Arriva sul palco del Caffè della Versiliana presentato da Davide de Filippi e riesce in pochi istanti a calamitare tutta l’attenzione del pubblico su di sé. Red Canzian, con un’eleganza senza tempo e lontana anni luce da quella fatta di pelliccia e tacchi alti che sfoggiava agli inizi della sua carriera, vola leggero tra i ricordi e una battuta dietro l’altra.
Dotato di una buona dose di autoironia, il cantautore e polistrumentista che con i Pooh è salito sui palchi di tutto il mondo, si sente a suo agio raccontando delle sue proprie origini. Ricorda il babbo operaio che per portare in vacanza la famiglia noleggiò un’auto per condurre lui, la sorella e la mamma a Jesolo. Quell’auto pagata un tanto all’ora poi dovette restituirla subito e tornò nella località balneare in treno.

Ricorda divertito la mamma al mare che sempre aveva paura di qualsiasi cosa: “Credo di essere stato il bambino con la digestione più lunga al mondo. Dovevo aspettare 11 ore prima di fare il bagno dopo mangiato”.
Non teme giudizi bigotti nel parlare a cuore aperto dell’importanza degli abbracci, troppo spesso banalizzata ma invece fondamentale per la crescita personale di ciascuno. Fa riferimento agli abbracci scambiati con la moglie in prima fila che lo ascolta, con la figlia che oramai ha 35 anni ma per lui sarà sempre la sua bambina che profumerà di latte e biberon.
“L’amore è l’unico sentimento che non invecchierà mai”, dice Canzian. Come dargli torto? “Se io sono qua stasera a parlare con voi è perché ho incontrato quattro amici, Roby Facchinetti, Dodi Battaglia, Stefano D’Orazio e Riccardo Fogli che poi abbandonò il progetto. Con loro abbiamo condiviso tutta la vita. Si può essere amici per sempre anche quando le vite ci cambiano, ci separano e ci oppongono come tante volte abbiamo cantato”.
C’è spazio anche per un divertente momento in cui racconta passo dopo passo come ha rinnovato il look che, agli esordi, gli sembrava più antico di quello ingessato di Pippo Baudo. Meglio dunque andare a cercare al mercatino dell’usato in stile americano una pelliccia che somigliasse a quella che Mick Jagger sfoggiava a petto nudo sul palco. Ma poi ci volevano pure un bel paio di stivaletti alla Beatles con un tacco di almeno 5 centimetri.

Impensabile riuscire a trovare in Italia scarpe simili. La scelta ricadde su un paio di polacchine da tingere di nero prima e da far modificare al calzolaio poi. “Una fatica tremenda. Passammo una giornata a trattare sull’altezza del tacco – dice divertito Red Canzian – poi alla fine il calzolaio volle fare come gli pare e ci accordammo per 4,5 centimetri d’altezza. Mi diceva che, se poi fossi caduto in avanti, avrebbero dato la colpa a lui”.
Il musicista ha incantato il pubblico con aneddoti semi sconosciuti e con la sua verve che ha caratterizzato tutto il suo percorso artistico.
“Non cambierei nulla di quello che ho vissuto, nel bene e nel male. Tutto è servito per farmi arrivare qui adesso e mi ritengo davvero un uomo fortunato, posso dire di aver avuto tutto dalla vita”. Prima di salutare il pubblico del Caffè della Versiliana, Canzian ha firmato autografi e scambiato chiacchiere con chi non è voluto mancare all’incontro.


