“Piangono solo le mamme con i bimbi all’ospedale”, rispondeva sempre Anna Maria Billi alle figlie durante i loro momenti di crisi adolescenziale. Questo la dice lunga sulla verve di una donna tosta, tanto determinata quanto sorridente e che mai si è tirata indietro davanti alle sfide della vita.
Maria Billi, mascotte della banda della Libecciata, a Viareggio tutti sanno chi sia stata. Bella come poche, allegra e sempre pronta a donare un sorriso a tutti, ha dato lustro al Carnevale e alla città che tanto amava. Una vita di amore e coriandoli la sua.

Nata il 5 marzo del 1936, Maria Grazia Billi venne al mondo nel momento in cui a Viareggio si inaugurava la stazione ferroviaria che mise in comunicazione la città con il resto d’Europa. Proprio da quella stazione comincerà nel 1954 a sfilare in testa alla Libecciata, con la sua divisa che sembrava quella di un alto ufficiale dell’esercito.
Il babbo era un barbiere assai apprezzato tanto da essere conosciuto come “Le forbici d’oro della Versilia” e la mamma era figlia di un calafato e staffetta partigiana con il nome di ‘Stella Rossa’. Maria Grazia fu la prima figlia femmina, nata dopo 13 figli maschi. Alta e bionda come la mamma, avrebbe ereditato da lei anche la tenacia e quell’incontenibile voglia di offrire in dono tutta la sua vitalità per strappare un sorriso anche ai più seriosi e regalare allegria a tutti.
Nello stesso anno della prima uscita, nel 1954, era nata la Rai che che per la prima volta trasmise un’esterna riprendendo il corso mascherato con in testa la banda della Libecciata. Così il sorriso e l’energia della Billi arrivarono nelle case degli italiani che avevano avuto la fortuna di avere un televisore. Quell’anno, tra gli ospiti del carnevale, c’erano anche Humphrey Bogart e Laureen Bacall mentre oltre 100mila persone affollavano i viali a mare.

Lei, in testa a 130 elementi, in poco tempo divenne il simbolo della rinascita gioiosa del secondo dopo guerra. Apriva tutte le sfilate della banda a Viareggio così come in tanti altri luoghi d’Europa. Con la sua spontanea allegria ha contribuito a far conoscere il mondo del carnevale al di fuori dei confini toscani.
Durante una delle prime sfilate, la Billi perse i sensi e si svenne cadendo a terra. Sostenuta a braccetto dal mazziere e da un componente della Libecciata, venne fatta accomodare al Caffè Margherita. “Signorina lei è troppo agitata, si deve dare un contegno, una calmata: le faccio preparare una camomilla” disse l’allora proprietario della storica attività. “In casa siamo in tanti fratelli e si mangia poco. Se mi dà un cappuccio e due brioches mi riprendo meglio”, rispose lei timidamente ma senza farsi prendere in giro.

Il suo carattere e la sua verve erano accompagnati da una generosità straordinaria a cui ha sempre tenuto fede, anche negli ultimi anni di vita. Aveva la casa in passeggiata a Viareggio: punto di riferimento per i nipoti che andavano ai corsi mascherati. Passavano di lì per andare in bagno, per abbracciare la nonna e per scuotersi di dosso i coriandoli. “Semmai i coriandoli non si spazzano, rimangono sul pavimento fino alla fine del Carnevale”, diceva soddisfatta la Billi.
Ogni volta che si affacciava alla finestra la salutavano tutti: chi le tirava un bacio, chi la chiamava e chi contento le dedicava un pensiero. Lei rispondeva a tutti elargendo sorrisi e saluti.
Una volta dismessi i panni della mascotte, la Billi non ha mai finito d’amare e dispensare allegria alla sua Viareggio. Come raccontano le figlie Marzia e Sandra Giordano, ha voluto lasciare traccia scritta dei suoi tanti ricordi. Così, tutte le sere, metteva la pentola sul fuoco per preparare la cena ai nipoti e intanto prendeva carta e penna per “scrivere negli scampoli di tempo” stralci di vita vissuta.

Quei quaderni, fogli e ritagli di giornale sono stati raccolti e riordinati dalle figlie in un libro dal titolo “La Mascotte. Una vita di amore e coriandoli” in cui Maria Grazia racconta l’infanzia, i duri momenti dellla guerra, la nascita della Libecciata e i tanti incontri fatti durante le trasferte all’estero.
Una cosa è sicura: Maria Grazia Billi ha contribuito ha portare diffondere la conoscenza del Carnevale di Viareggio in tutta Europa senza mai risparmiarsi, nemmeno quando incinta dell’ultimo figlio, fece la sua ultima sfilata in testa alla Libecciata.


