Nel laboratorio di Ornella Bellandi: la sarta di Drusilla Foer

A Querceta si respira aria di Palio tutto l’anno e le contrade sono costantemente al lavoro per mettere a punto le sfilate storiche. La mia contrada, il Pozzo, da diversi anni ha una sarta di riferimento che è più che una certezza: Ornella Bellandi.

Vive e lavora a Firenze e di strada per arrivare a casa sua bisogna percorrerne un po’. Quello che però il suo genio creativo è capace di elaborare non sono semplici capi di abbigliamento ma veri e propri capolavori.

Esagero? No, Ornella è una grande professionista e cura ogni dettaglio in modo straordinario.

Nei giorni scorsi, con la capo commissione della sfilata della mia contrada, Luciana Gabrielli, siamo andate a casa sua e non ho potuto esimermi dall’intervistarla.
Ci accoglie con un grande sorriso e, assieme al suo cagnolone, ci fa strada nel laboratorio allestito tra le pareti domestiche.

Le mani, la mente. il cuore e soprattutto la professionalità impareggiabile di Ornella, hanno permesso alla divina Drusilla Foer di sfoggiare capi meravigliosi durante tutti i suoi spettacoli teatrali come l’ultimo andato in scena dal titolo ‘Venere nemica’ ma anche durante il Festival di Sanremo. Sono infatti usciti dalla sartoria Bellandi due degli abiti sfoggiati dall’ironica nobildonna toscana sul palco al fianco di Amadeus, come co-conduttrice nell’edizione 2022.

Sul bancone di lavoro sono distesi un bel velluto rosso, uno scampolo di velluto bianco e qualche bozzetto: “Vedi, questi sono i disegni che Drusilla mi porta per realizzare i suoi capi. Se li disegna da sola e poi io li realizzo. È molto brava a disegnare, ha studiato arte lei”.

Ornella, da quanto tempo lavora come sarta?

“Ho iniziato nel 2009 con mia madre che mi ha insegnato il mestiere. Da giovane era una brava sarta tanto che per dieci anni ha lavorato anche per Ferragamo. Negli anni abbiamo avuto modo di aprire assieme più di una sartoria. Con i suoi insegnamenti, piano piano, ho cercato di migliorarmi sempre di più, aggiungendo alla conoscenza il mio stile personale, la mia fantasia”.

Cos’è che le piace di più di questo lavoro?

“Prima di tutto mi piace accontentare il cliente e capire che si sente bene con quello che gli ho fatto su misura e che ho proposto. La soddisfazione sta anche nel vedere che le cose fatte per il cliente siano adeguate alla sua persona, alla fisicità ma anche al proprio modo di essere. Per conto mio è molto importante che una persona venuta per farsi fare un modello su misura si senta bene col
capo ultimato. Non sono abiti di pronto moda che si trovano in negozio già pronti: quelli uno se li prova, tocca i tessuti, vede se possono andar bene e finisce lì insomma.
Invece il difficile della sartoria sta proprio nel riuscire a far capire al cliente quanto un dato capo possa stargli bene oppure no, mostrare i punti di forza, modellarlo sopra la figura affinché sia perfettamente calzante e lo valorizzi. Ecco, quella è la cosa più bella: quando vedo il cliente che va via soddisfatto con quello che ha scelto per sé.”

Ornella, lei realizzato abiti meravigliosi per tantissime persone, alcune molto note come Drusilla Foer. Com’è nata la collaborazione con l’amata artista?

“La prima volta che ho conosciuto Drusilla Foer stavo lavorando nella Sartoria Vittoria Valzania, in quel momento impegnata nella realizzazione dei costumi per il calcio storico fiorentino. All’epoca collaboravo con loro ed eravamo occupati con il rifacimento dei capi per i calciatori dei rossi di Santa Maria Novella.
Drusilla fu mandata lì da un sarto di Roma dal quale si serviva perché Vittoria Valsania aveva imparato proprio il mestiere di cucire da lui. Vivendo a Firenze, per non far fare avanti e indietro fino a Roma all’attrice per commissioni e prove dei capi, la indirizzò alla sartoria Valzania.
Quando mi presentai a lei, dissi che mi chiamavo Ornella e mi rispose ‘Strano, si chiama come la mia governante’. Tanti pensano che abbia scelto quel nome in mio onore ma in realtà il personaggio l’aveva già creato quando ci siamo incontrate. È solo
una strana coincidenza anche perché di donne che si chiamano Ornella non ce ne sono tante. Drusilla era ancora agli esordi poi la persi di vista perché io smisi di lavorare lì.

Drusilla Foer e la sua spalla durante lo spettacolo ‘Venere Nemica’ con gli abiti realizzati da Ornella Bellandi

Tempo dopo la nobildonna si mise di nuovo alla ricerca di una buona sartoria e il prestigioso negozio di tessuti Bacci la indirizzò da me, così ci siamo ritrovate. Oggi con lei più che un rapporto di lavoro è quasi un rapporto di affezione, di amicizia. So che mi vuole
bene come io ne voglio a lei. Quando ci si ritrova a lavorare con personaggi come lei è importante avere un rapporto di
fiducia.

Lo stesso negozio di tessuti che mi ha mandato Drusilla sa che lavoro bene e nutre una profonda stima per me tant’è che ormai mi manda sempre clienti di un certo tipo. Sono consapevoli del fatto abbia maturato una buona esperienza e, bene o male, porto sempre in fondo ogni lavoro in modo accurato.
Riconosco di essere brava nel mio mestiere ma non sono mai soddisfatta fino in fondo. Quando termino un abito e lo rivedo penso sempre che avrei potuto fare di più. Magari gli altri non se ne accorgono ma a me, anche il piccolo difetto, dà proprio fastidio e tendo a
fare le cose nel migliore dei modi possibili.”

La coppia degli sposi della contrada il Pozzo realizzata da Ornella Bellandi

Insomma, una vera perfezionista.

“Sai che c’è? È che quando i capi escono dalla sartoria penso sempre che avrei potuto fare di meglio. Poi mi capita magari di riguardarli a distanza di anni e riesco a sorprendermi da sola. Penso ‘Ma come, l’ho fatto io questo?’ E lo vedo bello, ben
confezionato.

Tendo a migliorarmi sempre di più. Con il lavoro, con il passare del tempo, ho fatto sempre passi in avanti. Non mi è mai
piaciuto rimanere ferma su quello che sapevo fare ma ho voglia di imparare sempre di più in questo mestiere“.

Ci racconta un aneddoto che riguarda lei e la divina Drusilla Foer?

Quando arriva alla porta mi chiama sempre con la voce che fa quando telefona alla sua governante: ‘Ornella, sono io’. E poi mi dice sempre ‘Se la mi’ mamma avesse avuto le rote sarebbe stata un carretto’. Quando gli dico che una cosa che ha in mente non si può fare, quella è la sua prima risposta.

Sa, Drusilla su alcune cose si impunta molto ma poi a livello tecnico ci sono io che devo tagliare e cucire l’abito che lei ha disegnato.
Se mi fa uno schizzo come quelli che mi ha fatto qua, tutto sembra possibile ma poi quando vado a realizzare l’abito, non è esattamente così. Alcune cose si possono fare solo in una determinata maniera.

Non è nemmeno facile vestire un uomo come se fosse una donna e alcuni dettagli non sono proprio realizzabili. Ci vuole un compromesso sicché punto i piedi anche io.
Le dico: ‘Sono tanti anni che faccio questo lavoro, fidati di me, non si può fare’ e lei puntualmente mi risponde sempre con la solita frase delle rote e del carretto”.

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