbe far pendere la decisione di un editore di pubblicarvi dalla vostra parte).
Adesso avete tutto il materiale necessario, per cui scrivete un bel testo di presentazione, nel corpo della mail, in cui salutate e presentate il vostro manoscritto, allegate quanto richiesto dall’editore, poi inserite la mail (una mail, una soltanto!) e spedite.
Ho sottolineato “una mail”, perché gli invii di testi in valutazione vanno fatti uno per volta, bisogna mandare una mail personalizzata a ciascun editore. Non fate invii di massa, con tante mail visibili: oltre che illegale, e perseguibile, è anche poco professionale e segno di una cialtroneria estrema.
Ricordatevi inoltre di non lasciare vuoto il corpo della mail, qualcosa dovete scrivere, o chi la riceverà non capirà cosa volevate dirgli, e probabilmente la cestinerà. In sei mesi di attività, anche noi di NPS Edizioni abbiamo cestinato mail vuote, senza nemmeno due righe di saluto, non fosse altro per la maleducazione.
Ecco un esempio semplice, ma efficace, di mail di presentazione:
Gentile redazione (se lo sappiamo, meglio inserire il nome del direttore editoriale o di collana),
vi invio il mio manoscritto XXX in valutazione. Si tratta di un romanzo fantasy ambientato in una Berlino alternativa. Il romanzo è autoconclusivo, ma il finale è eventualmente aperto a successive avventure.
Allego il romanzo in formato doc e una presentazione del libro, corredata da sinossi e biografia.
Grazie per l’attenzione,
a presto.
Non dimenticate di segnarvi su un foglio le case editrici a cui avete inviato il vostro manoscritto, la loro mail e la data di invio, onde evitare di mandarglielo una seconda volta e anche per avere un’idea delle tempistiche. Solitamente è difficile ricevere risposte entro sei mesi, anche se poi dipende dalla quantità di materiale ricevuto dagli editori, per cui possiamo rilassarci e dedicarci ad altro, magari buttar giù le idee per la nostra nuova storia. E intanto aspettare. Aspettare.
Perché se un testo è valido, ben scritto e originale, prima o poi trova sempre la giusta casa.